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L’avvento della tecnologia di stampa 3D sta portando al ritorno dell’antica pratica del plastico architettonico, rappresentazione progettuale in scala, sia pure reinventata e più in linea con i programmi CAD e software BIM.
L'uso di modelli architettonici è documentato variamente nel passato, vedi modello ligneo di palazzo Strozzi di Simone del Pollaiolo o la Cupola di Santa Maria del Fiore, o il più famoso, quanto grandioso, plastico per basilica di San Pietro in Vaticano realizzato tra il 1539 al 1546 da Antonio da Sangallo il Giovane in scala 1:30.


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Noi architetti abbiamo sostituito la matita col mouse, il foglio col monitor, i modellini tridimensionali col rendering.
Ma i nostri bellissimi modellini tridimensionali in balsa, tagliati con cura da un cutter, amorevolmente assemblati con colla vinilica, che puntualmente si incollava dappertutto, ritinteggiati con vernici maleodoranti o all’acqua, che fine hanno fatto?
Erano essi la miglior rappresentazione della realtà progettata, la miglior visione di quanto avremmo realizzato e la verifica di quanto non avremmo mai potuto realizzare.
L’era digitale, con l’introduzione del disegno cad 2D e poi 3D, ha fatto sì che i nostri splendidi plastici fossero sostituiti da rendering che per quanto rendano accessibile visivamente la resa estetica di parte del nostro progetto, non ne svelano tutte le parti, anche con più scene rappresentate, viene a mancarne quella percezione tattile capace di scatenare emozioni e sensazioni.

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Già nella definizione di rendering, “rappresentazioni della qualità fisica tramite un processo che identifica un'immagine a partire da una descrizione matematica di una scena tridimensionale interpretata da algoritmi, che definiscono il colore di ogni punto dell'immagine digitale”, si perde l’idea, la poesia, l’arte e l’amore del creare, di veder sviluppata un idea in realtà, in un’opera che va al di la del costruire o dell’abitare.
L’uso della stampa 3d, non dovrebbe limitarsi alla realizzazione di plastici in brevi tempi e costi contenuti, cosa che indubbiamente gioverebbe nei rapporti con i clienti che sarebbero così in grado di comprender la complessità di una sezione, o di una pianta. Ma la stampa 3D, potrebbe esser il mezzo con cui sviluppare idee primordiali, stampando forme semplici magari in una notte, e poi rimodellandole l’indomani per ridefinire le forme.http://www.stampa3d-forum.it/wp-content/uploads/2015/05/BIM-9.jpg
http://www.stampa3d-forum.it/wp-content/uploads/2015/05/BIM-8.jpghttp://www.stampa3d-forum.it/wp-content/uploads/2015/05/BIM-10.jpg Tutto ciò è poi reso ancor più semplice dall’avvento del BIM, Building Information Modeling, definito come “Una rappresentazione computabile delle caratteristiche fisiche e funzionali di una struttura e delle sue informazioni relative al ciclo di vita previsto utilizzando standard aperti per il processo decisionale d’impresa rivolto alla migliore profittabilità”.
Il BIM, è un nuovo modo di progettare, non si parte dalla forma per poi definirne la materia, ma le informazioni sono integrate le une alle altre, in un unico contenitore strutturato in forma di database in cui intervengono diversi elementi, dalle schede tecniche degli impianti ai cicli di vita della struttura; può esser utilizzato da impiantisti, ingegneri strutturali, costruttori,etc. e non ultimi gli architetti.
Il BIM consente di integrare in un modello le informazioni utili in ogni fase della progettazione, da quella architettonica a quella esecutiva, (strutture, impianti, sicurezza, manutenzione, prestazioni energetiche, ecc.) e gestionale (computi metrici, distinte fornitori, ecc.).
La progettazione "BIM oriented" e le realizzazioni di modelli tridimensionali stampati in 3D saranno gli strumenti di un futuro che è già oggi, e che consentiranno ai progettisti notevoli vantaggi in fatto di efficienza e produttività, meno errori, meno tempi morti, meno costi, maggiore interoperabilità, e un controllo più puntuale e coerente del progetto.


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