La coppia edilizia - stampa 3D fa parlare sempre più di sé. Sono numerosi i progetti che arrivano da tutto il mondo e che cercando di rivoluzionare il mondo delle costruzioni. Diverse tecnologie, unico obiettivo: costruire interi edifici in poco tempo e con basse spese.
Se in Italia siamo messi male, causa crisi economiche e quant'altro, c'è chi ci ha creduto ed è riuscito a costruire qualcosa di epico. D-Shape è un progetto tutto italiano.
Partendo da un file CAD, D-Shape è in grado di stampare forme di qualsiasi dimensione, trasformando la sabbia in roccia e depositandola strato su strato. Il progetto D-Shape è stato messo al mondo dalla mente dell'ingegnere toscano Enrico Dini, con l'intento di rivoluzionare il mondo della progettazione.
D-Shape stampa in 3D elementi in scala 1:1 utilizzando semplice sabbia e un secondo componente inorganico ed ecocompatibile che fa solidificare la sabbia o un materiale granulare con stesse caratteristiche in roccia. La stampante 3D è composta da una struttura reticolare in alluminio e 300 ugelli che estrudono il materiale. Gli oggetti stampati possono essere blocchi interi o elementi trasportabili e assemblabili in una seconda sede.
Un'altra caratteristica di questa stampante di grandi dimensioni è la capacità di abbinare più materiali scegliendone lo spessore e la distribuzione nell'oggetto. Non servono sostegni, casseforme o stampi.
Inoltre, è possibile utilizzare materiali granulari reperibili sul luogo in cui deve essere stampato l'oggetto desiderato senza avere la necessità di trasportare sabbia in giro per il mondo, limitando le emissioni dovute al trasporto.
La tecnologia di D-Shape può essere utilizzata in tantissimi settori: edilizia, architettura, design e scultura sono quelli che si prestano meglio. Alcuni esempi? Elementi costruttivi su misura, arredi urbani, strutture per ponti, torri.
Insomma, l'Italia si è mossa ben in anticipo rispetto ad altri paesi, considerato che il progetto D-Shape risale al lontano 2006. Un'eccellenza di innovazione e ricerca che ha riscosso interesse anche nell'ESA (European Space Administration), la quale sta valutando la possibilità di stampare in 3D delle basi sulla luna. L'integrazione col materiale roccioso sarebbe totale. Staremo a vedere.
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