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Le migliori guide alla stampa 3D, curate dalla redazione di Stampa 3D forum. Guide all'acquisto, guide all'uso, consigli pratici e molto altro.
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I modelli 3D

Pubblicato da stampa3D, in Guide,

I modelli 3D non sono altro che la rappresentazione informatica di un oggetto tridimensionale. La creazione di modelli 3D consiste solamente nella prima fase di una serie di operazioni che andranno a definire l'oggetto finale.
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MODELLI 3D E LO SPAZIO TRIDIMENSIONALE
Rappresentati in tre dimensioni, i modelli 3D sono posizionati all'interno di uno spazio con tre assi X, Y, Z. Ogni oggetto 3D è definito da un numero infinito di punti, ognuno con coordinate proprie X, Y, Z e che, messi uno accanto all'altro, ci permettono di rendere visibile l'oggetto tridimensionale. I modelli 3D sono quindi resi visibili sui nostri schermi (i quali sono rigorosamente bidimensionali) grazie a dei software che, risolvendo complicate formule matematiche, riescono a rappresentare immagini tridimensionali composte da milioni di punti posizionati in un sistema di coordinate cartesiane.
Il sistema di riferimento cartesiano tridimensionale è formato dalle tre rette X, Y, Z perpendicolari tra loro e incidenti in un punto chiamato "origine" o "origine degli assi". L'origine ha sempre coordinate X=0, Y=0, Z=0. I tre assi formano tre differenti piani nello spazio, i piani XY, XZ, YZ, e anche questi saranno utilizzati come riferimenti durante la progettazione dei nostri modelli 3D.
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Esistono due grandi tipologie di modellazione per creare modelli 3D:
la modellazione organica, utilizzata per realizzare forme naturali, umane o creature. Questi oggetti 3D sono caratterizzati da una grande quantità di dettagli e forme morbide e arrotondate che in qualche modo ne esaltano la componente organica; la modellazione geometrica, utilizzata per creare oggetti più tecnici come parti meccaniche o prodotti d'industria. In genere questi oggetti 3D sono di tipo artificiale e vengono modellati seguendo delle forme di base che essendo unite e modificate realizzano  il modello. [gallery td_select_gallery_slide=slide" link="file" ids="3601,3602,3603]
La tipologia del modello 3D da realizzare renderà necessaria la scelta di una tipologia di modellazione in modo da permettere di arrivare al risultato nel modo più semplice e veloce possibile: modellare un corpo umano con software CAD non avrebbe senso, come viceversa non avrebbe senso modellare un pezzo meccanico con software di modellazione scultorea.
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Nuovo anno, corso nuovo: sempre più strutturato e aggiornato! Nel mese di febbraio ti aspettano due giorni interi dedicati alla stampa 3D, impostati sul format di successo già proposto ai corsi tenutosi a Modena e Bologna nel 2018.
 
A differenza dei corsi precedenti, ai quali si potevano iscrivere solamente aziende facenti parte di specifiche categorie merceologiche, l’iscrizione a questo corso sarà aperta a tutte le categorie. Un’occasione che non potrà essere replicata con alta frequenza.
 
Si riparte quindi da Bologna, l' 8 e l' 15 febbraio, con un nuovo corso organizzato in collaborazione con FORMart, che ci offrirà gli spazi e l’appoggio organizzativo, e SI-Design, fidato partner tecnologico che metterà a disposizione stampanti 3D FDM, DLP, materiali di consumo e scanner 3D.

CORSO DI STAMPA 3D @ FORMART BOLOGNA – TEMI TRATTATI
Il corso è finalizzato all’apprendimento dell’utilizzo delle stampanti 3D FDM – Fused Deposition Modeling – e DLP – Digital Light Processing – attraverso la produzione di modelli in tempo reale e lo studio dei parametri di stampa tramite software di slicing. Saranno analizzate una serie di case history di successo, esaminando le tecnologie, i materiali e i processi di produzione utilizzati, arrivando alla definizione di quella che è la toolchain per la stampa 3D di livello professionale. Infine, giusto per non farci mancare niente, potremo vedere insieme l’utilizzo di scanner 3D in funzione del reverse engineering.
 
I contenuti del corso sono studiati per soddisfare le richieste di aziende e professionisti.
 
Temi trattati:


Introduzione alle tecnologie di stampa 3D
Produzione di modelli 3D tramite modellazione e scansione 3D
Materiali utilizzabili
Case History di successo
Software Slicing: parametri di stampa e analisi di casi particolari
Approfondimento tecniche additive FDM e DPL
Toolchain per la produzione e la prototipazione
Tipologia di scanner 3D, software e funzionalità
Il reverse engineering
Per la scelta di una stampante: garanzia di qualità, ricambi, assistenza, ripetibilità della stampa.

CORSO DI STAMPA 3D @ FORMART BOLOGNA – ISCRIZIONI
La quota di partecipazione è di € 300 + iva e il termine per le iscrizioni è fissato in data 07 febbraio 2019. Affretati però, i primi posti sono già stati prenotati!
 
Il corso prevede il ricorso ad esercitazioni ed applicazioni pratiche in laboratorio informatico. Arrivati a termine sarà rilasciato un attestato di frequenza.
 
La sede di svolgimento del corso è FORMart Bologna, via Ronco n.3, Castelmaggiore (BO).

Prenota subito il tuo posto, clicca qui per iscriverti!
Non aspettare, i posti sono limitati!
 
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Filamentive è una nota azienda produttrice di filamenti per stampa 3D FDM. Con sede a Bradford (West Yorkshire, United Kingdom), Filamentive è una di quelle aziende che si batte per dei principi legati all'ambiente: il riclo e la sostenibilità nella produzione di materiali riciclati per la stampa 3D. I clienti dell'azienda anglosassone sono i più disparati e, grazie a ottime campagne pubblicitarie, la società ha potuto stabilizzarsi e crescere, diventando uno dei leader nel mercato dei filamenti per la stampa 3D.
In Stampa 3D forum ve ne parlammo nel 2014, in questo editoriale intitolato "Stampa 3D e il tema del riciclo della plastica". Anche se la stampa 3D risulta essere molto più efficiente a livello di sprechi e rimanenze rispetto i metodi di produzione tradizionali, l'uso di plastica come materia prima può portare a eccessi di scarto e aggiungersi alla quantità di scarti già prodotti dall'industria. Per questo motivo, Filamentive ha deciso di rendere pubbliche le quantità di plastica riciclata utilizzate per produrre ognuno dei suoi materiali riciclati, in accordo con la normativa ISO 14021.
Materiali riciclati - I dati pubblicati da Filamentive
In risposta all'aumento di richiesta di plastica dovuta alla crescita del settore della stampa 3D, Filamentive utilizza alte percentuali di materiali riciclati per produrre i propri filamenti. I rocchetti intorno al quale il materiale viene raccolto il filo sono anch'essi riciclabili, senza escludere il packaging. Come dichiarato sul sito web di Filamentive, quelli che troviamo nella tabella seguente sono i materiali che sono stati valutati secondo la normativa BS EN ISO 14021:2016 – Environmental labels and declarations — Self-declared environmental claims (Type II environmental labelling)
“A causa dell'aumento di uso di stampanti 3D FDM, l'uso della plastica aumenterà, causando un aumento degli scarti. Filamentive è stata fondata per inseguire ideali di sostenibilità ambientale, incentivando l'uso di plastica riciclata nella produzione tramite stampa 3D, decidendo di scontrarsi con il pensiero dell'industria nei confronti della qualità dei materiali riciclati e della sostenibilità a lungo termine”.
Una delle visioni di Filamentive è quindi quella di convincere i consumatori che i materiali riciclati non sono di inferiore qualità. L'azienda si riconosce quindi in una grande sfida a doppio gioco: da un lato quello di riuscire a rendere credibile ed effettivamente sostenibile il recupero di materie già utilizzate; dall'altro quello di raggiungere standard qualitativi sempre più alti, garantendo qualità e performance.
“E' evidente come tutti i consumatori - dagli hobbisti alle grandi aziende - stiano diventando sempre più attenti alle tematiche ambientali. Per questo motivo continueremo a fissarci grandi obiettivi in tema di riutilizzo di materiali di scarto e riciclo dei nostri packaging.” aggiunge Ravi Toor.
Per scoprire tutti i prodotti di Filamentive potete visitare il loro sito web filamentive.com.

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Una storia travagliata, composta da alti e bassi e diversi tentativi di affermarsi sul mercato come leader indiscussa. E' questa la premessa che ci porta a presentarvi Makerbot Method, la nuova stampante 3D che verrà commercializzata dall'azienda americana nei prossimi mesi. Un prodotto professionale, che garantisce alte prestazioni e che intende colmare il gap tra la stampa 3D desktop e quella industriale lasciato in sospeso dal 2016, anno in cui Makerbot presentò i modelli Plus e lo SmartExtruder.
 


Makerbot Method - Una stampante 3D dotata di brevetti Stratasys
E' dal 2016 che non sentiamo parlare di Makerbot, La struttura in metallo, ottimizzata sulle geometrie della macchina, garantisce rigidezza durante la fase di produzione. La camera chiusa è dotata di un sistema di riscaldamento a circolare, il quale mantiene costante la temperatura limitando ritiri e deformazioni. Il sistema di riscaldamento della camera, si aggiunge al piano riscaldato.
 


Makerbot Method - Elettronica e sensori fanno da padrone
La testa di stampa presenta due estrusori, entrambi dotati di tanta elettronica. Makerbot introduce una serie di sensori che permettono di tenere alta la qualità della stampa, rilevando eventuali blocchi di materiale o la fine della bobina. Hot-end allungato, velocita di riscaldamento accelerata, coppia spingente migliorata con rapporto 19:1. Chiaramente, uno dei due estrusori potrà essere usato con il materiale idrosolubile Makerbot.
 

 
Le bobine di materiale vanno inserite nell'apposito alloggiamento che si trova alla base della macchina. I materiali resteranno protetti e asciutti grazie a una serie di sensori che tengono sotto controllo anche l'umidità, proprio come nelle stampanti 3D industriali. E ancora, materiali tecnici testati per dare la certezza di dormire sonni tranquilli nelle notti di fabbricazione.

Makerbot Method - Specifiche tecniche






 
Risoluzione: Range: 20 - 400 microns
Max Material Flow Rate: ~50 mm3 per sec
Print Head Travel Speed: Up to 500 mm per sec
 
Modalità di stampa ottimizzate
100 microns - High Quality Print Mode
200 microns - Balanced Print Mode
 
Volume di stampa
19 L x 19 W x 19.6 H cm / 7.5 x 7.5 x 7.75 singolo estrusore
15.2 L x 19 W x 19.6 H cm / 6.0 x 7.5 x 7.75 doppio estrusore






 
Struttura
Aluminum Die Cast Base
Extruded Aluminum Uprights
Steel Weldment Gantry Frame
 






 
Controllo della temeperatura
Circulating Heated Chamber
 










 
Peso: 29.5 kg / 65 lbs
 












 
Piano di stampa: metallo flessibile rutilizzabile



 
Display: 5" Full-Color Capacitive Touch Screen
 






 
Fotocamera interna: 640 x 480 pixels
 




























 
21 sensori, tra cui:
 









 
Camera di stampa:
Temperature
Humidity Control
Material Detection
RFID
 










 
Estrusori:
Temperature
Material Detection
Encoder (Jam Detection)

 










 
Stampante:
Lid – Open/Closed
Door – Open/Closed
Temperature Sensors – Heated Chamber
Calibration Sensors
 

















Makerbot Method è in prevendita al costo di $ 6.499. Se sei interessato a vederla dal vivo, contatta i nostri amici di Juno Design, venerdì 14 alle 15:00 sarà presentata al pubblico in anteprima europea presso la loro sede di Borgo Panigale. Attenzione, i posti sono limitati!
 
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Le migliori stampanti 3D economiche del 2018, la nostra guida al risparmio.
 
Le migliori stampanti 3D del 2018 - Tutte le tecnologie in una sola guida.
 







Roberto Coppa
Il mondo della stampa 3D è più accessibile di quanto si possa pensare. A patto di spendere più tempo in calibrazioni e manutenzioni, chiunque ormai può cimentarsi nella prototipazione rapida. Dopotutto, scegliere come primo acquisto una stampante 3D economica può avere anche dei vantaggi. Molto spesso infatti, le macchine di fascia bassa sono anche quelle più semplici a livello costruttivo, solitamente sono anche vendute in kit; ciò significa che hanno un grande valore a livello didattico. Sarà più semplice apprenderne il funzionamento e capire i fondamentali della tecnologia, ottenendo una migliore consapevolezza in un futuro acquisto di una macchina più costosa.
 
Come da tradizione, abbiamo selezionato per i nostri lettori quelle che secondo noi sono le migliori stampanti 3D economiche del 2018. Appena in tempo per consigliarvi qualche alternativo regalo di Natale!

Le migliori stampanti 3D economiche del 2018 - Lista completa

CETUS 3D

 
La Cetus 3D è una stampante che fa del minimalismo il carattere principale. Si monta in 5 minuti e con solamente 9 viti, ha una struttura cantilever ed elettronica racchiusa totalmente nel box sotto al piatto. Tanto scarna da non avere un display, ma compensa con la connettività wifi. La calibrazione del piatto è elettronica e, come tutto il processo di stampa, viene gestita dal software proprietario. L’ultima versione, la MK3 è venduta tra i 350 e i 450€ a seconda del modello base o extended; la prima ha un volume di stampa di 180x180x180 centimetri, mentre la versione più grande ha una altezza su asse Z aumentata a 280 millimetri. La trovate su Amazon.

CREALITY ENDER 3

 
Costruita sul modello Prusa, è una stampante che offre un piano riscaldato, volume di stampa di 220 x 220 x 250 millimetri, display lcd ad un prezzo che scende spesso sotto i 200€ anche negli store italiani. Viene venduta in kit e può essere montata facilmente in circa un’ora. La calibrazione del piatto va fatta manualmente e molto spesso, ma con la giusta calibrazione può tirare fuori modelli degni di nota. In vendita su Amazon al costo di 210€.

CREALITY CR-10S

 
Sorella maggiore della Ender 3, è anch’essa tra le più vendute dell’ultimo periodo. È frutto di molte evoluzioni: è partita dalla CR-10 base per poi arrivare al modello S risolvendo i problemi del modello precedente. È stato aggiunto un secondo motore sull’asse Z e il sensore di fine filo. Il piatto è riscaldato e presenta il sistema di estrusione è di tipo bowden. Per la fascia di prezzo che occupa, con un costo di circa 500€, ha un volume di stampa molto elevato. Si può stampare infatti per un volume massimo di 300 x 300 x 400 millimetri. Esistono più modelli di CR-10S con volumi maggiori, ma crescendo con le dimensioni, piatto e struttura soffrono maggiormente di problemi di stabilità e allineamento. Oltre questi, l’opzione CR-X, il modello a doppio ugello. In vendita su Amazon.

ANYCUBIC PHOTON

 
Photon di Anycubic è una DLP tra le più economiche, è possibile acquistarla tra i 400 e i 500 €. Ha risultati estremamente migliori di una FDM ma con tutti i contro di lavorare con le resine, compresi i costi delle stesse. Il design è molto compatto e il volume di stampa è modesto, di 115 x 65 x 155 millimetri, ma in linea con altre macchine di analoga tecnologia. Venduta sempre attraverso Amazon, che assicura una spedizione veloce. Consigliata agli amanti dei gioielli e delle miniature.

LUMIPOCKET LT

 
LumiPocket LT non è solo una stampante a resina. Con circa 400 € avremo anche un’incisore laser e fotoincisore per circuiti, ne abbiamo parlato in questo articolo. È una azienda tutta italiana ed il progetto è stato un successo su kickstarter. Ideale per i maker tuttofare, permette grandi possibilità nelle lavorazioni. Il suo essere ‘pocket’ la limita nel volume di lavoro, che risulta di 60x70x50 millimetri.

ANET A8

 
È diventata col tempo una delle stampanti 3D più diffuse proprio grazie al suo prezzo che supera di poco i 100€. Ricalca anch’essa il progetto della Prusa, ma con componentistica essenziale e modesta. Risulterà non semplice ottenere dei buoni risultati da una macchina con così poche pretese. Risulta comunque una stampante che con una piccola spesa ci permetterà di sperimentare e imparare a conoscere la stampa 3D. Ha un volume di stampa di 220x220x240 millimetri. Su Amazon è disponibile la versione originale, oltre che una serie di cloni.

GEEETECH I3 PRO

 
Analogo discorso per la Geeetech I3 Pro: la qualità costruttiva lascia spazio alla semplicità. Sono molte le cose in comune con la Anet tra cui il telaio. In questo caso, con qualche decina di euro in più a seconda delle configurazioni (circa 170€), la Geeetech guadagna il piano riscaldato ma con delle dimensioni di stampa leggermente più contenute: 200 X200 X 180 millimetri. Disponibile anche in versione con doppio estrusore. Acquisto veloce tramite Amazon.

PRUSA i3 MK3

 
Se parliamo di repliche, è impossibile non citare la Prusa originale, ovvero il modello che ha dato il via a questo progetto vincente. Il prezzo è superiore, ma tutto ciò si riflette nella qualità si stampa. Il merito è dei vari upgrade accumulati negli anni e nella generale qualità costruttiva. Il nozzle E3D V6, la meccanica di precisione, piatto riscaldato, ventole Noctua e sensore di livellamento del piano sono solo alcune delle caratteristiche di spicco di una stampante che nel complesso da sempre la sicurezza di una stampa riuscita e di ottima qualità. Il modello MK3, l’ultimo, è venduto ad un prezzo di 769€ per il modello in kit e 999€ per rispettivamente a 619€ o 919€.

M3D MICRO+

 
La M3D Micro+ ha l’approccio opposto rispetto alle cinesi open source. La stampante punta tutto nel costruire un’esperienza di stampa plug and play, ovvero acquista la stampante ed inizia a creare. Ideale per chi vuole spendere poco ed ottenere risultati con poco sforzo. Ci si concentra solo nel processo di stampa, anche grazie allo slicer proprietario che potremmo definire limitato o semplice, a seconda dei punti di vista. È comunque possibile utilizzare slicer di terze parti. È compatta e con un volume di stampa molto modesto, appena 10,9x11,4x11,6 centimetri circa. Solitamente venduta a circa 300€, ora in sconto a 175€.

BEEVERYCREATIVE BEETHEONE

 
Lo stesso principio della M3D lo possiamo trovare nella Beetheone, dedicata appunto ad un pubblico consumer. A differenza della stampante statunitense troviamo un piatto più grande (190 x 135 x 125 millimetri) non riscaldato Tutto, compresa la bobina di filamento, è integrato nel design semplice e pulito. È dotata di funzione di pausa della stampa. Beeverycreative vende la sua stampante a circa 1500€.
 
Che cosa aspetti? Ora che conosci le migliori stampanti 3D economiche del 2018 non ti resta che sceglierne una ed entrare nel mondo della stampa 3D!
 
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Roberto Coppa

Le migliori stampanti 3D del 2018

Pubblicato da Roberto Coppa, in Novità,

Siamo in procinto della fine dell'anno ed è quindi arrivato il momento di tirarne le somme. Il 2018 della stampa 3D ci ha messo di fronte a una serie di nuove interessanti proposte che, insieme ad alcune delle ottime macchine già in commercio, stanno davvero portando il mercato della stampa 3D verso una nuova direzione.
 
È per questo motivo che, ogni anno, noi di Stampa3Dforum raccogliamo una lista delle migliori stampanti 3D in commercio: una selezione delle macchine che si distinguono dal resto del mercato per innovazione, qualità costruttiva e prestazioni.
 
Senza avere l'intenzione di fare una classifica, siamo quindi andati alla ricerca di quei modelli che si fanno notare nel proprio ambito di utilizzo, andando a coprire tutte le tecnologie di stampa 3D più conosciute e aggiungendo brevi ed esaustive descrizioni dei prodotti.
Cosa aspettiamo allora, avanti con la lista delle migliori stampanti 3D del 2018!

MARKFORGED MARK TWO

 
La Mark Two è l’unica desktop di Markforged in grado di stampare sia fibra di carbonio che vetroresina, ma anche Kevlar, e Onyx. Ha un ecosistema che va dal software al materiale (proprietari) per ottenere i migliori risultati grazie al pieno controllo nell’intero processo. Una macchina costruita per ottenere prototipi e pezzi pronti all’uso con una definizione di 100 micron. L’interfaccia è di tipo touch e la stampa è gestita dallo slicer Eiger.
 
Sei interessato a materiali tecnici e metallo? Leggi anche:
 
Markforged Metal X, stampante 3D a metallo a basso costo
 
Markforged MarkOne, la prima stampante 3D a fibra di carbonio

ZORTRAX M200 PLUS

 
Zortrax si è pian piano ritagliata la sua fetta del mercato FDM grazie alla solidità e alle prestazioni delle sue macchine. La M200 ha aperto la strada per le sue evoluzioni: la più grande M300, normale e Plus, e la M200 Plus. Quest’ultima, come tutta la gamma a fusione di filamento, è una stampante costruita per essere pronta all’uso. È forse il modello più completo della categoria, integra infatti molte raffinatezze che costruiscono una esperienza d’uso senza compromessi: piano riscaldato microforato, livellamento del piatto automatico, videocamera per monitorare le stampe e sensore di fine materiale.
 
Cosa pensa la nostra community della Zortrax M200? Leggi qui!

ROBOZE ONE +400 XTREME

 
Roboze ha appena ampliato la sua offerta con la nuova serie Xtreme presentata al Formnext di Francoforte. Ne parliamo in questo articolo. Le nuove stampanti 3D fanno della costruzione il principale punto di forza, con un nuovo sistema di movimento beltless che porta la precisione di movimento a 15 micron. Le elevate temperature raggiungibili (500 gradi per l’estrusore e 180 gradi per il piano) consentono l’uso di materiali tecnici. Roboze per questo offre Carbon Peek, Carbon PA, Glass PA e altri polimeri ad alte prestazioni.
 
Leggi l'articolo completo su Roboze Xtreme

PRUSA MK3

 
È il modello che ha generato il maggior numero di repliche di altri produttori, grazie alla sua natura open source e al grande rapporto prestazioni/prezzo. Ha una meccanica molto semplice ma ogni parte della struttura è studiata e si è evoluta nel tempo per avere la maggiore efficacia con il minor peso ed ingombro, per mantenere la macchina tra le più performanti nella fascia bassa del mercato.

ULTIMAKER 3 e S5

 
Anch’essa ormai da tempo tra le stampanti più conosciute del panorama. Affidabilità e prestazioni alla base con un prezzo più alto dei diretti competitor. Ma guardando con attenzione la macchina si comprende come possa essere giustificato. L’ingegnerizzazione di elementi come il sistema di ugelli intercambiabili denota la cura e lo studio del dettaglio. Ampia gamma di filamenti proprietari ma con la possibilità di caricarne di terze parti. La Ultimaker 3 risulta una ottima macchina disponibile anche nella sua versione Extended con una altezza di stampa ampliata a 300 millimetri.
 
Ultimaker S5: prime considerazioni e scheda tecnica

FORMLABS FORM 2

 
Passando alla tecnologia SLA non possiamo non chiamare in causa la Formlabs Form 2. Regina della classe, può contare in una ampia gamma di resine tecniche ed una risoluzione massima di 25 micron, anche per la produzione di pezzi finiti. Per il lavaggio e la fotopolimerizzazione post-stampa, Formlabs ha prodotto Form Wash e Form Cure, creando un intero ecosistema di stampa 3D professionale.
 
Video - Presentazione materiale ceramico per la Formlabs Form2

SINTERIT LISA

 
Sinterit Lisa è una stampante SLS compatta e performante. Rende di semplice utilizzo ciò che di base non lo è. Una ottima macchina che porta al target desktop la stampa a polveri, unica nel panorama 3D per i vantaggi di stampa senza supporti. Lisa ha un volume di stampa di 150 x 200 x 150 millimetri. Ne abbiamo parlato in modo completo qui.

DESKTOP METAL

 
Una rivoluzione, quella della stampa 3D in metallo, dove troviamo Dekstop Metal in prima fila a tirare il mercato. L'azienda americana propone un sistema a estrusione di un materiale che contiene polveri di metallo. Il pezzo, una volta prodotto, viene rifinito e sinterizzato, seguendo altri due step di lavorazione. In questo modo, il materiale legante viene sciolto e il metallo assume solidità.
 
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Metallo, materiali tecnici e, perché no, anche un po' di colore. E' proprio quest'ultimo l'elemento presentato da Mimaki al Formnext 2018: la stampa 3D full color trova una rinnovata spinta.
 
“La gamma e la vivacità dei colori, insieme a una resa cromatica particolarmente precisa, aprono la strada a nuove entusiasmanti opportunità applicative”, afferma Bert Benckhuysen, Senior Product Manager di Mimaki. “Le carnagioni dei visi, ad esempio, le cui minime variazioni di tonalità possono essere facilmente percepite dall'occhio umano, vengono riprodotte con qualità fotorealistica, dal momento che la stampante rispecchia l'accuratezza del dispositivo di scansione con assoluta precisione. Con 3DUJ-553 gli sviluppatori di prodotti che necessitano di rappresentazioni puntuali dei propri progetti sono in grado di ottenere gradazioni cromatiche estremamente uniformi riducendo la granulosità. Inoltre, è possibile creare speciali colori spot per soddisfare anche le più esigenti richieste dei brand”.

Stampa 3D full color - Mimaki presenta il modello 3DUJ-553

 
La stampante full-color 3DUJ-553 è in grado di riprodurre oltre 10 milioni di combinazioni cromatiche in strati sottilissimi da 19, 32 o 42 micron garantendo risultati precisi e ripetibili grazie all’esclusivo sistema di gestione dei profili ICC messo a punto da Mimaki. L'azienda ha sviluppato anche una resina ottimizzata per la creazione di effetti trasparenti e semitrasparenti ancora più ricercati. Lo speciale materiale di supporto idrosolubile, inoltre, consente la realizzazione di design complessi e dettagliati e può essere lavato via facilmente riducendo i tempi di produzione e gli scarti.
 
I modelli 3D stampati con tecnologia Mimaki assicurano una rigidità equivalente alla plastica ABS. Sono realizzati con teste di stampa a getto di inchiostro, resine acriliche polimerizzate istantaneamente tramite lampade UV e sono creati direttamente sul vassoio di costruzione con dimensioni fino a 500 x 500 x 300 mm. La stampante 3DUJ-553 può essere utilizzata da remoto oppure direttamente tramite il monitor touch screen, mentre il software integrato Mimaki 3D Link consente di gestire i cambi colore con estrema semplicità.
 
“Le eccellenti prestazioni garantite da 3DUJ-553 in termini di stampa inkjet, tecnologia UV Led e gestione del colore sono strettamente connesse all’eccezionale know-how di Mimaki in ambito di stampa 2D”, spiega Benckhuysen. “Un’expertise che si è rivelata fondamentale anche per lo sviluppo di un sistema di circolazione dell'inchiostro in grado di assicurare massimo uptime, affidabilità e operatività. Di estrema importanza, inoltre, i costanti investimenti di Mimaki in R&D, oltre al valore aggiunto di un’ottima un’assistenza tecnica, di un servizio clienti e di una forza vendite in continua espansione”.

 
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A distanza di qualche giorno dalla chiusura del Formnext 2018, possiamo constatare senza dubbio che l'additive manufacturing professionale e industriale si sta muovendo a grande velocità. Sempre più interesse va nei confronti della stampa 3D a metallo: lo dimostra la grande attenzione riposta dai grandi player internazionali. Tra questi, Stratasys si presenta in prima linea con una tecnologia chiamata “Layered Powder Metallurgy” (LPM ™), progettata per rendere la produzione di parti metalliche più veloce, facile ed economica partendo dalla stampa 3D in alluminio.
 

 
Layered Powder Metallurgy è progettata per unire la potenza della fabbricazione additiva alla produzione di pezzi metallici a cicli brevi, migliorando l’efficienza e riducendo i costi utilizzando leghe standard della metallurgia delle polveri (Powder Metallurgy).
 
“Abbiamo notato che gli attuali approcci alla stampa 3D di parti metalliche lasciano molto a desiderare: lavorazioni di finitura post-stampa lente, rimozione dei supporti estremamente complicata, tempi di rifinitura e smerigliatura troppo lunghi. Considerando inoltre i costi elevati delle polveri necessarie per la fabbricazione additiva, la realizzazione di ogni singola parte risulta costosa, con un conseguente TCO difficile da giustificare”, spiega Rafie Grinvald, Direttore della gestione e del marketing dei prodotti di Stratasys. “La nostra nuova piattaforma è stata progettata per trasformare l’attuale panorama della fabbricazione additiva di metalli, presentando un’alternativa praticabile ai metodi di produzione tipici, e aiutare i clienti a ridurre drasticamente i costi di creazione di parti metalliche di produzione affidabili e coerenti per applicazioni con cicli brevi.”
 

 
Sviluppata internamente negli ultimi anni, la piattaforma Layered Powder Metallurgy di Stratasys unisce tecnologia a getto proprietaria e metallurgia delle polveri di uso comune, iniziando con l’offerta di polveri di alluminio. La soluzione comprende un processo di produzione additiva in 3 fasi che combina la metallurgia delle polveri tradizionale con la robusta tecnologia a getto di inchiostro PolyJet ™ di Stratasys. Il processo prevede la stampa di margini con inchiostro termico proprietario, erogazione e diffusione della polvere, infine compattazione dello strato di polvere per ottenere alta densità e restringimento controllabile.
 
Il risultato finale è destinato a essere economicamente competitivo rispetto al costo per parte e alla produttività, con post-elaborazione facile da implementare e qualità delle parti elevata. La tecnologia Layered Powder Metallurgy cerca di soddisfare direttamente le esigenze dei clienti che richiedono la produzione di parti in serie pilota, la produzione in scala ridotta durante il periodo di lancio e di fine del ciclo di vita del prodotto, nonché parti personalizzate, complesse e leggere al tempo stesso. L’offerta è ideale per mercati come quello automobilistico, aerospaziale e della difesa.
 
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stampa3D
Dal 13 al 16 novembre si terrà il Formnext, uno degli eventi europei più importanti per le tecnologie additive industriali, ed è proprio in questo contesto che EOS introdurrà sul mercato due importanti novità.
 
In primis si parla di una rivoluzionaria tecnologia per l’Additive Manufacturing dei polimeri: con quasi un milione di laser a diodo per la fusione del materiale, che realizzano il componente uno strato dopo l’altro, questo processo di costruzione è così produttivo che può rappresentare una valida alternativa allo stampaggio a iniezione per molte applicazioni. In secondo luogo, EOS presenterà il più recente sistema EOS M 300-4 come base per una cella di produzione in serie con materiali metallici.
 
Che materiali si possono usare con la stampa 3D? Leggi la nostra guida!

Tecnologia EOS LaserProFusion: la stessa produttività dello stampaggio a iniezione

Con la nuova tecnologia LaserProFusion, EOS presenta un sistema pensato per assicurare la massima produttività. Con quasi 30 anni di esperienza nel campo dell’Additive Manufacturing, EOS ottimizza continuamente l’interazione tra i materiali in polvere e i laser destinati alle applicazioni industriali. Invece del processo di sinterizzazione laser utilizzato fino ad oggi, con un unico laserCO2 in movimento lungo l’intera area di stampa, questa nuova tecnologia utilizza fino a un milione di laser, in grado di generare un’uscita totale massima di 5 kilowatt. Per ogni strato, vengono attivati solo i laser a diodo che corrispondono ai dati CAD della parte, a livello di singolo pixel. La nuova tecnologia riduce significativamente i tempi di esposizione, indipendentemente dal numero di parti e dalla relativa geometria.


“Con la tecnologia LaserProFusion, stiamo ottenendo un nuovo livello di produttività nella stampa 3D industriale di polimeri per la produzione in serie. Si tratta di una tecnologia che può rappresentare un’alternativa allo stampaggio a iniezione in molte applicazioni, oltre a rendere possibile lo stampaggio a iniezione senza utensili. Questo renderà la stampa 3D industriale molto interessante per un mercato completamente nuovo in futuro.”
Tobias Abeln, Chief Technical Officer (CTO) di EOS



EOS M 300-4 come base per una cella di produzione AM

Nel corso di formnext, EOS illustrerà l’interazione delle proprie soluzioni software e hardware attraverso una cella di produzione per la stampa 3D industriale di materiali metallici. Questa cella integra tutte le soluzioni essenziali per un flusso ottimale di componenti e dati in ogni fase della produzione AM, inclusi il design, il processo di creazione e il controllo qualità. In tal modo, EOS soddisfa i rigorosi requisiti per la produzione in serie tramite Additive Manufacturing ed è in grado di fornire alle aziende una gamma completa di soluzioni da un’unica fonte.

Prima del processo di creazione AM, il software Amphyon di Additive Works simula la produzione dei componenti, evidenziando e ottimizzando le aree potenzialmente problematiche della parte fin dalle fasi iniziali. A questo si affianca lo strumento CAM intuitivo, aperto e produttivo EOSPRINT 2.

Clicca qui per leggere la nostra guida dedicata al software CAM Cura Ultimaker.

Entrambe le soluzioni consentono agli utenti di preparare efficacemente i dati dei componenti per il processo di creazione. Un ulteriore vantaggio è che gli algoritmi di EOSPRINT 2 possono essere integrati direttamente nei principali sistemi CAD. Questo consente un flusso di lavoro senza interruzioni e collegato in modo associativo in un ambiente software uniforme.


EOS M 300-4, il più recente sistema per l’Additive Manufacturing digitale industriale di materiali metallici, è l’elemento centrale della cella di produzione in esposizione. Il sistema offre una produttività fino a 10 volte superiore, garantendo al tempo stesso la creazione di componenti di qualità industriale. La piattaforma è configurabile con EOSTATE Monitoring-Suite per il monitoraggio in tempo reale del processo di produzione AM. Questa capacità di effettuare il controllo qualità durante il processo di creazione è significativa, in particolare nella produzione su larga scala, poiché una qualità elevata e riproducibile delle parti è assolutamente essenziale.
La fiera formnext si terrà a Francoforte sul Meno dal 13 al 16 novembre 2018. Con lo slogan “Start your industrial production now”, EOS presenterà il proprio portfolio di sistemi e soluzioni software per l’Additive Manufacturing, nonché i materiali e un’ampia gamma di servizi e consulenza, presso lo stand G50 nel padiglione 3.1.
 
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stampa3D
Da sempre Roboze ha puntato a differenziarsi dal punto di vista tecnologico. Lavorando nel settore della stampa 3D FFF - estrusione di materiale - e dovendo competere con una grande quantità di piccoli e grandi competitor, l'azienda barese ha sempre puntato a rialzo: migliori meccaniche grazie al sistema Beltless, migliori prestazioni, più materiali (come PEEK e CARBON PEEK). Oggi Roboze annuncia il potenziamento delle proprie soluzioni, presentando la gamma di stampanti 3D Xtreme.
 
Non conosci le tecnologie di stampa 3D? Leggi la nostra guida!
 
Dopo la presentazione nel novembre scorso di Argo 500, avanguardia tecnologica in grado di stampare parti finite in 500 x 500 x 500 mm con materiali ad alte temperature e caricati fibra carbonio, Roboze fa un altro passo in avanti: presenterà al Formnext 2018 la nuova serie Xtreme, composta dai sistemi di manifattura additiva desktop/production Roboze One Xtreme e Roboze One+400 Xtreme.

Roboze Xtreme - Le novità che vedremo a Francoforte
La prima novità è sicuramente nel design: la nuova cover, oltre a donare un tocco estetico elegante e un impatto visivo armonioso, è in lamiera e progettata per migliorare la robustezza delle macchine e ridurre la manutenzione. Questa caratteristica rende le stampanti Xtreme di Roboze perfette per essere utilizzate in tutti gli spazi in quanto non ingombranti ed estremamente silenziose.
 
Il Beltless System in questa nuova linea desktop/production subisce un’evoluzione: le cremagliere vengono lavorate con nichelatura chimica, che permette di aumentare la resistenza alla corrosione e all'usura e di ridurre l'attrito di contatto tra cremagliera e pignone , con il vantaggio di aumentare la velocità di stampa.
 

 
“La forte collaborazione tra tutti i membri del team R&D di Roboze ci ha permesso di progettare questo nuovo sistema che migliora il precedente garantendo una maggiore vita utile della macchina”, afferma l’Ing. Rocco Maggialetti, capo della progettazione meccanica di Roboze.
 
Altra novità è rappresentata dal nuovo sistema di sensoristica avanzata costituito da:


Endstop ottico/touch-less che riduce le problematiche tipiche degli endstop meccanici garantendo minori interventi di manutenzione;
Encoder sui motori per un controllo a loop chiuso del sistema di funzionamento che monitora il processo di stampa ed elimina definitivamente il rischio di fallimento delle stampe, incrementando cosi i livelli di produttività delle macchine;
Endstop finalizzato al livellamento del piano semi-automatico;
Connessione USB e WiFi.
Inoltre, le nuove stampanti Roboze Xtreme presentano l’innovativo Support System Cabinet (SSC), un armadietto di supporto progettato per lo scarico delle vibrazioni macchina che, oltre a presentare uno spazio dedicato al controllo delle temperature dei materiali, permette lo stoccaggio delle bobine per preservarle da agenti atmosferici. All’interno di questo sistema è anche alloggiato il Vacuum Box per la generazione del vuoto.
 
Il sistema del piano del vuoto, come nella Roboze One+400 e nella Argo500, è presente in entrambe le soluzioni Roboze Xtreme e garantisce perfetta adesione al piano di stampa e maggiore planarità dei primi layers, semplificando e velocizzando le operazioni.

Roboze Xtreme e l'ingegneria dei materiali
Sotto l’aspetto dei materiali - qui la nostra guida - le nuove soluzioni Xtreme di Roboze offrono maggiore versatilità con un portfolio incrementato da ben quattro nuovi materiali rispetto alle precedenti versioni: Glass PA, PP, Carbon PP e Carbon PEEK, quest’ultimo disponibile solo sulla Roboze One+400 Xtreme e già presente sulla Argo500 della serie production.
 
Glass PA - è una poliammide caricata con sfere di vetro, la quale presenta proprietà meccaniche migliorate e minore assorbimento dell’umidità rispetto alla poliammide standard, garantendo elevata stabilità dimensionale. Inoltre è anche un buon isolante elettrico.
 
PP, polipropilene - rappresenta il polimero commodities più utilizzato soprattutto in applicazioni per oggetti di uso comune e componentistica automotive, grazie alle sue caratteristiche di elevata resistenza agli urti, all’abrasione, agli agenti chimici ed è dotato di eccellenti proprietà isolanti elettriche.
 
Carbon PEEK - aggiunge una maggiore stabilità termica e proprietà meccaniche rispetto alle straordinarie prestazioni del PEEK.
 
Carbon PP - anch’esso perfetto per applicazioni di automotive perché garantisce le stesse prestazioni del PP con l’aggiunta dei vantaggi offerti dalla fibra di carbonio. Il Carbon PP, grazie alla fibra di carbonio, fornisce un livello di resistenza incrementata del 25% rispetto al PP.
 

 
“Le nuove soluzioni Xtreme, frutto di un intenso lavoro da parte di tutto il team Roboze, ha permesso oggi di creare una nuova linea di sistemi in grado di soddisfare le più estreme esigenze dei nostri clienti, offrendo maggiore versatilità nei materiali e accuratezza delle stampe, nonché migliori prestazioni. Abbiamo riscritto la storia della stampa 3D e il Formnext 2018 rappresenta la migliore vetrina per raccontarla ”, conclude Alessio Lorusso, CEO & Founder di Roboze.
 
Non ci resta che attendere il 13 novembre e la Fiera Formnext 2018 di Francoforte sul Meno, stand C78- padiglione 3.1: vi terremo aggiornati su tutti i dettagli!
 
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Roberto Coppa
Liquid Printed Pneumatics è il nome del progetto a cui stanno lavorando il laboratorio di ricerca MIT Self Assembling Lab e BMW. Assieme stanno elaborando nuove soluzioni per gli interni delle automobili di nuova generazione. Il progetto, ancora in fase di sperimentazione, propone spunti interessanti per capire come, in futuro, la materia che comporrà gli abitacoli sarà in grado di adattarsi alle esigenze rispondendo a stimoli esterni.

La tecnologia scelta da BMW: stampa 4D per le proprie automobili
Il concetto base che permette questo è la stampa 4D, tema che abbiamo già trattato in questo articolo. Sostanzialmente, gli oggetti stampati hanno delle capacità dinamiche, possono quindi cambiare forma. Questo non in modo casuale, perché il modo in cui questi si comportano dopo la stampa può essere progettato, adattando forma e i materiali.
 

 
In questo caso gli oggetti sono dei dispositivi pneumatici, ovvero meccanismi che agiscono grazie allo stimolo di pressione di un fluido. Sono dotati di una o più camere grazie alle quali ognuna di queste determina due possibilità di movimento. La sottrazione o l’immissione di un fluido permettono all’oggetto di comprimersi o estendersi. La combinazione di più movimenti in un oggetto permette trasformazioni multiple.
 
Il MIT mostra più esempi dove gli elementi compiono movimenti differenti a seconda della loro forma. Le parti sottili subiscono una deformazione maggiore di quelle spesse. Sfruttando questo principio i movimenti possono essere previsti in fase progettuale posizionando opportunamente il materiale.
 

 
La tecnologia utilizzata dal laboratorio dell’università del Massachusetts si chiama Rapid Liquid Printing. È un metodo di stampa estremamente rapido che sfrutta un fluido più denso dell’aria (in questo caso un gel) come ambiente di stampa. In questo modo il materiale depositato non cade sotto il suo stesso peso ma rimane nel punto in cui viene estruso. Questo permette la stampa 3D di elementi complessi senza problemi per le parti a sbalzo, dove il limite dimensionale risiede solo nella vasca di stampa.
 

 
Nello specifico, Liquid Printed Pneumatics è solo un concept che mostra le capacità di questa tecnologia. In futuro questi smart objects potranno essere impiegati per rendere più confortevoli i veicoli adattandosi ai nostri bisogni. Staremo quindi a vedere come BMW porterà la stampa 3D all’interno delle sue auto e in che modo potranno incrementare il comfort dei nostri viaggi. Il progetto sarà mostrato il 4 Novembre 2018 al V&A Museum di Londra come parte della mostra ‘The Future Starts Here’.

Roberto Coppa
Si è conclusa domenica l'edizione 2018 della Maker Faire Rome, tra conferme e novità. Un'edizione senza dubbio riuscita, che ha visto una grandissima partecipazione di un pubblico vario. Come vi avevamo anticipato nell’articolo di anteprima, la stampa 3D ha avuto un ruolo centrale, comparsa in tutte le sfaccettature e con modelli di macchine per ogni portafoglio.
 
Come tutti gli anni, a distanza di qualche giorno dalla chiusura, giunge per noi il momento di fare un bilancio dell’evento, con l'obiettivo di risaltare cosa ha maggiormente lasciato il segno per ogni categoria merceologica e quali sono i prodotti che più ci hanno colpito.

Stampanti 3D FDM - Maker Faire Rome 2018
Proprio quando sembra ci sia poco ancora da innovare nel campo delle stampanti a fusione di filamento, arriva puntuale il produttore in grado di aggiungere qualcosa di interessante. WreckLab è una piccola realtà che, oltre che produrre stampanti delta tradizionali, ne fabbrica una molto particolare. La differenza sta nel telaio, la cui parte superiore viene ruotata e le barre prima verticali assumono una forma a traliccio. Una modifica che ne irrigidisce la struttura senza stravolgerne il funzionamento.
 

 
Robot Factory, altra italiana, mostra la sua macchina che stampa a 45 gradi e con l’asse Y a rullo e quindi infinito. Tra le conferme c’è invece la presenza di WASP, che porta in fiera linea delle stampanti clay (argilla) per la felicità di grandi e piccoli maker, mostrando le possibilità di lavorazione con workshop dedicati.

Stampanti 3D a resina - Maker Faire Rome 2018
La prossima volta che visitate un museo, portate con voi una luce UV - alcuni dei reperti storici che vi circondano potrebbero nascondere indizi che rivelano l’uso di moderne tecnologie di restauro, inesistenti fino a pochi anni fa. Grazie alla collaborazione tra Formlabs e l’Opificio delle Pietre Dure di Firenze è stato possibile il restauro marmi, stucchi e intagli lignei con una precisione estrema, altrimenti difficilmente ottenibile con altri processi.
 

 
Parliamo sempre di resine cambiando però approccio, perché Lumi Industries promette di rendere portatile questa tecnologia. La New Lumifold TB infatti è studiata per funzionare con un tablet come fonte di luce per polimerizzare. Studiata a misura di iPad mini ma compatibile con dispositivi di dimensioni anche minori. Prusa fa il suo esordio nel campo con la SL1 mentre la fiorentina Kentstrapper rinnova la sua Aura. Poi XFAB e molti altri.

Filamenti - Maker Faire Rome 2018
Tra i filamenti più innovativi troviamo quelli di RadChemLab, team del laboratorio di chimica dell’Università di Pavia. Sono infatti riusciti a produrre filamenti a base di PLA con una componente di funghi o addirittura con cellulosa estratta dai mozziconi di sigarette. Altri come il FabLab di Caserta hanno portato filamenti caricati a scarti della lavorazione di birra, caffè o canapa.

Resina speciali - Maker Faire Rome 2018
Di resine speciali ne esistono a decine: dalle gommose alle calcinabili, fino a quelle resistenti ad alte temperature. Ma ancora l’Università di Pavia si distingue in modo sorprendente producendo una resina composta per il 60-70% di olio vegetale esausto. Il prodotto finito ha una colorazione che varia dal giallo all’arancio a seconda della varietà di olio utilizzato (girasole, colza, ecc…) e una consistenza gommosa, che può comunque essere modificata additivando opportunamente la resina. Il materiale è ad oggi in fase di brevetto.
 


Estrusori - Maker Faire Rome 2018
In più stand abbiamo visto estrusori alimentati a pellet o scarti provenienti da altre stampe, come i supporti. I produttori li hanno applicati sia in autonomia, per l’autoproduzione di filamento, che direttamente alle stampanti (come Kentstrapper). In questo ultimo caso, tutte le applicazioni avevano un sistema di estrusore a vite. A spingere nell'utilizzo di questo sistema di alimentazione è la voglia di avere stampe con variazioni di colori, mentre in altri casi una maggiore attenzione all’ecologia ed al riciclo.
 


Altre tecnologie - Maker Faire Rome 2018
Lumi Industries porta in fiera anche un prototipo di stampante a sinterizzazione di zucchero e il suo visore volumetrico VVD: un dispositivo per visualizzare modelli tridimensionali senza supporti esterni. Suscitano molta curiosità, soprattutto tra il pubblico giovanissimo, le stampanti 3D a cioccolato, di cui abbiamo visto la versione di 3Drag e quella di Stampa3DSud. Da menzionare è anche il progetto di ‘The Tactigon’. Per quanto riguarda la stampa 3D offrono un visore VR ed un controller con cui si potrà vedere da remoto e ad ogni angolazione lo stato del processo di stampa.
 

 
Maker Faire Rome 2018 è stata una vera dimostrazione di come sta evolvendo il movimento dei maker. Una festa che ha coinvolto tutti, dal professionista ai bambini e che ha dimostrato quanto le tecnologie di stampa 3D siano costantemente in fase di sviluppo e ottimizzazione. Assisteremo a grandi novità nei prossimi anni.
 
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stampa3D
Lo scorso 6 ottobre si è tenuta a Massa Lombarda la conferenza intitolata "Viaggio a Shamballa" organizzata da WASP e alla quale hanno partecipato alcuni tra i più grandi esponenti per l'edilizia stampata 3D. Un evento quasi unico nel suo genere, che ha visto in primo piano la presentazione del nuovo sistema Crane WASP e il modulo abitativo Gaia - di cui abbiamo parlato in questo articolo.
 
I temi affrontati dagli ospiti, sapientemente moderati da Alessandro Ranellucci, hanno spaziato tra quelle che sono le grandi incertezze della stampa 3D a grandi dimensioni. Segreto industriale, brevetti, normative, opportunità di mercato, estetica, sicurezza, tecniche e sistemi integrati; questi sono solo alcuni dei punti che si sono toccati e, volutamente, "stressati".
 
Nelle prossime righe, quindi, ripercorreremo insieme quello che abbiamo visto e sentito nelle tre ore dedicate alla conferenza.

Edilizia stampata 3D - La conferenza che ha preceduto il nostro Viaggio a Shamballa

Primo intervento - Massimo Moretti e WASP Team
Ad avviare la conferenza è stato Massimo Moretti, aprendo con un discorso molto vicino all'attività di WASP: quello della ricerca. Da sempre, infatti, WASP percorre una strada legata a una visione che va oltre la semplice progettazione di macchine per la stampa 3D. Crane WASP è solo uno dei tasselli che compongono un puzzle composto da estrusori per argilla, arte, ecologia e la centralità del benessere dell'essere umano.
 

 
Il focus si è quindi spostato sul tema dell'abitare, entrando nel vivo di quella che è stata la presentazione di Crane WASP. Una macchina che deriva da anni di test e prototipi scartati per diversi fattori: lentezza, risoluzione di stampa non ottimale, dimensioni del macchinario esagerate rispetto il reale volume di fabbricazione - mi riferisco alla Big Delta e ai primi tentativi di ingresso nel mondo dell'edilizia da parte dell'azienda romagnola, a cui avevo personalmente dedicato un editoriale nell'ormai lontano 2015.
 
Dopo aver sviluppato tre prototipi e aver preso come riferimento il sistema della gru a torre, ecco quindi l'arrivo di Crane WASP, un sistema che nella visione di WASP sarà collaborativo e permetterà così di abbattere i tempi di fabbricazione. La macchina ripropone quello che è un macchinario ben conosciuto in edilizia e che può lavorare su un volume di stampa cilindrico composto da 6.3 metri di diametro e 3.1 metri di altezza. L'estusore è di 18/30 mm di diametro, ovviamente più preciso, alimetato in modo meccanico tramite una pompa che spinge il materiale, dotato di un sistema a vite di controllo del flusso e di un sensore di pressione che controlla il materiale in entrata. Dopotutto, tutto si gioca qui: quando si parla di materiali fluidodensi, è necessario tenere sotto controllo la qualità e la costanza dell'impasto in estrusione.
 

 
Si è poi passati a parlare di Gaia, l'ottimo risultato ottenuto dall'azienda nel suo processo di definizione della tecnologia per l'edilizia stampata 3D. Gran parte della ricerca è stata fatta sul pacchetto dei muri perimetrali, i quali fungono da involucro esterno e non hanno, al momento, funzione strutturale. Essendo gestito in modo parametrico, il pacchetto prevede configurazioni variabili che integrano impianti, isolanti, pacchetti ventilati, ecc. Infatti, per lo slicing è stato utilizzato un percorso "ricamato" che ha permesso di limitare le deformazioni e i ritiri della terra con paglia (quest'ultima rappresenta le fibre lunghe, proprio come nei materiali compostiti). La copertura e i pilastri interni all'involucro sono in legno lamellare e verificati secondo normativa.

Secondo intervento - Tiziana Monterisi di RiceHouse
Sapevate che il più grande produttore di riso in Europa è l'Italia? Dalla lavorazione della materia prima restano scarti in quantità elevate che possono essere utilizzate a bassissimo costo.
 

 
Il risultato di WASP è frutto di un'interessante collaborazione avviata con RiceHouse, azienda italiana che utilizza questi scarti, miscelandoli con calce e argilla per produrre materiali idonei alla fabbricazione di massetti allegegriti, cappotti di paglia, ecc. E' proprio da questo processo, opportunamente raffinato, che deriva l'involucro esterno di Gaia. Grazie alle proprietà del materiale di tamponamento e del corretto orientamento rispetto alla sua posizione geografica, Gaia non necessita di sistemi di raffrescamento o riscaldamento.

Terzo intervento - Mahriz Akhavan Zakeri di XTreeE
Diversamente da WASP, XTreeE utilizza un cemento ad alte prestazioni. Il processo progettuale e produttivo sviluppato dall'azienda è composto da una serie di step:


definizione del modello digitale;
utilizzo di una piattaforma di management condivisa;
materiale UHPC (Ultra High Performance Concrete);
metodo produttivo sviluppato da XTreeE.

 
Come è facile intuire, XTreeE sta riuscendo a definire un workflow strutturato su base di tecnologie all'avanguardia, ma che non sempre trovano la corretta applicazione. Anche questo questo fa parte del gioco. Eventuali accortezze però non mancano: il metodo di estrusione di XTreeE integra un sistema di accelerazione del processo di asciugamento del materiale, riducendo i tempi di attesa tipici del cemento. Essicamento e ampliamento delle geometrie producibili saranno sicuramente i punti di studio dei prossimi anni.

Quarto intervento - Alexandre Dubor per lo IAAC di Barcellona
Essendo lo IAAC un istitituto scolastico e di ricerca, l'approccio presentato da Alexandre ha dato una visione alternativa alle tematiche discusse. Mentre per XTreeE i brevetti rappresentano una soluzione per restare competitivi sul mercato, lo IAAC spinge sul fronte della condivisione immediata dei risultati ottenuti in modo da generare sempre più interesse dei confronti dell'industria e delle nuove frontiere di edilizia.
 

 
Le ultime ricerche dello IAAC si sono spinte nella rivisitazione dell'Adobe, passando attraverso un sistema Mixtruder dotato di una serie di sensori che analizzano in modo costante il materiale estruso. Secondo Alexandre, uno dei punti su cui bisognerà spingere è proprio questo: per convincere le istituzioni a rilasciare certificazioni su tecnologie e materiali, è necessario avere dati in mano. L'estrusore super accessoriato sarà il futuro per l'edilizia stampata 3D, ma questo dovrà anche essere in un certo senso collaborativo; gli esseri umani avranno sempre un ruolo centrale, anche in cantiere, ma potranno farsi aiutare da droni dotati di sistema di rilievo mirato, in sviluppo in questo momento presso Noumena.

Quinto intervento - Enrico Dini per D-Shape
Un intervento esemplare quello di Dini, il grande pioniere italiano che dal lontano 2004 porta avanti la propria visione per l'edilizia stampata 3D: "Il mio obiettivo è portare nell'industria delle costruzioni la democratizzazione del bello".
 

 
Il "metodo Dini" non prevede l'estrusione di materiale, bensì, la "sinterizzazione" a livello chimico partendo da un materiale polverulento. Seppure la volontà fosse quella di promuovere i cementi magnesiaci, oggi Dini utilizza un calcestruzzo in modo rasterizzato. Questa deviazione è dovuta alla difficoltà riscontrata a livello di certificazioni dei materiali proposti. Il processo, comunque, resta quello di cui vi parlai nel 2014: la produzione di elementi architettonici o edifici tutti d'un pezzo, utilizzando una macchina di 12 metri di lato e con un costo di produzione pari a 25.000 € per una superficie di 200 mq.

Sesto intervento - Ronald Rael per Emerging Objects
Emergin Objects è qualcosa di ibrido: sviluppa materiali per la stampa 3D, sviluppa software, elabora macchine e connette le economie della maker economy. Tutto questo avviene in quello che vorrei definire come un'atelier d'arte e sviluppo tecnologico.
 

 
I materiali provati da Emerging Objects provengono da pneumatici a fine del loro ciclo di vita, scarti dell'uva, polveri provenienti dalla lavorazione del legno, arrivando anche dall'uso del sale marino. Tutto questo si raggruppa però in un solo concetto, ossia la rivisitazione del "mattone" - o del blocco standard da costruzione. Da qui, passano le ricerche su mix di materiali e argille, sull'habitat degli uccelli e sull'innalzamento del livello del mare.

Edilizia stampata 3D - Considerazioni su un settore che necessita di essere spinto da una grande voce comune
Chi come me lavora per in edilizia e architettura, ne sarà consapevole: il settore è uno dei più lenti ad assorbire il cambiamento che sta avvenendo in questo momento. Ai nuovi professionisti è richiesta la capacità di saper passare da un contesto all'altro con grande disinvoltura, comprendendo la capacità di saper tenere sott'occhio tutto il processo di produzione dell'oggetto in fabbricazione.
 
Allo IAAC questa tendenza è stata percepita. La necessità di digitalizzare il mondo delle costruzioni e l'unione di tecniche di progettazione sono solo alcuni dei temi su cui stanno lavorando. L'obiettivo? L'integrazione della fabbricazione digitale in tutte le fasi di produzione. Il che significa produrre pezzi su misura che s'incastrano in elementi stampati in 3D, skills professionali che si integrano, capacità di gestione di processi complessi e di risoluzione di problemi concreti. Perché qui si ha a che fare con oggetti reali, materici, fisici.
 
D'altro lato, i cantieri d'oggi sono ancora lontani da questa "visione digitalizzata", sostiene la Monterisi. Le competenze sono ancora in mano a pochi e, al momento, il sistema non è pronto a fare questo salto.

Edilizia stampata 3D - Certificazioni e normative
Il pensiero di Dini è chiaro e schietto: "serve un'opera di cucitura tra politica e innovatori". Francia e Svizzera sono avanti l'Italia sotto questo punto di vista. Questo però non significa che bisogna demordere, anzi, è necessario dotarsi di case study, proprio come Gaia, per fare test e dimostrare che l'edilizia stampata 3D può essere una realtà a livello di industria.
 
In un contesto come quello dei materiali fluidodensi, il grosso del lavoro sta nel dimostrare che l'estrusione può essere un processo costante e uniforme, insieme alla corretta adesione tra i layer in argilla o cemento. Il metodo furbesco di WASP ha previsto l'utilizzo delle parti stampate 3D solamente come involucro del modulo abitativo che abbiamo visitato a Shamballa - la muratura non è altro che un tamponamento non soggetto a compressione dalla copertura. Trattasi di una soluzione provvisoria, necessaria per permettere a tutti la possibilità di visitare l'ottimo risultato tecnologico ottenuto.
 
I prossimi anni saranno una sfida continua e noi saremo qui per raccontarverla!
 
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Roberto Coppa
Sono già passati tre anni da quando venne presentata al mondo la BIG Delta - correva settembre 2015 e noi la presentammo in questo report. Il progetto ambizioso di creare qualcosa di innovativo è sfociato in una trasposizione in grande del concetto di delta, da sempre marchio di fabbrica del gruppo WASP. Una struttura tralicciata di dodici metri che ha destato grande stupore nel mondo dell'additive manufacturing. E non solo, perché in quel periodo la notizia era rimbalzata un po' ovunque, anche nelle testate non specializzate. La curiosità era molta perché non si trattava solamente di un vezzo per tecnici. Il mito della casa stampata 3D abbraccia temi etici, economici e sociali. Aggiungendo inoltre il fattore ecologico, perché ad alimentare la grande delta c’era un estrusore per terra cruda e paglia.
 
Quello che è stato un bell’esperimento è poi risultato un mattone fondamentale per ciò che oggi WASP ha costruito. Il progetto è servito anche per comprendere i limiti della tecnologia. Il sistema richiedeva una macchina troppo grande in relazione al volume di stampa e per mettere a frutto le premesse bisognava costruire qualcosa di più efficiente e portabile. Infatti, con i prototipi successivi si cambia approccio: il modello da seguire diventa la struttura delle gru. Il peso e gli ingombri vanno al minimo e nasce pian piano la Crane beta. È uno step cruciale: compare il movimento circolare nel piano XY che permette finalmente di testare i materiali sulla forma della casa. Attraverso la scansione del modello stampato si testano i risultati. Focus sui ritiri del materiale che risultano rientrare nei limiti delle aspettative.
Si passa quindi alla fase finale e prende vita la definitiva Crane. Ha 4 volte meno pezzi del primo modello e 3 volte più volume di stampa. Crane WASP inoltre acquista la caratteristica di “infinite 3D printer”. Infinita perché potenzialmente espandibile ad un numero indeterminato di moduli esagonali.
 
La Crane WASP ha un’area circolare di stampa con un diametro di 6,3 metri per un’altezza massima di 3 metri. L’ugello ha un diametro variabile da 18 a 30 millimetri.
 

 
La Crane WASP è contenuta nel Maker Economy Starter Kit, un container che contiene tutti gli strumenti necessari per stampare un villaggio con un impasto naturale a km 0. Il punto di forza risiede nella relativa semplicità di messa in opera del cantiere, infatti la stampante si monta in 1,5 ore e WASP dichiara che ci sono prospettive di miglioramento.

Gaia - Il primo prototipo di casa stampata 3D

 
Gaia, la casa stampata 3D, è il prodotto finale degli anni di ricerca e sviluppo di WASP. Si tratta di un modulo abitativo di 20 metri quadri con un involucro composto per il 25% da terreno prelevato in sito (30% argilla, 40% limo e 30% sabbia), per il 40% da paglia di riso trinciata, per il 25% da lolla di riso e il 10% da calce idraulica. Il tutto stampato in 10 giorni e meno di 100 ore di stampa con un costo complessivo di 900€. L’involucro è stato progettato con la finalità di integrare al proprio interno i sistemi di ventilazione naturale, di isolamento termo-acustico e di impiantistica. La forma ondulata degli strati facilita l’essiccamento del materiale. Grazie alla stampa 3D è stato possibile infatti mettere in opera pareti con forme complesse e adattabili ad ogni tipo di esigenza tecnica o funzionale. Con queste caratteristiche l’edificio raggiunge un fabbisogno energetico pari ad una classe A4.
 

 
Ma a stupire è anche l’ecosistema circolare che si crea assieme alla costruzione della casa. Dalla porzione di terra dove il terreno viene asportato si può dare forma ad uno stagno, dove confluiranno anche le acque reflue della copertura. Una volta popolato di pesci, lo stagno muterà in una condizione ideale per l’approvvigionamento idrico di una agricoltura acquaponica. Ecco che il sistema diventa autosufficiente ed in grado di produrre cibo.
 

 
La stampante 3D Crane è una macchina estremamente concreta, i cui sviluppi sono sicuramente da seguire. Sarà curioso vedere quando WASP proporrà una soluzione con copertura stampata in 3D assieme al resto e soprattutto soluzioni di moduli multipli all’opera per la creazione di ambienti più grandi. Nel frattempo, il presente ci regala la prima casa stampata 3D da WASP con un risultato più che soddisfacente.
 
Se vi siete persi l'evento della settimana scorsa, non disperate: avrete la possibilità di incontrare il team di WASP alla Maker Faire Rome 2018, che si terrà a Roma dal 12 al 14 ottobre. Lo stand espositivo sarà interamente in tema "stampa 3D in argilla" e, sicuramente, ci sarà la possibilità di parlare della prima casa stampata 3D.
 
D-Shape, la stampante 3D che stampa pietra a qualsiasi dimensione.
 
MX3D e il primo ponte in metallo stampato 3D
 
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stampa3D
pubblicazione comunicato stampa Siglato nei giorni scorsi un accordo di collaborazione tra CRP Technology e G.W.Consultancy. L’agenzia di Gerard Winstanley rappresenterà in Germania l’azienda italiana specializzata in stampa 3D professionale e fabbricazione additiva.
 

 
CRP Technology è pronta a rafforzare la sua presenza in Europa. L'azienda italiana specializzata in fabbricazione additiva e stampa 3D professionale con i materiali compositi Windform, ha firmato un accordo di collaborazione con G.W.Consultancy. In base all’accordo, G.W.Consultancy rappresenterà e promuoverà CRP Technology sul territorio tedesco.
 
"Siamo lieti di lanciare questa nuova collaborazione - afferma Franco Cevolini, Amministratore Delegato e Direttore Tecnico di CRP Technology –. L’accordo rafforzerà i nostri rapporti commerciali e rappresenterà un passo importante nell’introduzione dei materiali compositi Windform a nuovi clienti in Germania".
 
Con oltre 18 anni di esperienza nel settore Motorsport, Gerard Winstanley di G.W.Consultancy è appassionato di Tecnologie Innovative di Produzione e di Sviluppo dei Processi, e ha preso attivamente parte al potenziamento e promozione dell’ultima generazione di materiali e nuovi metodi per la Fabbricazione Additiva.
 

 
Lo stesso Gerard Winstanley si dice entusiasta della “nuova avventura” lavorativa:
“Sono orgoglioso di lavorare così a stretto contatto con CRP Technology, e di collaborare con una azienda che offre una così eccellente gamma di materiali per la sinterizzazione laser selettiva. Senza dimenticare le soluzioni avanzate, che contemplano anche le lavorazioni meccaniche CNC di precisione che fanno capo all’altra azienda dei fratelli Cevolini, la CRP Meccanica.
 
Si impara molto lavorando per le aziende dei fratelli Cevolini: CRP ha sempre investito ingenti risorse per la Ricerca e Sviluppo, dimostrato una grande apertura nei confronti del “customer development”, e un approccio eccezionale all’assistenza clienti.
 
La sfida all’ottimizzazione dei materiali Windform per la creazione di particolari di uso finale in ambito Automotive ed Aerospaziale, è stata ampliamente dimostrata e comprovata dalle recenti applicazioni funzionali nel settore Motorsport, e dalle certificazioni di idoneità NASA ed ESA".

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