Al momento dell'annuncio della tecnologia super veloce CLIP, che non crea oggetti strato dopo strato ma li ‘cresce’, Carbon3D ha creato molto entusiasmo nel mondo del 3D con il suo famoso video diventato virale in pochi giorni.
L’uscita di questo progetto ha creato una vera e propria corsa per abbinare il top-down all’alta velocità (100mm/h – 500 mm/h) alla tecnologia DLP-SLA.
In questa gara, Andreas Bastian, ricercatore di stampa 3D Autodesk, ha voluto capire cosa ci fosse di tanto difficile riguardo al processo DLP top-down utilizzato da Carbon3D.
Il team di Autodesk Ember guidato da Andreas Bastian, si propose così di costruire una stampante top-down con una campagna pubblicitaria basata sull’alta velocità.
La versione innovativa di Carbon3D a riguardo della tecnologia DLP, utilizza l’ossigeno come inibitore e una luce come agente indurente.
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Grazie a questo procedimento si creano quelle aree in cui il materiale non deve indurire, il prodotto finale cosi prende forma ‘crescendo’ dalla resina dalle 25 alle 100 volte più veloce rispetto alle macchine che utilizzano una normale tecnologia DLP-SLA.
Ovviamente la ricerca e lo sviluppo di questo macchinario da parte di Carbon3D è riservata, così che il team di Autodesk hanno voluto mettere nel progetto delle ore totalmente dedicate ai test o alle prove. Bastian spiega che: Carbon3D ha fatto dei notevoli progressi nel processo di stereo litografia questo ha dato a Autodesk un forte motivo per fare un indagine e capirne meglio il funzionamento.
Così iniziò la costruzione di una stampante top down DLP SLA 3D, con Fusion 360 e file STEP, tentando di riprodurre i risultati.
Per l’automazione dell’hardware e la programmazione il team ha lavorato con Cappie Pomeroy, in seguito sono iniziati i vari test con diverse tipologie di resine tra cui:
PR8: Resina base di Autodesk utilizzata principalmente per prototipi con una viscosità di 183 mPa*s
Spot A : Resina di Spot-GP con 63 mPa*s
Fun To Do: Resina con circa 160 mPa*s
Con tali resine sono state create una varietà di geometrie da tubi a un cranio.
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Questi test hanno permesso di constatare che l’azienda è stata in grado di creare una stampante a bagno di resina che soddisfava i parametri prefissati ad inizio progetto. Siamo quindi di fronte ad un nuovo modo di far ricerca e soprattutto di "livellare" la concorrenza da parte di Autodesk? Diteci come la pensate al riguardo sul nostro forum.
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