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Le migliori guide alla stampa 3D, curate dalla redazione di Stampa 3D forum. Guide all'acquisto, guide all'uso, consigli pratici e molto altro.
MbSt
In un recente articolo avevamo affrontato l'argomento ostico della presunta crisi della stampa 3D, riferendoci in particolare al segmento di mercato delle stampanti 3D desktop. Nel caso ve lo siate perso, tra le varie riflessioni, si evidenziava il fatto che, nonostante vi sia un apparente appiattimento di contenuti e di interesse nei confronti della stampa 3D nel 2015, quasi quotidianamente ci troviamo difronte a nuovi modelli consumer. Spesso le nuove stampanti 3D sono del tutto identiche tra loro, sia sotto l'aspetto estetico che funzionale, si differenziano le une dalle altre unicamente per il logo della ditta produttrice. Risulta perciò comprensibile che alcune aziende, per piazzare le proprie stampanti, si basino su modelli già ampiamente diffusi ed approvati dal mercato, implementandone alcune caratteristiche per differenziare così il proprio prodotto dall'esercito dei cloni.

http://www.stampa3d-forum.it/wp-content/uploads/2015/06/giant-1.jpgPotrebbe essere il caso della nuova Giant 3D Printer, prodotta dalla azienda cinese CTC Electronics e presentata a Zhuhai il 28 maggio. Si tratta di una stampante FFF basata sui progetti open source di Ultimaker ma caratterizzata da un volume di stampa notevolmente incrementato, anche rispetto alla Ultimaker 2 Extended, nello specifico, quello della Giant è di 305 x 305 x 405 mm. Il design risulta abbastanza scarno ed anonimo, la stampante è dotata di display LCD, la struttura è di acciaio. Essendo un prodotto derivato dalla famiglia Ultimaker, include Cura come slicer di default.

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La stampante è dotata di Wi-fi e dunque offre la possibilità di stampare in remoto, compatibile con i sistemi operativi Android ed iOS, può essere controllata anche attraverso smartphone e tablet. L'accuratezza dei movimenti lungo X ed Y è di 10 micron, lungo Z di 1 micron. Consente la stampa sia di PLA che di ABS, quindi è dotata di un piano riscaldato, raggiunge velocità di circa 180 mm/s e presenta un ugello dal diametro di 0,4 oppure 0,2 mm. La stampante è acquistabile a partire dal 1 giugno al prezzo di 9,800 RMB (circa 1420 €) in Cina ed a quasi il doppio, 2500 $, nel resto del mondo. Cosa ne pensate di questa stampante? Scriveteci la vostra opinione sul forum.

Ryka Tempesta

Verso una casa costruita in ABS

Pubblicato da Ryka Tempesta, in Novità,

Modular 3D, embrione di una improbabile costruzione residenziale, è un prototipo per sistemi costruttivi da applicare all’architettura. Ideato, progettato e realizzato da Zachary Schoch ed Eugene Lee, il modello viene presentato al 3D PrinterWorld 2015 a Burbank in California, come prima costruzione stampata in 3d completamente in ABS. Il monoblocco assomiglia più ad un riparo, ad un igloo moderno che non ad una casa costruita in ABS. E nonostante alcuni problemi strutturali (non vi sono chiusure,tamponamenti verticali, ancoraggi al suolo, alloggi per gli impianti, etc..) potremo considerare questa struttura come una base di partenza per sviluppi  futuri dell’ABS e similari nell’architettura.http://www.stampa3d-forum.it/wp-content/uploads/2015/06/prototipo-casa-in-ABS-1.jpg

Ma entriamo nel dettaglio.

Il  monoblocco di ABS è alto 3 mt, si compone di tre pezzi che possono esser assemblati in soli 10 minuti, ed esser facilmente trasportati anche in auto.

http://www.stampa3d-forum.it/wp-content/uploads/2015/06/prototipo-casa-in-ABS-2.jpghttp://www.stampa3d-forum.it/wp-content/uploads/2015/06/prototipo-casa-in-ABS-3.jpghttp://www.stampa3d-forum.it/wp-content/uploads/2015/06/prototipo-casa-in-ABS-4.jpghttp://www.stampa3d-forum.it/wp-content/uploads/2015/06/prototipo-casa-in-ABS-5.jpg

Le tre parti sono state costruite da una stampante 3d con struttura robotizzata, chiamata Euclid  che misura 1,12 m x 1,12 m x 1,2 m. Ma la vera novità sta nel materiale utilizzato: l’ABS, acrilonitrile-butadiene-stirene, materiale ad alte prestazioni, fra i più economici per le stampanti che utilizzano la tecnologia FDM, ha buone caratteristiche meccaniche di rigidezza e durabilità, e supporta alte temperature e per la prima volta si sostituisce ai materiali tradizionali, come le varie miscele di malte.

 http://www.stampa3d-forum.it/wp-content/uploads/2015/06/prototipo-casa-in-ABS-6.jpg http://www.stampa3d-forum.it/wp-content/uploads/2015/06/prototipo-casa-in-ABS-7.jpg

I componenti che costituiscono l'involucro del Modular 3d, possono esser assemblati manualmente, e non differiscono per struttura verticale o orizzontale. Il sistema col quale è progettata e poi realizzata ogni singola parte è internamente cava e potrebbe contenere sistemi meccanici, mentre tubazioni flessibili potrebbero esser montate a posteriori. Per quanto riguarda il possibile condizionamento dell’aria all’interno dell’ambiente, qualora questo fosse interamente chiuso, potrebbe esser progettato e realizzato direttamente in fase di stampa, contestualmente alla struttura, ubicando condotte di ventilazione e bocchette per la diffusione e ripresa/estrazione, dove necessario.

http://www.stampa3d-forum.it/wp-content/uploads/2015/06/prototipo-casa-in-ABS-9.jpghttp://www.stampa3d-forum.it/wp-content/uploads/2015/06/prototipo-casa-in-ABS-8.jpgUna fascia,  integralmente stampata, collega strutturalmente le parti interne e all'esterno, agendo in un modo simile alle diagonali in un traliccio, mentre le singole  parti  si incastrano con meccanismi a scatto impedendo infiltrazioni di acqua. Inoltre si potrebbero allocare ulteriori guarnizioni di tenuta per bloccare passaggi di aria e vapore.

Seppur l'analisi tecnica esposta ampiamente nel blog dello stesso designer Zachary Schoch sia esaustiva, non può non porci diversi dubbi.

Inoltre l'analisi di fattibilità economica ci rivela quanto ancora siamo lontani dalla realizzazione di un edificio  stampato in 3d con materiali differenti da quelli tradizionali, infatti se i costi di gestione dichiarati sono bassi, quelli di realizzazione sono ancora troppo elevati per raggiungere standard accettabili.

Ryka Tempesta
Eletta da 3D Hubs come quarta capitale europea della stampa 3d, Amsterdam si pone come centro europeo di questa tecnologia nella progettazione di grandi strutture. L’idea è della start-up olandese MX3D appare ambiziosa sin dal principio: realizzare un ponte metallico completamente stampato in 3D in una location molto particolare.

Dopo aver sviluppato nello scorso anno la stampante MX3D-resina, il Team si avvale dello stesso robot industriale per la stampa 3d di materiali metallici quali: acciaio, acciaio inox, alluminio, bronzo o rame.

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L'idea è piuttosto semplice, su questo braccio robotico al posto di avere un classico estrusore si trova una saldatrice, la quale deposita il materiale metallico. Man mano che il braccio sale la saldatrice deposita ulteriore metallo completando così la struttura ideata.

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Il progetto riguarda un ponte pedonale sul Canale dei Signori di Amsterdam: l’ Herengracht.

Il canale si snoda da sud a nord nella parte occidentale del centro cittadino e va a formare, insieme al Keizersgracht e al Prinsengracht, la cosiddetta "cerchia dei canali" (Grachtengordel). Fu realizzato tra il 1585 e la seconda metà del XVII secolo. Per chi ancora non avesse avuto il piacere di visitare questa meravigliosa città, spieghiamo che si tratta di uno dei più bei quartieri della città dove il canale, di forma concentrica, era una volta utilizzato per il trasporto urbano e, vista l’importanza, lungo le sue sponde si sono eretti superbi palazzi ornati da finestre colorate o arenaria, allineati l’uno all’altro in maniera ordinata lungo il canale, recentemente dichiarati Patrimonio dell’Umanità protetti dall’UNESCO.

Nonostante il punto esatto non sia stato ancora individuato, il ponte dovrebbe esser costruito lungo questo bellissimo canale e consentirà ai fruitori di godere, con un unico sguardo, della vista di ben 15 ponti. Del progetto tecnico non si conoscono bene i dettagli, ed anche su estetica e costi le lacune abbondano.

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Certo è che il progetto è stato ideato pensando ad un ponte realizzabile in loco con tecnologia MX3d- metal.


Si partirà con l’estrusione della struttura dalla sponda, per poi proseguire sul canale a mezz’aria senza strutture di sostegno, e concludere sulla sponda opposta. Tutto ciò dovrebbe esser reso possibile da un robot, ancorato ad una piattaforma che, unito ad una saldatrice di ultima generazione, estrude filamenti metallici, in questo caso acciaio.

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Il risultato è stato ottenuto dopo un anno intero di messa a punto in laboratorio, dove sono state costruite altre strutture a mezz’aria per testare le reali capacità di realizzazione del sistema di stampa 3d, come spiega Tim Geurtjens, direttore tecnico del Team MX3D. I movimenti combinati del robot / saldatrice sono guidati da diversi tipi di software che sono ancora in fase di sviluppo e che confidano di far convergere in un unica interfaccia semplice da utilizzare anche ai meno esperti. MX3D sta inoltre analizzando differenti tipi di estrusioni secondo linee orizzontali, verticali e spiraliformi. Questo perché le diverse linee richiedono diverse impostazioni, come il tempo di impulso, pause-tempo, altezza strato o orientamento del braccio.

La ricerca iniziata da JORIS Laarman LAB, fondatore di MX3D, supportata da  ACOTECH e HAL e da  AUTODESK, dovrà confluire in un'interfaccia facile da usare e che permetta all'utente di stampare direttamente da CAD.

La costruzione del ponte dovrebbe essere prevista nel 2017. Vi terremo aggiornati se ci saranno ulteriori novità sulla tecnologia.

Gabriele Carrara
Grazie alla nostra amata stampa 3D si possono realizzare molteplici oggetti, dai più svariati pezzi di design, spesso impossibili da realizzare con le tecniche di produzione tradizionali, ai molti oggetti e prototipi di livello ingegneristico. Oggi vi parliamo della prima racchetta da tennis stampata totalmente in 3D e della sua forma rivoluzionaria, resa possibile dalla tecnologia additiva e dalla scienza dei materiali.

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La racchetta da tennis è stata creata da due studenti di design dell’Accademia di Belle Arti di Rimini, Mario Coppola e Salvatore Gallo, in collaborazione con Crp, azienda leader nella ricerca e nello sviluppo di materiali e processi avanzati. Il progetto è iniziato con la consapevolezza di ottenere una racchetta da tennis con delle geometrie complesse, atte ad ottenere il massimo rendimento aerodinamico e la più alta capacità reattiva.http://www.stampa3d-forum.it/wp-content/uploads/2015/05/Racchetta-da-tennis-in-carbonio-stampata-in-3d-01.jpg

Il modelo è stata stampata in 3 pezzi: manico, collo e testa, questo per cercare di ottenere una struttura il più omogenea possibile ottimizzando qualsiasi componente di questo oggetto.

Crp ha quindi messo a disposizione le sue stampanti con tecnologia SLS, ovviamente in grado di conferire al prodotto la resistenza meccanica tale per utilizzare la racchetta in una partita. Infatti, sarebbe abbastanza improbabile raggiungere un livello di resistenza meccanica con le ormai diffuse stampanti 3D a tecnologia FDM.

http://www.stampa3d-forum.it/wp-content/uploads/2015/05/Racchetta-da-tennis-in-carbonio-stampata-in-3d-05.jpg http://www.stampa3d-forum.it/wp-content/uploads/2015/05/Racchetta-da-tennis-in-carbonio-stampata-in-3d-03.jpg

Il materiale utilizzato è un compound di poliammide rinforzato con fibra di carbonio, lo stesso che viene utilizzato in formula 1 e nella creazione di nano satelliti. L'azienda aveva già creato la scocca di uno yacht interamente stampata in 3D, il Livrea 16.

 

 

Maria Livia Rizzo
Tradizionalmente i prodotti vengono fabbricati e immessi in commercio da aziende che, sulla base delle norme previste dal Codice Civile e dal Codice del Consumo, si assumono la responsabilità della loro integrità e del loro corretto funzionamento. L’introduzione nel mercato di stampanti 3D a basso costo rende possibile per qualunque hobbista realizzare manufatti che possono avere la caratteristica di essere complessi, sofisticati e pericolosi. A tale fabbricazione, inoltre, può conseguire la scelta dei makers di vendere questi prodotti, che, una volta acquistati e utilizzati dall’utente finale possono provocare danni a cose o persone.

Accanto al danneggiamento di altri oggetti (si pensi ad una cover per smartphone o tablet stampata in 3D che rovina la superficie del device) vanno considerate le lesioni personali che l’utilizzatore finale o altri soggetti possono subire. Il caso più inquietante riguarda le pistole e i fucili stampati in 3D (peraltro in materiale plastico, il che li rende non rilevabili dai metal detector). Ma basti immaginare anche semplicemente protezioni per coloro che fanno sport estremi o componenti di apparecchiature fabbricate nell’ambito dell’industria automobilistica o aerospaziale. Se difettosi, numerosi prodotti stampati in 3D possono comportare pericoli per l’incolumità o danni alla salute di entità notevole.

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A fronte di tali rischi non risulta, però, ancora chiaro su chi incomba la responsabilità per i danni nei confronti dell’utente ferito a causa del malfunzionamento di un prodotto stampato in 3D. Una sicura attribuzione di responsabilità appare particolarmente complessa per la molteplicità di cause alle quali può essere ricondotto il difetto del prodotto stampato.

Ad essere alterato può essere, ad esempio, a monte, il prodotto originale poi scansionato; ma errori possono intervenire anche durante il procedimento di scansione oppure possono esservi inesattezze nel file digitale. Può, inoltre, essere difettosa la stampante stessa, così come esiste l’eventualità che le materie prime impiegate siano inadeguate o presentino anomalie. Non va infine sottovalutato l’errore umano nell’utilizzo della stampante o nella combinazione dei materiali, che talvolta può anche scaturire da istruzioni e avvertenze (fornite in dotazione con la stampante) non correttamente seguite o di per sé inadeguate.

Una così vasta serie di cause è strettamente connessa al fatto che nel processo produttivo di stampa 3D sono coinvolti più soggetti: in particolar modo il digital designer che ha scritto il codice che ha dato istruzioni alla macchina, il produttore della stampante 3D, e il maker che ha creato e venduto il prodotto difettoso; ma possono essere implicati anche il fornitore delle materie prime, il distributore e il retailer.

In un simile scenario risulta evidente come il 3D printing spezzi la classica identità tra produttore e venditore, da un lato, e azienda dall’altro, turbando la tradizionale disciplina della responsabilità da prodotto e rivelando l’assenza di una specifica legislazione al riguardo, cui consegue il rischio di una eccessiva discrezionalità da parte dell’autorità incaricata di giudicare le controversie insorte in seguito a danni causati da prodotti stampati in 3D.

È, dunque, opportuno che tutti i soggetti coinvolti nel processo di stampa 3D predispongano una adeguata autotutela, affrontando a livello contrattuale le questioni di responsabilità per i danni, mediante l’inserimento, negli accordi definiti con i loro partner commerciali, di determinate condizioni di acquisto o disclaimer di responsabilità, e attraverso la stipulazione di polizze assicurative appropriate che dovranno essere adeguate ai nuovi rischi, alcuni dei quali noti, ma non disciplinati dal diritto, ed altri, allo stato attuale, ancora sconosciuti.

MbSt
Il 10 Giugno 2015 è stato inaugurato presso la sede dell'università LIUC-Carlo Cattaneo, il primo MakerBot Innovation Center d'Europa. La notizia della collaborazione tra l'università del varesotto ed uno dei principali protagonisti del mercato delle stampanti 3D FDM a livello mondiale non può che renderci molto felici.


Cos'è un MakerBot Innovation Center

Un MakerBot Innovation Centre è costituito da un cluster di stampanti 3D MakerBot Replicator gestite da un software, MakerBot Innovation Center Management Platform, atto a rendere agevole e sostenibile il processo di stampa. Lo scopo di un MakerBot IC è quello di far diventare più competitive le imprese e le organizzazioni che se ne fanno carico sotto diversi aspetti, tra cui, principalmente, ricerca, innovazione ed ottimizzazione dei processi di prototipazione.

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Collaborazione con la LIUC

Il MakerBot Innovation Center dell'università Cattaneo è costituito da 20 stampanti 3D, tre Replicator Mini, cinque Z18 e dodici Replicator, che saranno usate sia dagli studenti della LIUC, sia in corsi per imprenditori, tecnici e professionisti. Il centro è gestito dai ricercatori di SmartUp – Laboratorio Fabbricazione Digitale mentre il supporto tecnico è affidato a Energy Group, uno dei principali rivenditori di MakerBot.

"Dopo SmartUp, sviluppato in collaborazione con l’Unione degli Industriali della Provincia di Varese ed il progetto Digital Do It Yourself, che ha ottenuto un finanziamento pari a 2 milioni di euro nell’ambito del programma Horizon 2020, la LIUC aggiunge un altro importante tassello agli sforzi fatti nel campo della fabbricazione digitale con il MakerBot Innovation Center. Il primato europeo ci riempie di soddisfazione ma ancora di più ci convincono i contenuti di questa iniziativa, che porta alla LIUC un vero e proprio centro propulsore di innovazione per diversi target." (Michele Graglia, Presidente della LIUC)

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All’inaugurazione è intervenuto anche Andreas Langfeld, General Manager MakerBot Europe, che ha espresso tutta la soddisfazione dell’azienda rispetto a questo nuovo traguardo. Dagli USA è giunto poi il messaggio di Jonathan Jaglom, CEO di MakerBot:

“Siamo felici di questa partnership con la LIUC che ha permesso di aprire il primo MakerBot Innovation Center in Europa. La stampa 3D sta trasformando il modo di pensare, progettare, inventare e fabbricare. Il MakerBot Innovation Center permette alla LIUC di rendere questa potente tecnologia disponibile agli studenti e di prepararli per il mondo del lavoro di domani. Crediamo che il MakerBot Innovation Center potrà dare agli studenti un vantaggio competitivo creando un ambiente nel quale imprenditorialità, formazione e innovazione vengono coltivati e incoraggiati."

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L’attività formativa avviata all’interno del MakerBot Innovation Center coinvolge in particolare gli studenti della LIUC iscritti al corso di laurea in Ingegneria Gestionale, per i quali sarà attivato, all'interno del piano di studio, un laboratorio di creatività, Innovazione e Design. Il direttore del centro sarà il Prof. Luca Mari che afferma:

"L'attivazione dell'Innovation Center è per la nostra Università una sfida duplice: vogliamo che sia uno strumento per rendere i percorsi di formazione dei nostri studenti sempre più interessanti e capaci di rispondere alle esigenze della società che cambia e nello stesso tempo vogliamo continuare a lavorare per rendere l'Università sempre più aperta al territorio, un luogo di dialogo che promuove l'innovazione anche mettendo alla prova tecnologie come la stampa 3D, che dell'innovazione sono elementi abilitanti.”

Nonostante la LIUC sia un'università privata, auspichiamo che questa collaborazione possa, in futuro, essere uno stimolo, anche e soprattutto per le università pubbliche, a compiere dei passi importanti verso un impiego più articolato delle tecnologie di prototipazione rapida. Qual'è la vostra opinione al riguardo? fatecelo sapere scrivendo sul nostro forum.

MbSt
In un recente articolo vi abbiamo parlato della nuova possibilità di stampa in legno presso il service giapponese Rinkak. Riallacciandoci a quanto già detto, vi annunciamo che i.materialise, il service online di Materialise, sta introducendo, tra i vari materiali adoperabili, anche il legno. L'uso del "presente progressivo" deriva dal fatto che, prima di rendere disponibile ufficialmente la stampa di questo nuovo materiale, i.materialise ha lanciato un contest che fungerà, in un certo qual modo, da beta test.

http://www.stampa3d-forum.it/wp-content/uploads/2015/06/i.materialise-wood-1.jpgMateriale

Fin ora, quando abbiamo parlato di simil-legno, ci siamo quasi sempre riferiti a filamenti tipo Laywood, materiale composto per il 30-40% da fibre di legno riciclato e per il 60-70% da un termopolimero quale PLA oppure ABS. Per quanto appena detto, il materiale, pur presentandosi molto simile al legno nell'aspetto e nell'odore, non può essere classificato come tale a causa della presenza dominante di un termopolimero. Nel caso che stiamo prendendo in esame in questo articolo, invece, il materiale è proprio legno, per essere precisi, trucioli di legno. Non è quindi sbagliato parlare di stampa 3D in legno (piuttosto che stampa 3D in simil-legno) se ci si riferisce alla composizione del materiale, il discorso varia se lo si pensa in termini di proprietà meccaniche. Com'è noto, il legno è un materiale fortemente anisotropo e presenta proprietà meccaniche molto diverse al suo interno. Nel caso della stampa 3D in legno si adopera la sinterizzazione laser di trucioli di legno e quindi, pur essendo una tecnologia che costruisce modelli layer per layer, in un certo senso, l'anisotropia del materiale originario è mitigata. Esteticamente, gli oggetti stampati sono di color marrone sabbia, dalle superfici granulari e leggermente porose.

http://www.stampa3d-forum.it/wp-content/uploads/2015/06/i.materialise-wood-2.jpgContest

Il contest è aperto a tutti e riguarda la progettazione di un oggetto destinato alla stampa 3D in legno. Un'apposita giuria selezionerà i migliori 5 modelli 3D ed i vincitori riceveranno gratuitamente la stampa in legno del proprio modello. Il termine per presentare i propri lavori è il 14 Giugno 2015 entro le ore 23:59 (Central European Time).


Linee Guida per la progettazione 

Per ottenere un oggetto stampato propriamente non è sufficiente impostare in maniera corretta i parametri dello slicer, una fase fondamentale e spesso sottovalutata è la modellazione dell'oggetto. Ragion per cui, i.materialise, così come molti altri service, forniscono delle linee guida per la corretta modellazione dell'oggetto e che, chiaramente, variano da tecnologia a tecnologia di stampa e dipendono anche dalle macchine di cui si dispone. Nel caso della stampa 3D in legno, i.materialise fornisce le seguenti linee guida:

- Volume di stampa massimo: 250 mm x 250 mm x 200 mm (per il contest, invece, il volume massimo richiesto è di 35 cm3 )

- Spessore delle superfici esterne (wall thickness): 3 mm.

http://www.stampa3d-forum.it/wp-content/uploads/2015/06/i.materialise-wood-3.jpg- Modelli cavi con fori d'uscita: Per evitare deformazioni durante la stampa è preferibile creare dei modelli cavi. In questo caso bisogna prevedere almeno un foro d'usita per il legno in polvere intrappolato all'interno del modello e tale foro deve avere un diametro di almeno 15 mm.

http://www.stampa3d-forum.it/wp-content/uploads/2015/06/i.materialise-wood-4.jpgQuesto tipo di tecnologia di stampa, SLS, consente di creare oggetti costituiti da parti mobili le une rispetto alle altre, oggetti costituiti da parti ad incastro o incatenate tra loro. In questi casi vi sono delle regole extra a cui attenersi:

- Distanza tra parti mobili: lo spazio tra le due superfici deve essere di almeno 0.5 mm.

http://www.stampa3d-forum.it/wp-content/uploads/2015/06/i.materialise-wood-5.jpg- Distanza tra anelli di una catena: dipende dalla dimensione degli anelli ma in generale non deve essere inferiore a 0.5 mm.

- Distanza tra parti da assemblare: quando si disegnano parti da incastrare tra loro, la distanza tra di esse deve essere di almeno 0.6 mm.

http://www.stampa3d-forum.it/wp-content/uploads/2015/06/i.materialise-wood-6.jpg- Elementi in rilievo o incavati: in genere è il caso di lettere o loghi, devono avere una profondità (o altezza) minima di 1.5 mm, un'ampiezza minima di 1.5 mm ed una lunghezza di almeno 6 mm.

http://www.stampa3d-forum.it/wp-content/uploads/2015/06/i.materialise-wood-7.jpg

Per ulteriori informazioni sul contest e sulle linee guida per la progettazione di oggetti destinati alla stampa 3D in legno cliccare qui. Le immagini sono tratte dal sito i.materialise.

stampa3D

3D Print Show London 2015: report completo

Pubblicato da stampa3D, in Novità,

E' arrivato il momento di tirare le somme. I nostri tre giorni al 3D Print Show London 2015 - dal 21 al 23 maggio - sono stati intensi e pieni di contenuti da mostrarvi. La location, ossia la Old Truman Brewery, vicinissima a Liverpool Street, si è mostrata interessante quanto ben strutturata. Ammettiamo però di non essere rimasti sbalorditi dall'evento, anzi...


3D Print Show London 2015: la nostra opinione

Quello che abbiamo visto è stato un bell'evento, che raggruppava al suo interno alcuni dei maggiori player internazionali nel settore della stampa 3D. C'erano aziende del calibro di Stratasys, Ultimaker e BigRep, ma il vero fulcro dell'evento sono state altre realtà, quelle che, paradossalmente, noi abbiamo conosciuto da più vicino.

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Mi sto riferendo a Sharebot e alla loro differenziazione di prodotti, a WASP e alle loro Delta 2040 che stampano anche argilla, ai nuovi arrivati di Ira3D, Dynamo3D, BCN3D e così a seguire. Seconda nota positiva: la nostra impressione è stata che le aziende di nazionalità italiana fossero in numero maggiore rispetto quelle provenienti da altre parti del mondo. Quello che ci ha lasciato un po' l'amaro in bocca è che il 3D Print Show London non è stato, a nostro avviso, paragonabile al 3D Print Hub di Milano, sia parlando di dimensioni che parlando di prodotti messi in mostra. Il 3D Print Hub è stato più grande, ha attirato più visitatori e ha messo in mostra più realtà. Non abbiamo visto uno stand di MakerBot - anche se possiamo considerarla presente insieme a Stratasys - e non abbiamo visto uno stand di 3D Systems - che probabilmente non è particolarmente interessata al mercato consumer e preferisce rimanere temporaneamente in disparte.

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Tutto sommato il 3D Print Show rimane un evento unico nel suo genere, punto d'incontro con nuove realtà e ottima rampa di lancio per entrare in un mercato che non è in crisi come qualcuno si diverte a scrivere.


3D Print Show London 2015: quello che abbiamo visto

Ma arriviamo al dunque! Di seguito trovate tutte le novità che abbiamo incontrato e che ci è sembrato doveroso mostrarvi.


BeeVeryCreative

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Lo avevamo preannunciato durante il 3DPrint Hub di Milano che BeeVeryCreative avrebbe lanciato diverse novità, ed ecco che a questo 3D Print Show di Londra l’azienda portoghese ha portato in mostra ben quattro novità. Clicca qui per leggere l'articolo completo.


Zinomat

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Il prodotto è chiamato Zinomat e consiste in un piatto di stampa composto da una superficie leggermente ruvida, flessibile e magnetica. Clicca qui per leggere l'articolo completo.


BCN3D

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Le stampanti 3D Sigma e Lux prodotte da BCN3D Tecnologies, rispettivamente una classica FFF e una DLP, due stampanti concepite con la filosofia Open Source nella mente dei creatori Spagnoli, senza sacrificare design e qualità tecniche. Clicca qui per leggere l'articolo completo.


3Doodler

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Abbiamo pubblicato pochissimi giorni fa la nostra recensione della 3Doodler 2.0, eppure ci ritroviamo di nuovo a parlarne. Lo stand di 3Doodler ci ha attirati subito in quanto abbiamo potuto mettere le mani su quegli accessori che ancora non avevamo visto: il JetPak e il pedale. Clicca qui per leggere l'articolo completo.


Mcor

http://www.stampa3d-forum.it/wp-content/uploads/2015/05/Mcor-IRIS-stampa-3D-carta-04-1024x768.jpg
La tecnologia di stampa sviluppata da Mcor non prevede l’utilizzo di granuli, polveri, resine o filamenti – tecnologie fortemente utilizzate dai colossi della stampa 3D – bensì di fogli di carta in dimensione A4. Clicca qui per leggere l'articolo completo.


Digital Forming

http://www.stampa3d-forum.it/wp-content/uploads/2015/05/Digital-Forming-03-1024x768.jpg
Nella fiera londinese, oltre a produttori di stampanti e filamenti, sono presenti anche dei service. Digital Forming intende mettere in contatto designer e clienti attraverso una piattaforma dedicata. Clicca qui per leggere l'articolo completo.


Zinter

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Le stampanti 3D Zinter sono prodotte da Ion Core Ltd, un team con base negli UK avente esperienza in distribuzione di macchine CNC e soluzioni robotiche permettendogli di imparane i segreti e i punti focali poi trasmessi alle stampanti 3D. Clicca qui per leggere l'articolo completo.


BigRep

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La BigRep ONE.2 ha un volume di lavoro di 1.3 m3, con dimensioni 1100 mm x 1067 mm x 1097 mm. Con tali dimensioni di stampa è una delle stampanti 3D FDM più grandi sul mercato. Clicca qui per leggere l'articolo completo.


3D Print Show: prossimi appuntamenti

Nel corso del 2015 sono previsti altri tre show: California, Paris e Dubai. Per rimanere aggiornati non dovete fare altro che tornare a leggerci!

stampa3D

Crisi della stampa 3D? Ma anche no!

Pubblicato da stampa3D, in Novità,

Pochi giorni fa mi sono imbattuto in un articolo pubblicato sul sito web di Wired Italia, intitolato "La crisi della stampa 3D". Purtroppo. Dico "purtroppo" perché, pur essendo un grande fan della nota rivista di innovazione e tecnologia, solo il titolo mi ha fatto rabbrividire. Il primo pensiero che mi è passato per la testa è stato qualcosa molto simile a "Devo essermi perso qualcosa di grosso". Invece mi sbagliavo.

Nell'articolo pubblicato su Wired Italia si parla della crisi che il settore della stampa 3D starebbe passando in questo periodo. In particolare si parla di, cito testualmente, "una fase stanca", "costi non ancora veramente abbordabili per le masse (in particolare quelli dei materiali)", "qualità di stampa in molti casi troppo approssimativa", "limiti di interesse" e "una certa oscurità culturale al di fuori della cerchia tecnologica". Chi scrive tale contenuto fa poi riferimento al particolare caso di MakerBot, noto produttore di stampanti 3D che nelle scorse settimane ha chiuso i propri negozi fisici, licenziando circa il 20% dei propri dipendenti, arrivando addirittura a definire MakerBot in pura crisi aziendale. Se ci leggete da un po' di tempo saprete sicuramente che affermazioni di questo tipo sono troppo generiche, dimostrando che le letture leggere, soprattutto quelle con titoli ad effetto, fanno presto a diventare virali.


Crisi della stampa 3D? Vi sbagliate di grosso

Il settore della stampa 3D consumer - sia chiaro che sto parlando di stampa 3D consumer - sta passando quello che potrebbe essere definito come un momento particolarmente importante. Nei mesi e negli anni scorsi sono stati tantissimi i produttori di stampanti 3D che hanno provato ad accaparrarsi la propria fetta di mercato. C'è chi è arrivato per primo, c'è chi ci ha provato con progetti alternativi - un esempio possono essere quelle macchine che stampano 3D, fresano e tagliano al laser - e c'è chi ci ha provato attraverso piattaforme di crowdfounding. Fatto sta che, ad oggi, neanche noi sapremmo dirvi quante stampanti 3D di livello consumer sono presenti in commercio. Il boom di produttori e il grande incremento di interesse verso questo nuovo mercato hanno fatto sì che la stampa 3D entrasse sulla bocca di tutti. Ne parlò Beppe Grillo, ne parlarono tutte le più grandi testate giornalistiche del mondo e addirittura i telegiornali. Da qualche mese, però, sembra che tutto si sia leggermente appiattito. Gli articoli sulle testate giornalistiche principali sono calati molto dall'inizio del 2015, eppure continuano a saltare fuori nuovi produttori.

Internamente a Stampa 3D Forum lo sappiamo già da un po' - a noi basta analizzare i dati del web per sapere le cose in anticipo - ma anche chi è dentro il settore da qualche anno sarà sicuramente riuscito a percepire quanto il numero di prodotti offerti sul mercato sia in crescita rispetto alla reale richiesta. Ed è proprio ora che il gioco si fa duro. Non si parla di "crisi della stampa 3D", ma di un mercato non ancora pienamente maturo. Il mondo utopico dove tutti avremo in casa una stampante 3D per produrci il set da cucina della nonna è ancora molto, molto lontano. Questo perché la stampa 3D è ancora una cosa da tecnici: per stampare oggetti bisogna conoscere le caratteristiche della propria stampante 3D e dei materiali di consumo. Per stampare qualcosa di personalizzato non è sufficiente scaricare un modello dal web, ma bisogna saper modellare in 3D, quindi è necessario conoscere almeno un software di modellazione tridimensionale e le caratteristiche che il modello deve avere per essere stampato correttamente. E qui mi fermo, altrimenti finiamo per perderci in crisi esistenziali chiedendoci se le stampanti 3D Plug&Play esistono realmente.


MakerBot: davvero credete che sia in crisi?

Analizzando il caso di MakerBot, è completamente errato parlare di "crisi". Quello che è successo internamente all'azienda americana è stato un semplice, seppur importante, cambio di rotta. Stratasys, sin dal momento dell'acquisizione, ha iniziato a investire capitali per rendere MakerBot il produttore di stampanti 3D più conosciuto al mondo, con l'obiettivo di vendere più stampanti possibili ai consumatori. Sono state fatte tantissime campagne pubblicitarie, sono stati semplificati notevolmente i prodotti e sono stati aperti negozi fisici, tutto nell'ottica di arrivare in casa all'utente più ignorante in materia, cercando di convincerlo che stampare in 3D, dopotutto, non è così difficile. Evidentemente, Stratasys si sbagliava, o meglio, ha spinto troppo in questo senso anticipando i tempi. Quello che è successo nelle scorse settimane, oltre la chiusura dei negozi fisici per la vendita e l'assistenza ai consumatori, è stata l'apertura di numerosi "Innovation Center" marchiati completamente MakerBot. Questa scelta indica la crescita di interesse di MakerBot verso le Università, i centri di ricerca e l'ambiente professionale - ovvero tutte quelle piccole e medie realtà che possono trarre vantaggi dall'utilizzo della stampa 3D. Quello che ha visto MakerBot cambiando rotta è stato un miglioramento della propria clientela, ossia quella cerchia di persone che possono veramente imparare a usare una stampante 3D e che hanno interesse ad usare questa tecnologia all'interno del proprio business.


Le reali prospettive

Questa volta, la nota rivista di innovazione e tecnologia ha dimostrato di non essersi informata quanto sarebbe doveroso fare prima di scrivere un contenuto che parla di "crisi" e declino di un settore che, si prevede, nel 2015 dovrebbe crescere del 40% (fonte). Come dimostra la scelta del titolo, probabilmente l'obiettivo era quello di generare un po' di traffico sul sito web... Senza dubbio ci saranno riusciti.

Se proprio siete curiosi, qui trovate l'articolo di Wired Italia. Dateci pure una letta, ma non credo vi sarà molto d'aiuto.

Ospite

Clonescan3D, i Selfie in 3D

Pubblicato da Ospite, in Novità,

L'ultima tendenza per quanto riguarda la fotografia amatoriale è sicuramente il Selfie, ovvero il vecchio autoscatto. Chi non si è mai fatto un Selfie o ne è stato trascinato dentro con un amico o un'amica? I selfie sono diventati cosi popolari che sono arrivati anche al mondo della stampa 3D, offrendo la possibilità di creare modelli 3D di se stessi.

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Siamo stati invitati da 3DZ Group a Treviso per vedere e provare Clonescan, l'ultimo progetto nato per le scansioni Total Body dei Selfie 3D e per gli altrettanto famosi MiniMe.

Clonescan si presenta come una cabina cubica con all'interno tutta l'attrezzatura per eseguire la scansione. Sicuramente richiama molto l'attenzione, può essere posizionato sia all'interno che all'esterno esterni grazie alla copertura superiore, e ha le potenzialità per essere una grande attrattiva all'interno di eventi.

Dando uno sguardo all'interno troviamo una struttura metallica che sorregge il telo, più un'altra struttura mobile che sorregge 4 sensori che effettuano la telemetria e nel contempo scattano le foto che andranno a comporre il modello tridimensionale del soggetto scansionato.

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A livello pratico non dobbiamo fare altro che posizionarci al centro dello scanner, assumere la posa che vogliamo immortalare, premere "Scan!" e il gioco è fatto. Sicuramente questo scanner 3D ci ha impressionati per la sua velocità: impiega solo 15 secondi circa ad eseguire la scansione, contro le decine di minuti dei metodi tradizionali. Ciò ovviamente permette di scansionare un maggior numero di persone ma anche di poter assumere pose più difficili da mantenere per lungo tempo.

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3DZ Group, unico distributore per l’Italia, ci informa che Clonescan 3D viene fornito con un software dedicato, un PC e tutta l’attrezzatura che permette senza difficoltà di eseguire le scansioni ed esportare direttamente il modello 3D già ottimizzato nel formato .PLY, il formato standard delle stampanti 3D a colori utilizzate per i MiniMe, tra cui le stampanti 3D Systems. In alternativa sarà poi possibile convertire il file nel formato classico .stl.

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Dopo aver visto questo scanner in funzione non ho potuto resistere alla tentazione nel farmi scansionare per poi potermi replicare con la mia stampante 3D. Personalmente ho trovato l'idea e il processo molto divertente. Dopo aver lavorato con svariati modelli tridimensionali averne uno con le proprie sembianze è un'emozione davvero molto particolare, sicuramente un'esperienza da provare.

Clonescan 3D è un’ottima soluzione per eseguire la scansione di persone in modo veloce ed è uno strumento efficace per la digitalizzazione automatica di persone su larga scala.

stampa3D
Ne avevamo già parlato in modo approfondito qui, ma ci sembra giusto mostrarvela di nuovo, questo perché è davvero unica nel suo genere e probabilmente qualcuno di voi se la sarà persa.

La BigRep ONE.2 ha un volume di lavoro di 1.3 m3, con dimensioni 1100 mm x 1067 mm x 1097 mm. Con tali dimensioni di stampa è una delle stampanti 3D FDM più grandi sul mercato.

Di seguito trovate una serie di fotografie che mostrano la stampa di un intero pezzo utilizzato come piedistallo per un tavolo in vetro.

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Seguite questo link per vedere tutte le ultime novità dal 3D Print Show di Londra 2015. 

stampa3D
Tra le macchine più particolari presenti al 3D Printshow di Londra vi segnaliamo la stampante 3D Iris di Mcor Technologies. La tecnologia di stampa sviluppata da Mcor non prevede l'utilizzo di granuli, polveri, resine o filamenti - tecnologie fortemente utilizzate dai colossi della stampa 3D - bensì di fogli di carta in dimensione A4.

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La prima fase di lavorazione prevede la stampa di figure bidimensionali su supporti di carta in dimensione A4, utilizzando una stampante 2D Inkjet ad alta definizione con quattro colorazioni CYMK che permette di produrre oltre un milione di colori. I supporti di carta sono stampati in serie, seguendo l'ordine dei layers che comporranno l'oggetto finale. Una volta stampati tutti gli strati sui fogli di carta, questi vanno spostati all'interno della stampante 3D e posizionati nell'apposito alloggiamento. In un certo senso, questa tecnologia di stampa ci ricorda la tecnologia CJP di 3D Systems, anche se il materiale di stampa è completamente differente - qui trovate un approfondimento su tutte le tecnologie di 3D Systems.

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Una volta messa in funzione, le fasi che effettua la macchina sono le seguenti: il braccio meccanico prende un foglio di carta e lo posiziona nello spazio centrale, assimilabile al piatto di stampa. Il piatto si alza e porta l'ultimo foglio di carta a contatto con una superficie che permette l'incollaggio tra l'ultimo foglio posizionato e quello precedente, facendo combaciare i due strati. Il piatto si abbassa nuovamente e il braccio meccanico inizia a ritagliare il perimetro dell'ultimo layer posizionato. Il foglio di carta che non fa parte dell'oggetto di stampa rimane posizionato all'interno della macchina fungendo da supporto e sarà rimosso a fine lavorazione. Ripetendo queste fasi, posizionando, incollando e ritagliando un foglio sopra l'altro, l'oggetto di stampa prende forma.

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Seguite questo link per leggere tutte le ultime novità dal 3D Print Show di Londra 2015. 

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Abbiamo pubblicato pochissimi giorni fa la nostra recensione della 3Doodler 2.0, eppure ci ritroviamo di nuovo a parlarne. Lo stand di 3Doodler ci ha attirati subito in quanto abbiamo potuto mettere le mani su quegli accessori che ancora non avevamo visto: il JetPak e il pedale.

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Il JetPak è una batteria esterna che permette di usare la 3Doodler senza stare attaccati alla corrente elettrica. L'autonomia offerta è di 3 ore se si usa la penna in low temperature (per il PLA), oppure di 2 ore se usa la penna in high temperature (per l'ABS). L'oggetto è leggero e comodo da utilizzare.

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Il pedale può servire a chi usa la 3Doodler per tempi prolungati, semplificando la fase di estrusione del filamento. E' composta da due grandi tasti: uno che estrude materiale lentamente e l'altro più velocemente, proprio come i due tasti sul corpo della penna. E' piccolo e leggero, si collega ai tre pin sul lato della penna e non necessita di altre modalità di alimentazione.

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Indiscrezione. Abbiamo saputo che 3Doodler sta lavorando per mettere in vendita un piano che possa agevolare la stampa, sia per evitare che il modello si stacchi, sia per rimuoverlo senza portarsi dietro pezzi di carta. Staremo a vedere.

Seguite questo link per vedere tutte le ultime novità dal 3D Print Show di Londra 2015. 

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Arrivano dall'Olanda e puntano a conquistarci col loro nuovissimo piatto di stampa.
 
Il prodotto è chiamato Zinomat e consiste in un piatto di stampa composto da una superficie leggermente ruvida, flessibile e magnetica.

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Ruvida: favorisce l'adesione del materiale stampato sul piano di stampa.
Flessibile: facilità la rimozione del pezzo dal piano di stampa, basta flettere leggermente il piano.
Magnetica: il piano di stampa rimane ancorato alla stampante grazie ad una pellicola magnetica che lo fa aderire perfettamente, evitando qualsiasi tipo di movimento durante la stampa ma rendendone veramente semplice l'applicazione e la rimozione.

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Le dimensioni del piano Zinomat sono di 27 x 22 cm ma si può ritagliare con un cutter, riducendolo alla superficie di stampa desiderata.

Il piano che abbiamo visto noi è ottimizzato per ABS e PLA, mentre ne esiste una seconda versione dedicata al Nylon. Il prezzo è di 27€ e potete procedere all'acquisto a questo link.

Continuate a seguirci per leggere tutte le ultime news del 3D Print Show di Londra 2015.

Roberto Coppa
Attraverso Stampa 3D Forum abbiamo già avuto modo di conoscere i vari store di stampa 3D come i.materialise o Shapeways. I servizi offerti da queste piattaforme web permettono agli utenti di caricare i propri file per poi riceverne a casa il modello stampato in 3D. Eventualmente i modelli possono essere venduti per renderli disponibili anche agli altri utenti.

Allo stesso modo funziona la controparte giapponese Rinkak, capitanata dalla società Kabuku Inc. Rinkak è il market più grande per quanto riguarda il mercato del 3D printing Asiatico, con una vasta offerta di modelli e materiali per tutte le necessità.

Da poco, lo store Rinkak si arricchisce di una nuova, interessante possibilità: la stampa 3D in un materiale molto simile al legno con il grande vantaggio della tecnologia SLS.

http://www.stampa3d-forum.it/wp-content/uploads/2015/05/rinkak-2.jpgIl pezzo finito è molto più apprezzabile dal lato estetico che da quello delle proprietà meccaniche, infatti, come dichiarato dalla stessa Rinkak, il materiale non ha grande resistenza meccanica ed è soggetto a rottura in caso di cadute; inoltre non è adatto per stare a contatto con l'acqua. Al tatto il materiale risulta sabbioso e caldo; il colore è quello naturale del legno utilizzato, ovvero marrone chiaro-nocciola.

http://www.stampa3d-forum.it/wp-content/uploads/2015/05/rinkak-3.jpghttp://www.stampa3d-forum.it/wp-content/uploads/2015/05/rinkak-4.jpg

Si possono stampare modelli con un volume totale di 250mm×250mm×200mm con una risoluzione dei layer di 0.15 millimetri. I modelli non devono avere parti spesse meno di 3 millimetri, inoltre in caso di modelli cavi è necessario un foro per la rimozione della polvere di supporto che rimane durante il processo di stampa, se il foro è troppo piccolo infatti, la polvere non può essere completamente rimossa.

Nel sito sono presenti modelli per tutte le tasche; ovviamente il prezzo varia in base al volume della stampa. Se volete richiedere un modello simil-legno di sicuro effetto vi ricordiamo che fino al 31 Maggio Rinkak applica uno sconto del 20% su tutti i modelli richiesti proprio con questo materiale.

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