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Le migliori guide alla stampa 3D, curate dalla redazione di Stampa 3D forum. Guide all'acquisto, guide all'uso, consigli pratici e molto altro.
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comunicato stampa






Bari, 10 novembre 2015 - Qualche settimana fa Roboze annunciava l'arrivo di una nuova macchina promettendo di dare una scossa al mercato delle stampanti 3D professionali.Oggi l'azienda comunica le caratteristiche che la riconfermano partner attivo nella progettazione e nello sviluppo di soluzioni professionali dedicate alle PMI nel mondo.
Il nuovo modello, Roboze One+400, aggiunge alle già note rivoluzioni in ambito meccatronico, innovazioni che allargheranno e potenzieranno gli ambiti di applicazione.

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In particolare l'area R&S di Roboze ha ingegnerizzato una coppia di estrusori che raggiunge temperature pari a 400°C. Questo consente la stampa di un'ampia gamma di tecnopolimeri. Tra i più importanti annoveriamo il Policarbonato (PC), il PC/ABS, il PMMA, il PEEK, il polietilene e l'ULTEM.



Con il secondo estrusore è possibile stampare forme e geometrie più complesse grazie al materiale di supporto o, a seconda delle proprietà chimiche dei materiali, un manufatto in due materiali diversi.

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A differenza di Roboze One, Roboze One+400 introduce un microprocessore 32 bit e un touch screen a colori da 3,5 pollici, proprietari.
Dettagli aggiuntivi saranno disponibili durante la fiera Formnext di Francoforte - fai click qui se vuoi saperne di più - dove il team mostrerà a stampa e visitatori il suo ultimo gioiello.

La commercializzazione di Roboze One+400 è prevista per il 2016.


 





Roberto Coppa

Canon debutta nel mondo della stampa 3D

Pubblicato da Roberto Coppa, in Novità,

Ogni cinque anni Canon tiene il ‘Canon EXPO’ per mostrare al pubblico i progressi dell’azienda e tutti i prodotti più all’avanguardia nel campo professionale. Quest’anno l’evento si è svolto a Parigi dal 13 al 15 di Ottobre.

Proprio in questa occasione Canon ha ufficializzato il suo ingresso nel mondo della stampa 3D seguendo l’esempio di un’altro grande brand da sempre rivale come HP. Da leader nel campo del 2D si trova quindi a presentare la sua prima stampante 3D, interamente sviluppata all’interno dell’azienda.

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Stampante 3D Canon: le caratteristiche tecniche

Debuttare con un prodotto 'ordinario’ sarebbe stato forse un passo falso, gettando di fatto nella mischia una delle tante stampanti in un mercato che ha molti competitor. Canon ha quindi deciso di puntare in alto. La nuova stampante 3D Canon è “Adatta non solo per la prototipazione rapida, ma anche per la manifattura rapida”, ciò non significa banalmente solo una maggiore velocità di stampa, bensì numerose caratteristiche che rendono più semplice e rapido tutto il processo di produzione e post-produzione, il tutto, portando “il più alto livello di precisione nell’industria”.

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Canon promette un prodotto di stampa dalle pregevoli caratteristiche estetiche, quindi con una superficie estremamente liscia, riducendo al minimo il bisogno di ritoccare il pezzo. Un altro importante fattore è il materiale di supporto, questo è studiato per essere rimosso in maniera estremamente semplice, grazie alla sua proprietà di idrosolubilità. Per quanto riguarda i materiali, Canon ha sviluppato un nuovo metodo resin-based in grado di rendere più veloce il processo e più resistente il prodotto, supportando tra i tanti: ABS, polietilene, polipropilene e PMMA.

Il quadro non sarebbe completo senza un buon software per la gestione della stampante, per questo Canon ha sviluppato un programma proprietario, non solo per l’editing e lo slicing, ma per avere un ecosistema in grado di supportare device come gli scanner 3D e di gestire facilmente molti formati di stampa.

Canon è supportata da 3DSystems, partner d’eccezione che curerà la commercializzazione, la vendita e il supporto delle nuove stampanti. Per ulteriori dettagli su prezzi, scheda tecnica e data di commercializzazione non resta che attendere nuove notizie dalla stessa Canon.

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Chiunque abbia partecipato all'edizione della Maker Faire Rome di quest'anno si sarà accorto di quanto sia estesa la stampa 3D nel mondo dei makers. Come è ben noto, tutto questo è stato possibile grazie a progetti open source e collaborativi che, come risultato, hanno dato vita a tanta cultura e altrettante aziende. All'interno del padiglione dedicato alla stampa 3D ho incontrato una superstar internazionale dell'ambiente open source e ho avuto la fortuna di fargli un'intervista di dieci minuti circa. La persona di cui sto parlando è Josef Prusa, ideatore della stampante 3D open source più famosa al mondo - la Prusa i3.

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Josef Prusa, l'intervista

A.T.: Piacere di conoscerti, Josef!

J.P.: Piacere mio, sono felice di essere di nuovo qui a Roma.

A.T.: Parto subito con una domanda che ti avranno già fatto in molti: puoi raccontarmi come è nato il progetto Prusa?

J.P.: Di sicuro non posso metterci cinque minuti a raccontarti tutto questo, cercherò di riassumere il più possibile. Tutto è iniziato quando finii le scuole superiori e iniziai l'università, in quel momento conobbi il mondo RepRap e decisi di costruirne una. In quel periodo costruire una stampante 3D era una cosa lenta e richiedeva tanto tempo, io iniziai col secondo modello RepRap. Decisi quindi di semplificarne la costruzione e di definirne le parti in modo da rendere l'assemblaggio più facile. La conferma che il mio kit funzionava la ebbi in un workshop di assemblaggio quando vidi che molte persone erano interessate a quello che avevo fatto. Infine eccoci qua!

A.T.: Beh, si è rivelato un buon progetto...

J.P.: Sì dai, credo anche io. Se non sbaglio era quasi il 2010... sì penso di sì, tutto iniziò circa cinque anni fa.

A.T.: Josef, tutti noi sappiamo che hai un grande cuore open-source, puoi dirmi perché?

J.P.: (ride) Sì, lo confermo, mi piace l'idea che sta alla base dell'open-source. All'inizio non lo comprendevo in modo completo, ma sin da quando iniziai ci furono molte persone che volevano aiutarmi e che andavano a migliorare le cose che facevo, rilasciandole sempre in modalità open-source. In quel momento capii che questa sarebbe stata la strada per fare qualcosa di buono che avesse un grande impatto.

A.T.: Secondo te perché il tuo progetto ha avuto successo?

J.P.: Credo che ci siano tre motivazioni di base: le mie stampanti 3D sono facili da assemblare, inoltre sono arrivate nel momento giusto, quello in cui tante persone pensavano che assemblare una stampante 3D fosse troppo difficile. La terza ragione direi che sia stata il nome, perché ha semplificato molto il modo di riconoscere le mie stampanti 3D tra la grande quantità di modelli che sono stati sviluppati. Nel periodo di sviluppo della prima Prusa uscivano tanti modelli chiamati "RepRap Simple", "RepRap Simplified" eccetera, era difficoltoso riconoscere i modelli online. Il nome "Prusa" era molto più diretto e piacque subito alla community.

A.T.: Come vedi il mondo delle stampa 3D d'oggi?

J.P.: Come dire, sono abbastanza critico. Penso che ancora le persone non siano del tutto consapevoli di cosa si stia parlando e che ci siano ancora troppi rendering contro poche stampanti 3D reali che, a volte, non fanno niente di nuovo. C'è chi vende stampanti 3D dicendo che le proprie macchine sono le migliori a fare tutto, c'è chi apre delle campagne su Kickstarter senza sapere come sarà il prodotto finito, c'è anche chi non spedisce le stampanti 3D in seguito ad una richiesta di acquisti minima. Penso che ci siano massimo 20 aziende in tutto il mondo di cui ci si può fidare, gli altri non fanno altro che provare a raggiungere qualche consumatore. Direi che potremmo paragonare questa situazione a quella della nascita dell'automobile: quando ci fu il boom delle automobili, nei primi anni del '900, nacquero tantissime aziende in pochi anni, ma alla fine quelle con buoni prodotti erano veramente poche e le conosciamo tutt'ora.

A.T.: Cosa pensi di tutte le varianti che sono state sviluppate in seguito al tuo progetto?

J.P.: Oh sono pessime! (ride) Sicuramente dipende, ma in generale non apprezzo molto come si è evoluta la situazione con alcuni produttori che usano la dicitura "Prusa i3" nelle loro stampanti 3D. Ci sono molte persone che vengono da me per chiedermi informazioni o chiedendomi "perché questo modello non stampa come la Prusa originale?", riferendosi però a stampanti 3D che non sono mie. Per fortuna hanno iniziato a togliere la dicitura "Prusa i3" da questi nomi, era una cosa abbastanza fastidiosa!

A.T.: Un'ultima domanda: ci puoi anticipare qualcosa sui tuoi progetti futuri? Magari qualcosa su una Prusa i4 o i5...

J.P.: Certo che ho progetti futuri! Posso anticiparti che non ci sarà una Prusa i4, semplicemente perché qualcuno ha fatto del casino con dei domini web e, con tutta sincerità, non voglio che queste persone l'abbiano vinta (sorride). A parte questo posso dirti tranquillamente che ho qualcosa di pronto nel mio parco macchine. Non so ancora quando verrà rilasciato, voglio che il progetto sia forte come quelli precedenti e che possa concorrere ad armi pari con MakerBot, Ultimaker e tante altre, rimanendo completamente open source. Oltre a questo sto portando avanti diversi miglioramenti nella Prusa i3, alcuni sono stati rilasciati nei mesi scorsi. Insomma, il progetto prosegue.

A.T.: Josef ti ringrazio tantissimo!
J.P.: Grazie a te! Se volete potete fare un salto sul sito www.prusa3d.it, il sito italiano ufficiale delle stampanti 3D Prusa sul quale trovate anche un documento tradotto in italiano dove sono descritti i "fondamenti della stampa 3D" (lo dice in italiano).

A.T.: (rido) Lo consiglierò anche ai nostri lettori, grazie!

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L'intervista è stata tradotta dall'inglese all'italiano e proviene da una registrazione audio della redazione di Stampa 3D forum avvenuta alla Maker Faire Rome 2015.

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Sharebot Store Firenze, la nostra visita

Pubblicato da stampa3D, in Novità,

E' stato inaugurato il 23 ottobre e oggi è già più attivo che mai. Sharebot, in seguito ad un annuncio avvenuto durante la Maker Faire di Roma, ha ufficialmente aperto il suo primo store italiano.

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Sharebot Store Firenze - Come è nato

Lo Sharebot Store di Firenze nasce dalla collaborazione coi ragazzi di PaLEoS, una collaborazione nata quasi per pura simbiosi. PaLEos è una società con sede a Firenze che opera nel campo dell'eduzione scientifica e che da diversi anni organizza corsi, in particolare all'interno delle scuole. Nella loro offerta formativa sono andati a inserire i corsi di stampa 3D, facendoli diventare di fatto l'elemento cardine su cui appoggiare l'intera attività. Ed è da qui che è nato l'incontro con Sharebot, evolvendo in quello che oggi è il primo Sharebot Store in Italia.

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Sharebot Store Firenze - Le attività

Le funzioni di questo spazio sono molteplici: lo Sharebot Store opera come rivenditore di stampanti 3D Sharebot e come punto assistenza, si presta come service per professionisti e aziende, organizza corsi di stampa 3D. L'obiettivo di base rimane uno: quello di entrare sempre più in contatto con le persone, permettendo a chiunque di comprendere quanto la tecnologia della stampa 3D può tornare utile nella vita di tutti i giorni.

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Sharebot Store Firenze - Gli spazi

La mia visita è avvenuta proprio il giorno di inaugurazione degli spazi dello store, occasione in cui, oltre a vedere le stampanti 3D di Sharebot, ho potuto assaggiare un buon bicchiere di vino - oggi, purtroppo per voi, non aspettatevi di andare allo Sharebot Store per farvi una bevuta.

Gli spazi si articolano su due piani: il piano terra è interamente dedicato all'accoglienza dei clienti, area dove è possibile visionare le stampanti 3D Sharebot e tutta una serie di modelli 3D che ne dimostrano le capacità. Al piano superiore - al quale purtroppo non ho potuto accedere - si trova l'area prototipazione che accoglie l'intero parco macchine del servizio di stampa 3D.

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Se siete di passaggio per Firenze, il mio consiglio è di fermarvi anche solo per dare un'occhiata. Lo Sharebot Store si trova in via Sant'Angelo 25 ed è facilmente riconoscibile dall'esterno.

MbSt
In ambito di stampanti 3D e prototipazione rapida, l'edizione 2015 della Maker Faire di Roma si è rivelata, ancora una volta, ricca di conferme ma anche generosa in termini di novità. La nostra attenzione non è stata catturata esclusivamente dalle ultime proposte delle aziende "storiche" e blasonate ma abbiamo osservato con interesse anche prodotti di altre realtà, più piccole o ancora relativamente giovani. In questo articolo vi parleremo di CopperFace, un dispositivo di Robot Factory che consente di rivestire gli oggetti stampati in 3D (ma non solo) con sottilissimi strati metallici.


Robot Factory

Robot Factory  è un'azienda veneta fondata nel 2001 da Andrea Martini, attivo già dagli anni ottanta nel campo dell'elettronica e dell'informatica. Inizialmente l'impresa si occupava della realizzazione di robot didattici, dotati di una scheda madre programmabile "in stile Arduino", negli anni 2003-2013, tuttavia,  il core business dell'azienda diventò la produzione di macchine a controllo numerico. Attualmente Robot Factory progetta e produce prevalentemente stampanti 3D professionali: una stampante FDM, la 3D-ONE e tre stampanti stereolitografiche, la 3DLPrinter, la 3DLPrinter-HD e la giovanissima 3DLPrinter-HD 2.0. A queste si affiancano anche altri dispositivi quali il Fornetto UV, per il trattamento di resine fotosensibili ai raggi UV ed il CopperFace, un congegno che, basandosi sulla galvanoplastica, consente di ricoprire le superfici degli oggetti, per esempio stampati in 3D, con dei rivestimenti metallici.

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Come funziona la galvanoplastica

La galvanoplastica è un processo elettrochimico che consente di ricoprire la superficie di un oggetto non conduttore con un sottile strato metallico. In analogia alla galvanostegia, sfrutta la deposizione elettrolitica, la quale fa si che un metallo non nobile sia ricoperto da un altro, nobile o passivabile. Vien da se che, nel caso della galvanoplastica, poichè gli oggetti da rivestire non sono conduttori (quindi non sono metalli), devono essere resi conduttivi adoperando, per esempio, uno spray di grafite e/o di argento, che costituisce uno strato preparativo, molto sottile ed uniforme, di materiale conduttivo. A questo punto si riempie un contenitore (generalmente in vetro borosilicato) con una soluzione di acqua ed acido solforico (che fa da elettrolita) e del sale del metallo che si vuole applicare all'oggetto. Nell'immagine in basso è illustrata una ramatura, quindi il sale del metallo è un sale di rame, il solfato rameico (CuSO4). Si immergono quindi due elettrodi: il catodo, costituito dall'oggetto da rivestire e l'anodo, costituito dal metallo che si vuole adoperare, in riferimeto allo schema sottostante tale metallo è il rame. Collegando un generatore di corrente agli elettrodi si produce un movimento degli elettroni dall'anodo, che si carica positivamente, al catodo, che si carica negativamente. A questo punto si innesca la reazione di ossidoriduzione: sul catodo si depositeranno, per attrazione tra cariche opposte, gli ioni positivi del metallo rivestente che, forzati ad acquisire elettroni (riduzione), si trasformeranno in atomi metallici, ricoprendo pian piano tutto l'oggetto. Parallelamente l'anodo attrarrà ioni negativi che, in antitesi a quanto visto per il catodo, cederanno elettroni all'elettrodo positivo, provocandone l'ossidazione.


CopperFace

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CopperFace è una mini-galvanica dal design compatto e dalla strutture in acciaio inox composta da due elementi principali: un agitatore (155 x 153 x 290 mm di ingombro) ed un alimentatore (205 x 85 x 160 mm di ingombro). Sfruttando il principio sopra descritto, consente di ricoprire oggetti non conduttori con uno strato metallico. Si parte dalla ramatura (galvanostegia con anodo in rame) dell'oggetto e successivamente  lo stesso sistema consente di rivestire i pezzi appena ramati con diversi metalli di finitura (Oro, Rodio, Palladio, Nichel e Argento). Il bicchiere in vetro borosilicato ha una capacità di 1000 ml quindi si consiglia una dimensione massima dell'oggetto compresa tra i 40 cm2 e gli 80 cm2 (l'intervallo dipende dal tipo di anodi che si usano, stadard o doppi).  La soluzione acida di solfato di rame è già pronta per l’uso. Una volta azionato l’agitatore magnetico, regolando l’alimentatore in base alla superficie dell’oggetto da trattare (circa 1A – 1.5A per dm2), la differenza di potenziale che si genera all’interno del bicchiere contenente il bagno elettrolitico, tra il catodo (oggetto) e gli anodi, determina la deposizione del metallo sulla superficie dell’oggetto immerso (approssimativamente, viene depositato 1 µm ogni 2 minuti). Infine, bisogna rimuovere l’oggetto dal bagno elettrolitico, lavarlo con acqua ed asciugarlo delicatamente con un panno morbido. Per ulteriori dettagli e specifiche tecniche visitare il sito ufficiale a questo link.

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La galvanoplastica non è un processo nuovo. I primi esperimenti furono condotti, già agli inizi del XIX secolo, da Luigi Valentino Brugnatelli il quale riuscì a ricoprire elettrodi in carbone con un sottile strato di materiale metallico. Il vantaggio della CopperFace è che rende semplice e standardizzata la galvanoplastica, processo di per se delicato e complesso. Quindi, nel caso in cui si voglia metallizzare degli oggetti, per conferire loro un aspetto più realistico o per svariate altre ragioni, senza rivolgersi ad una costosa galvanica industriale o in assenza di specifiche competenze tecniche, un dispositivo di questo tipo potrebbe rappresentare una valida soluzione. Le immagini di seguito mostrano alcuni oggetti ricoperti d'oro a 24 carati. Nel primo caso si nota la differenza, in termini di look and feel, tra un anello di poliammide stampato in 3D ed un altro rivestito utilizzando la CopperFace. La seconda immagine evidenzia invece che, oltre all'anello, il dispositivo riesce a rivestire moltissimi altri oggetti, tra cui persino una noce vera.

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Cosa ne pensate? Scriveteci le vostre opinioni sul forum.

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L'edizione di quest'anno della Maker Faire Rome è stata caratterizzata da una quantità elevatissima di conferenze e workshop che andavano a coprire qualsiasi tema collegato al making, al fare impresa e alla presentazione di prodotti. Ad una di queste non potevamo proprio mancare.


OLO, la presentazione ufficiale alla Maker Faire Rome

In un mondo come quello di oggi, dove tutti abbiamo in tasca uno smartphone e, addirittura, esistono i secondi smartphone, si sente sempre più la necessità di implementarli con gli strumenti che ci circondano. Compatibile con Windows, iOS e Android, OLO permetterà ai vostri smartphone di diventare parte integrante di una stampante 3D estremamente economica e compatta. Il concetto che sta alla base del funzionamento di questa piccola stampante 3D è ad oggi ben conosciuto: OLO è una stampante 3D a resina dotata di una piccola vasca con la funzione di accogliere la resina liquida, un particolare vetro che rende perpendicolare la luce che lo attraversa e un semplicissimo meccanismo che permette di muovere in verticale il piatto di stampa.

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Una volta caricato il modello 3D che si intende stampare sul cloud della propria stampante 3D OLO, sarà possibile far partire la stampa 3D direttamente dal proprio smartphone attraverso un'apposita applicazione. Lo smartphone andrà poi posizionato nel suo alloggiamento all'interno della stampante 3D. Durante il processo di stampa lo smartphone emetterà dei "flash" di luce attraverso lo schermo, andando quindi a sinterizzare la resina.

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Il volume massimo di stampa è di 5 x 3 x 2 pollici, ossia 127 x 76 x 50 mm. Il processo di stampa sarà lento, soprattutto a causa della tecnologia low-cost utilizzata. La qualità degli oggetti prodotti dipenderà tantissimo dalla luminosità dello schermo dello smartphone utilizzato per sinterizzare la resina. Questo significa che i risultati di stampa in seguito all'utilizzo di un iPhone 6 saranno migliori rispetto a quelli ottenibili usando un iPhone 4. Anche la dimensione di stampa varia in base alla dimensione dello schermo utilizzato.

Interamente progettata dal gruppo italiano SOLIDO 3D, l'elemento che più caratterizza questa piccola stampante 3D è l'economicità: pur non avendo capacità tecniche paragonabili alle stampanti 3D desktop d'oggi, OLO riesce comunque a rendersi interessante per chi vuole entrare nel mondo della stampa 3D senza fare grandi investimenti iniziali o, molto più semplicemente, per scopi educativi.

OLO sarà lanciata sul mercato attraverso una campagna Kickstarter che, da programma, dovrebbe aprirsi intorno fine novembre. L'obiettivo è quello di invogliare i backers a regalare la piccola stampante 3D come pensiero natalizio. Il prezzo si aggirerà intorno i 99$, ma probabilmente i primi backers potranno aggiudicarsela ad un prezzo vantaggioso.

Qui il sito ufficiale di OLO 3D.



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E' difficile non notarli, la quantità di colore che arriva dal loro stand ci apre ogni volta un mondo di possibilità. Stiamo parlando di EU Makers, produttore italiano di filamenti per la stampa 3D che ad oggi propone un catalogo composto da più di 70 colorazioni diverse di PLA.

L'offerta di EU Makers è una delle più complete e le colorazioni che offrono vanno a coprire qualsiasi necessità. Un esempio? Prendiamo il PLA di colore giallo. Potrete sceglierlo tra ben 9 tipi di colorazione: giallo paglierino, giallo intenso, giallo ocra, giallo senape, giallo oliva, arancione mandarino, verde acido, beige e giallo fluo. Ogni colorazione differisce di tonalità e, se scelta con cura, sarà possibile esaltare al meglio i modelli stampati.

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Oltre alle classiche bobine mono colore, l'azienda ha messo in commercio delle bobine di filamento multicolor. Dotate di quattro filamenti in quattro colori diversi, le bobine multicolor offrono la possibilità di acquistare e provare più colori al prezzo di una sola bobina di PLA (27,50 € tasse escluse, al Kg).

Ma non è finita qui: vi è mai capitato di finire una bobina di filo e ritrovarvi col rocchetto in mano, senza sapere cosa farne? Bene, sappiate che EU Makers ha avuto una brillante idea per farvi riutilizzare i loro rocchetti. Seguendo una breve serie di semplici passaggi che troverete nella confezione della bobina, il rocchetto si trasformerà in un colorato appendiabiti. Pratico e amichevole nei confronti dell'ambiente.

Qui il sito del produttore.



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E' stata aperta qualche giorno fa la campagna Kickstarter per Felfil Evo, seconda versione del progetto di Collettivo Cocomeri. In occasione della Maker Faire abbiamo potuto vedere in azione il loro primo estrusore di filamento per stampanti 3D - ne avevamo parlato qui - completamente open source e autocostruito.

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Segue comunicato stampa di presentazione di Felfil Pro e della relativa campagna Kickstarter.

Torino - Autoprodurre il filamento di plastica utilizzato dalle più comuni stampanti 3D è l’obiettivo di molti appassionati in giro per il mondo.

Alcuni progetti negli Stati Uniti e in Europa sono nati con questo obiettivo. Uno dei più interessanti è l’italianissimo Felfil, sviluppato all’interno del Politecnico di Torino dal Collettivo Cocomeri, un giovane team di design che ha deciso di proporre la propria opera su Kickstarter alla ricerca di finanziamenti per la produzione.

Felfil è un estrusore plastico per uso domestico, in grado di produrre filamento stampabile in 3D di PLA e ABS, a partire da granulato industriale, scarti di stampa, vecchi modelli riciclati. La sua caratteristica principale, quella che lo ha fatto conoscere tra gli addetti ai lavori, è il fatto di essere un hardware totalmente open, autocostrubile e che utilizza il 70% di componenti di recupero, semplici da trovare in tutto il mondo e veramente economici.
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Nato come progetto per le tesi di laurea, Felfil è stato scaricato da oltre 800 persone. Questo interesse da parte della comunità di maker, ha motivato i giovani neolaureati a trasformarlo in un progetto imprenditoriale. Il Collettivo Cocomeri ha così progettato Felfil Evo, la naturale evoluzione del primo Felfil ed è ora supportato da l3P, l’incubatore del Politecnico di Torino, attraverso il programma Treatabit.

La prima versione era nata per stimolare il più possibile l’autoproduzione; Felfil Evo, invece, ha è stato progettato per avviare una piccola produzione in serie di due diversi kit di montaggio: il kit completo e il kit semplificato. Per avviare la produzione di Felfil Evo il Collettivo Cocomeri ha lanciato una campagna di finanziamento sul sito americano Kickstarter.com.

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“Evo” sta per evoluzione, e infatti questo nuovo prodotto nasce dall’esperienza Felfil. In realtà lo sviluppo è stato così profondo da portare alla definizione di un prodotto estremamente rinnovato.

Per cominciare questo nuovo estrusore sfrutta una scheda compatibile con Arduino per la parte elettronica, completa di display. Questa scelta, oltre ad una maggiore semplicità d’uso permette una più ampia libertà per l’utente che avesse voglia di sperimentare.

Altra novità è la struttura esterna molto curata anche nel design. Il plexiglass e la scocca di alluminio anodizzato fanno bella mostra di sé, rendendo Felfil Evo un prodotto piacevole anche da guardare.

All’interno poi scopriamo ulteriori affinamenti tecnici e funzionali. La tramoggia è stampata in 3D, la camera in alluminio anodizzato e la vite di estrusione tornita appositamente fanno di Felfil un prodotto estremamente interessante, soprattutto tenuto conto del prezzo, molto competitivo rispetto alla concorrenza.

Con questo estrusore l’utente potrà produrre filamento da 1,75mm o da 3,mm di Abs, Pla e ogni materiale la cui temperatura di fusione sia sotto i 300°, per poi stampare in 3D a costi estremamente bassi. Un kg di pellet infatti ha un costo di circa 5 € mentre l’equivalente sotto forma di filamento da stampa si attesta intorno ai 35€. L’abbattimento dei costi deriva quindi sia dal notevole risparmio del materiale nuovo, sia dalla possibilità di riutilizzare il materiale delle stampe vecchie o imperfette a costo zero.

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Utile anche per chi volesse sperimentare una nuova forma di riciclo domestico, ma soprattutto per tutti quelli che continuano a provare nuove geometrie e nuovi materiali nelle proprie stampanti.

Al crowdfunding di Felfil si può contribuire anche con cifre esigue, ma spendendo poco di più sarà possibile portarsi a casa direttamente l’estrusore ad un prezzo scontato. Per maggiori informazioni riguardanti la campagna e il progetto vi invitiamo a visitare il sito internet felfil.com e collettivococomeri.com, o a seguirli sulla loro pagina facebook.

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La notizia sta facendo tantissimo rumore: le stampanti 3D Olivetti entrano nel mondo della stampa 3D grazie ad una collaborazione con Gimax 3D, nota azienda italiana con sede a Prato.


Stampanti 3D Olivetti - Cosa aspettarsi

Con una forte collaborazione con Gimax 3D, da oggi Olivetti commercializzerà il modello 3D-S2 in Italia e Europa. La rete di distribuzione e assistenza che Olivetti metterà a disposizione è l'elemento focale della notizia: l'intenzione è quella di offrire una stampante 3D Olivetti con caratteristiche tecniche elevate, avente come target le piccole e medie imprese, insieme a tutta una serie di servizi di assistenza strutturata da anni.

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Caratteristiche tecniche della Olivetti 3D-S2:

• Scocca in alluminio anodizzato 45x45 raggiato
• Pannellatura in metacrilato
• Doppio estrusore
• Ugello da 0,20 mm a 0,80 mm
• Possibilità di stampa diretta da SD card senza uso del PC
• Pannello LCD di controllo integrato
• Area di stampa 400x400X400 mm
• Piano riscaldato
• Velocità di stampa 200 mm/s
• Tolleranza di precisione al netto della retrazione materiale (assi X-Y) 0,08 mm.
• Certificazione CE
• Made in Italy
• Temperatura massima estrusore 280°C
• Filamento 1,75 mm



Segue il comunicato stampa.

Olivetti (Gruppo Telecom Italia) annuncia il lancio della sua prima stampante 3D, rivolta al mondo delle piccole e medie imprese.

La Olivetti 3D-S2 sarà prodotta interamente in Italia, nel Canavese, così come tutte italiane saranno le tecnologie impiegate. Sviluppata, infatti, in collaborazione con Gimax, società pratese leader nel settore dell’automazione industriale, la stampante si avvale delle potenzialità della scheda Arduino, la piattaforma di hardware e software open source nata a Ivrea che ha rivoluzionato il mondo della manifattura.

La stampante Olivetti 3D-S2, progettata secondo standard di qualità meccanica ed elettronica di livello industriale, si caratterizza per l’elevata flessibilità nel creare oggetti con qualsiasi tipo di materiale termoplastico, quali plastica, resina, nylon, ma anche con legno, vetro, carbonio e marmo. E’ dotata di un’area di stampa particolarmente ampia che consente di produrre anche oggetti di dimensioni rilevanti (volume di stampa di 40x40x40 cm) a elevata velocità, rendendo possibile la riduzione dei tempi di realizzazione, per esempio, di un prototipo fino al 40% e i relativi costi del 60-70%. La stampante, inoltre, avvalendosi del sistema “open source”, non richiede investimenti tecnologici ulteriori.
Attraverso la propria rete di distribuzione e assistenza, basata su oltre 400 dealer in Italia e 450 in Europa, Olivetti affiancherà le PMI che vorranno avvicinarsi a questa nuova tecnologia, anche attraverso iniziative di formazione del personale. Nei piani dell’azienda, inoltre, la stampante 3D sarà al centro di una nuova piattaforma di tipo collaborativo in grado di consentire la creazione di comunità di interesse attraverso le quali le PMI possano accedere a librerie di oggetti già modellati in CAD-3D, pronti per poter essere impiegati e “stampati”, beneficiando di una riduzione consistente dei  tempi di sviluppo e di realizzazione dei loro prodotti. L’interazione di tale ecosistema, accessibile in modalità Cloud, con la rete di dealer renderà anche possibile la creazione di Centri Servizio dedicati al 3D Printing, all’interno dei quali le PMI non ancora dotate di stampanti  potranno decidere di delocalizzare la propria produzione.

“La tecnologia di stampa 3D si sta affermando quale importante strumento per la digitalizzazione delle piccole e medie imprese e, in particolare, per il rinnovamento del settore manifatturiero. Riteniamo che Olivetti, fedele a una tradizione di innovazione che ne rappresenta il suo DNA, possa contribuire in maniera significativa allo sviluppo di un nuovo Made in Italy in chiave Digital , mettendo a disposizione delle piccole e medie imprese le proprie competenze e gli asset tecnologici insieme con il supporto e l’assistenza garantiti da una presenza capillare sul territorio nazionale”, dichiara Riccardo Delleani, Amministratore delegato di Olivetti.

Link al comunicato su sito Telecom Italia.

stampa3D
Esattamente un anno fa Ewe Industries vinceva il premio Focus for Makers per il progetto più innovativo presentato alla Maker Faire Rome 2014, grazie al suo estrusore di filamento. Fu proprio in quella occasione che venne presentata, in anteprima assoluta, anche la prima stampante 3D dell'azienda - ERA 3D printer.

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In questa edizione della Maker Faire Ewe Industries ha messo in mostra due nuovi modelli di stampanti 3D, sempre sviluppati su movimento delta.


Olympia 3D Printer

Con un volume di stampa di D 40 x H 60 cm, Olympia è una macchina per lo sviluppo di modelli di grandi dimensioni. Il movimento è basato su struttura delta e la tecnologia rimane quella a filamento fuso FDM. La risoluzione di stampa sull'asse Z può arrivare a 50 micron, estrude filamento da 1,75 mm e l'ugello offerto di base ha diametro 0.35 mm.
http://www.stampa3d-forum.it/wp-content/uploads/2015/10/Ewe-industries-stampanti-3d-maker-faire-rome-06.jpg I materiali stampabili sono diversi: l'azienda assicura ottimi risultati col PLA, mentre per stampare ABS e altri materiali speciali bisogna inevitabilmente tenere in conto diversi fattori, in particolare dovuti alla dimensione del modello che si vuole stampare. La velocità massima raggiungibile è quella di 200 mm/s, mentre le connettività possibili con un computer esterno sono via USB o Wireless.

Le dimensioni totali della struttura sono di 642 mm di diametro e 1430 mm di altezza. La scelta di Ewe Industries è stata quella di non andare ad appesantire la macchina con rivestimenti o chiusure esterne, in modo da lasciarne a vista la struttura e renderla comprensibile all'utente finale sin da subito. Il prezzo di vendita è di 4.900€.


Ewe Kit

Seconda novità: una stampante 3D FDM di tipo delta che sarà disponibile in kit. Il progetto è freschissimo ed è stato portato in fiera con ancora alcuni ritocchi da fare, ma si pensa che andrà a colpire tutti gli interessati ad una stampante 3D entry level, in kit e low cost.

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Ewe Kit recupera tutte le caratteristiche tecniche di Era 3D printer, eliminando tutto quello che ne definiva il design esterno e semplificandone le componenti. L'obiettivo di Ewe Industries è quello di andare a offrire una macchina da loro ben conosciuta a prezzo ridotto. Il kit sarà in vendita ad un prezzo tra i 900 e i 1.000 €.



Roberto Coppa
Se da un lato la stampa 3D prende piede a gran velocità permettendo un forte abbassamento dei prezzi, di certo non si può dire lo stesso per gli scanner 3D.  Abbiamo esempi di dispositivi “grezzi” come il Kinect di Microsoft o Cubify di 3D System che sono sì economici, ma cedono per quanto riguarda altri aspetti. Qualità costruttiva, precisione di scan e usabilità lasciano un po’ a desiderare e in fin dei conti viene da chiedersi se valga veramente la pena acquistare qualcosa che è più adatto ad un uso amatoriale.

Rangevision è un’azienda di ingegneri russi nata con l’intento di creare finalmente una linea di scanner con un rapporto qualità-prezzo vincente, portando quindi un prodotto professionale ad un target di pubblico molto più ampio. I loro prodotti sono caratterizzati da una grande facilità di utilizzo: basta collegarli al computer e avviare la scansione attraverso il software proprietario; il risultato è modello 3D altamente dettagliato e comprensivo di texture, esportabile nei formati STL, OBJ e PLY. Funzionano mediante due fotocamere e una lampada alogena per la luce strutturata, quest’ultima proietta strisce di luce verticali e orizzontali per una durata di 5-7 secondi per ottenere i dati sulla profondità.

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Gli scanner Rangevision hanno un range operativo davvero ampio, riescono a elaborare senza difficoltà prodotti molto piccoli, come oggettistica da gioielleria, e molto grandi, come vere le automobili.

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I modelli a listino sono 3: ‘Standard scanner’, ‘Standard plus’ e ‘Advanced’.

Il primo dei tre possiede due fotocamere da 1.3 Megapixel (1280x1024) con una livello di dettaglio che, dipendentemente dal volume di scansione, varia tra 0.05mm e 0.35 mm. La versione “plus” si differenzia unicamente per lo chassis in metallo al posto della plastica del modello precedente.

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Per i più esigenti, Rangevision ha sviluppato il modello top di gamma “Advanced” con una coppia di fotocamere da 2 Megapixel (1600x1200), che impiega un tempo di 12 secondi per scansioni di alta qualità. L’accuratezza varia da 0.043 mm a 0.3 mm, sempre a seconda del volume di scansione.

Per quanto riguarda i campi applicativi, questi prodotti si collocano in diversi settori e campi:

- educazione;

- service 3D;

- arte e sculture;

- reverse engineering;

- design industriale.

Dimensioni e portabilità (7 kg) rendono gli scanner Rangevision dei dispositivi molto validi, senza dimenticare la possibilità di operare fino ad un’ora senza essere collegati a corrente elettrica; il prezzo, che parte da 2600 $, è la chiave per il loro successo.

Ulteriori dettagli sono disponibili nel sito web di Rangevision.

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TCT Show 2015 - Riepilogo

Pubblicato da stampa3D, in Novità,

Il TCT Show + Personalize rappresenta una delle fiere più importanti per quanto riguarda l’additive manifacturing. L’evento ha un valore strategico internazionale per le aziende e assume un’impronta professionale, destinata a mettere in mostra le migliori tecnologie di stampa 3D disponibili al giorno d’oggi.

L’edizione del TCT Show 2015 è stata una delle più visitate e complete sotto tutti i punti di vista. Di seguito trovate i link alla nostra copertura mediatica dell’evento.


TCT SHOW 2015, TUTTI I NOSTRI ARTICOLI:

PLASTINK

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Il produttore italiano di filamento per la stampa 3D ha colto l'occasione del TCT Show 2015 per presentare una serie di nuovi materiali: i PLA metallizzati e il BioNylon. Prosegue a questo link.


AUTODESK EMBER

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Anche se non ci sono state novità da parte di Autodesk, finalmente abbiamo potuto fotografare e filmare la stampante 3D Ember. Il nostro interesse si è però soffermato sui materiali messi a disposizione da Autodesk. Prosegue a questo link.


3DP - 3D PLATFORM


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Il produttore americano ci ha colpiti per la facilità con cui riusciva a stampare materiali flessibili con la propria stampante 3D a grandi dimensioni. Il volume di stampa di questa stampante arriva a 100 x 100 x 50 centimetri. Prosegue a questo link.


MASS PORTAL PHARAOH

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E' la prima volta che ci imbattiamo nelle stampanti 3D Mass Portal. La qualità costruttiva e l'unicità dei loro estrusori sono veramente degni di nota. Possono stampare fino a 3 materiali con un solo ugello. Prosegue a questo link.


HP MULTI JET FUSION TECHNOLOGY

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In occasione del TCT Show 2015 HP ha messo in mostra alcuni modelli stampati con la sua futura stampante 3D, quella che dovrebbe diventare la stampante 3D professionale più veloce al mondo. Prosegue a questo link.


FORMLABS FORM 2


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Se la Form +1 era un'ottima stampante 3D, la Form 2 supera ogni aspettativa. Il volume di stampa maggiorato e il meccanismo di rimescolamento la rendono una delle stampanti 3D a resina più interessanti del momento. Prosegue a questo link.


FORMNEXT - FIERA EUROPEA PER LA STAMPA 3D

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Durante la nostra visita al TCT Show 2015 siamo stati invitati ad assistere alla presentazione del Formnext, la nuova fiera per la stampa 3D che si terrà per la prima volta a Francoforte dal 17 al 20 novembre 2015. Prosegue a questo link.

Ringraziamo Plastink, sponsor ufficiale della nostra visita al TCT Show + Personalize 2015.

stampa3D
Durante la nostra visita al TCT Show 2015 siamo stati invitati ad assistere alla presentazione del Formnext, la nuova fiera per la stampa 3D che si terrà per la prima volta a Francoforte dal 17 al 20 novembre 2015.

Formnext è un'evento internazionale supportato dagli organizzatori del TCT Show, i quali, di fatto, vanno a raddoppiare la propria influenza nel settore. Formnext intende però essere una fiera diversa dal TCT Show, andando a colpire quel target di visitatori altamente professionali e con conoscenze tecniche nella catena produttiva aziendale.

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Facendo riferimento a diversi trend in crescita nel mercato industriale, gli obiettivi di Formnext saranno quelli di:
 


dimostrare come può evolvere la catena produttiva all'interno delle aziende grazie alle nuove tecnologie oggi a disposizione;
far capire perché la stampa 3D e le tecnologie additive potranno cambiare in modo sostanziale il modo di concepire l'industria.

Il concept dell'evento fa quindi riferimento alla catena produttiva industriale e intende andare a mettere in mostra ogni processo che la compone. I settori coperti saranno: stampa 3D, strumenti, prototipazione, automazione, software e hardware, materiali, componenti, metodologie, qualità produttiva, servizi, ricerca e sviluppo.

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Per coprire tutti questi settori, l'evento conterrà diversi spazi: uno centrale dedicato alla stampa 3D, un'area per strumenti e altri macchinari, una piccola area dove esporranno startup del settore selezionate, uno spazio per conferenze completamente gestito dagli organizzatori del TCT, due aree dove verrà messa in mostra la process chain (il processo industriale di produzione) e uno spazio gestito da AUDI.

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Ci tengo a darvi qualche informazione in più sulle ultime due aree citate. All'interno dello spazio espositivo, Formnext intende mettere in mostra un'intera catena produttiva di livello industriale, permettendo ai tecnici visitatori di capire come poter potenziare tecnologicamente i processi che gestiscono all'interno delle proprie aziende. Formnext punta tantissimo su questo tipo di approccio per dimostrare effettivamente quali sono le reali possibilità del giorno d'oggi. La scelta di dare in gestione un'area ad AUDI ha una motivazione: AUDI è una delle aziende più conosciute al mondo e al suo interno incorpora tecnologie che la maggior parte delle aziende non conosce. AUDI è stata quindi invitata a mettere in mostra le proprie tecnologie, offrendosi come ispirazione per tutte le altre aziende.

Le conferenze, organizzate da TCT, si suddivideranno in quattro giornate seguendo un percorso specializzante. Il primo giorno saranno fatte introduzioni sulle tecnologie additive, il secondo e il terzo giorno ci saranno dimostrazioni applicative e il quarto giorno degli approfondimenti tecnici.

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L'evento sarà ospitato nel nuovo polo espositivo di fianco all'aeroporto di Francoforte, il quale vanta più 38.000 metri quadrati di spazio. Ovviamente tale dimensione non fa riferimento all'effettiva estensione della fiera di cui stiamo parlando, ma ci fa capire quanto gli organizzatori stiano pensando in grande. Non ci resta che aspettare l'arrivo del Formnext, dal 17 al 20 novembre a Francoforte, per vedere cosa effettivamente Formnext powered by TCT riuscirà a mettere in mostra.

Ringraziamo Plastink, sponsor ufficiale della nostra visita al TCT Show + Personalize 2015.

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TCT Show 2015 - Mass Portal Pharaoh

Pubblicato da stampa3D, in Novità,

In Mass Portal hanno deciso di non badare a spese, basta un'occhiata alle loro stampanti 3D per rimanere colpiti dai loro particolari estrusori. Mass Portal produce tre modelli di stampanti 3D, tutti di tipologia delta.

L'obiettivo dell'azienda è quello di avere stampanti 3D in grado di usare più materiali possibili con alte qualità produttive. I frame sono in profilati di alluminio rinforzati, assicurando precisione. Sono inoltre dotate di un sistema di autocalibrazione.


L'ESTRUSORE PHARAOH

Progettati per scaldarsi velocemente, gli estrusori di Mass Portal sono elementi fatti su misura per ogni modello di stampante. Il filamento viene raffreddato da tre ventole, favorendo la precisione della finitura finale dei materiali estrusi dallo stesso ugello, che possono arrivare ad un massimo di tre. L'estrusore permette inoltre di stampare materiali flressibili.

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I tre modelli in vendita sono i seguenti:



Mass Portal Pharaoh ED, volume di stampa 20 (diametro) x 20 (altezza) cm, 2700€;
Mass Portal Pharaoh HD, volume di stampa 20 (diametro) x 20 (altezza) cm, con l'aggiunta di schermo LCD touchscreen e interfaccia ottimizzata, estrusore full-metal e ugelli intercambiabili da 0.2, 0.4, 0.8 mm, 3300€;
Mass Portal Grand Pharaoh, volume di stampa 35 (diametro) x 35 (altezza) cm, dotata di autocalibrazione, piatto in vetro, estrusore full-metal, stampa di tre filamenti diversi in contemporanea, schermo LCD touchscreen e interfaccia ottimizzata, 7000€.

Ringraziamo Plastink, sponsor ufficiale della nostra visita al TCT Show + Personalize 2015.

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Dopo il grande annuncio di ottobre 2014, nel quale HP ha dichiarato che si sarebbe affacciata a gamba tesa nel settore della stampa 3D con la stampante 3D più veloce al mondo, questa è stata la prima volta in cui abbiamo potuto vedere coi nostri occhi degli oggetti stampati con la HP Multi Jet Fusion technology.

Le caratteristiche su cui punta HP sono diverse: velocità senza precedenti, precisione non paragonabile a quelle esistenti e possibilità di produrre oggetti con una gamma di colori pressoché infinita.

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Pur avendo chiesto informazioni al responsabile dello stand fieristico, non siamo riusciti a strappare informazioni riguardo il lancio sul mercato, previsto - ci hanno confermato - nel 2016.

Ringraziamo Plastink, sponsor ufficiale della nostra visita al TCT Show + Personalize 2015.

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