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Le migliori guide alla stampa 3D, curate dalla redazione di Stampa 3D forum. Guide all'acquisto, guide all'uso, consigli pratici e molto altro.
Roberto Coppa
Che la stampa 3D stesse facendo passi da gigante ne siamo tutti consapevoli, ma chi l’avrebbe detto che si potesse arrivare a stampare il metallo a casa, producendo oggetti con una comune stampante 3D ad ABS o PLA?

L’idea è venuta all’inventore Brad Woods e per metterla in pratica ha costituito un brillante team di sviluppo assieme a William Howard, fondatore della ‘The Howard Academy for the Metal Arts’, e Glenn Prescott, fabbro con una grande esperienza in campo ingegneristico.

I membri del team hanno ideato un nuovo tipo di filamento chiamato Filamet, composto da un mix di plastica e metallo. Questa miscela permette di ottenere un materiale la cui temperatura di fusione (175°C) è gestibile anche dalle normali stampanti 3D FDM. Si avvicina quindi la possibilità di stampare il metallo a casa.

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Si tratta essenzialmente di un simil-metallo, la cui percentuale di materiale puro si aggira intorno al 85%, mentre il resto, che svolge la funzione di legante, può essere indistintamente ABS o PLA. Per ora i membri del team sono riusciti a creare filamenti di 3 metalli differenti: bronzo, ottone e rame, e ciò equivale già ad un vasto campo di applicazione.

http://www.stampa3d-forum.it/wp-content/uploads/2015/02/stampare-il-metallo-1.jpgPer quanto riguarda le proprietà dei materiali prodotti, Brad Woods dichiara un comportamento meccanico simile alla plastica, un comportamento termico più verso il metallo e proprietà chimiche molto simili al metallo puro. Il tutto è in fase di test e quindi dovremo attendere ancora prima di avere dei dati quantificabili. Proprio per questo motivo, nel promuovere la loro campagna su Kickstarter per ottenere i fondi necessari, hanno focalizzato le potenzialità dei loro filamenti nelle applicazioni artistiche.

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Ma lo sviluppo non è certo al termine, anzi. Attualmente lo stesso team sta lavorando per produrre filamenti con percentuale di metallo puro vicina al 100%, con tutti i vantaggi del caso in merito di prestazioni. Inoltre, sono in fase di test i filamenti in ceramica, carbonio, vetro e materiali magnetici; il che consentirebbe una enorme rivoluzione: pensate solamente alla possibilità di stampare un motore elettrico con la propria stampante 3D desktop in casa.

Se tutto questo però è ancora agli albori, di certo sono molto più tangibili i nuovi filamenti in bronzo, ottone e rame Filamet, che si possono ordinare finanziando la loro campagna di crowdfounding.

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stampa3D
Mortiz Begle della start-up Extrudr – produttrice di filamento estruso in ABS e PLA di alta qualità – introdurrà al mondo dei materiali per la stampa 3D: una panoramica generale dei prodotti disponibili sul mercato e di quelli in via di sperimentazione. Questo webinar è dedicato agli studenti della Fab Academy 2015, ma è aperto a chiunque voglia partecipare. Vi aspettiamo!
 


fabridelo

[TEST] Laybrick Sandstone di FormFutura

Pubblicato da fabridelo, in Recensioni,

Sono passati parecchi mesi dall'ultimo test di materiali su Stampa 3D forum, oggi però vi proponiamo non un semplice PLA (vedi test precedente) ma bensì un filamento considerato dai più come "speciale": il Laybrick sandstone di FormFutura.

Per quanto riguarda la composizione del materiale vi invitiamo a leggere la guida ai materiali per la stampa 3D.http://www.stampa3d-forum.it/wp-content/uploads/2015/02/laybrick-sandstone-formfutura-test-stampa-3d-forum-1.jpg

Il laybrick sandstone di FormFutura si presenta in una semplice confezione di carta da 250 grammi e non è avvolto su nessun supporto di bobina, quindi quando si stampa, o ne creiamo uno oppure lo srotoliamo a mano facendo molta attenzione perché potrebbe incastrarsi o attorcigliarsi su se stesso.

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Il materiale è molto delicato quindi si spezza con facilità e bisogna maneggiarlo con cura. Prima del test abbiamo eseguito delle prove di rottura (del solo filo) e non si riesce a piegarlo oltre i 90 gradi, quindi possiamo affermare che oltre i 95-100 gradi si spezza.

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Laybrick sandstone: il test

La stampante utilizzata per questo test è una Wasp Delta 20x40 impostata su una velocità di 80 mm/s, con un temperatura iniziale di estrusione a 210°C. La retraction deve essere impostata da 50 a 30, altrimenti si potrebbe causare la rottura del filo.

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Con queste impostazioni l'oggetto in test, in questo caso un Moai (il famoso totem dell'isola di Pasqua), risulta avere una finitura "antica" e il materiale tende a scurire un po'. Inoltre in qualche punto si possono notare dei buchi in vari punti della stampa.

Abbassando la velocità a  40 mm/s ma non variando la temperatura dell'estrusore. Il pezzo risulta più preciso e rifinito.

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Eseguiti questi primi test, abbiamo proviamo ad impostare la temperatura d'estrusione consigliata dal produttore che è di 165°C. Però proviamo ad avere una stampa più veloce quindi impostiamo la velocità del contorno esterno a 30 mm/s mentre l'infill la impostiamo a 100 mm/s. Per quanto riguarda l'infill, la casa consiglia di utilizzare come impostazione base un riempimento del 25%. Il risultato è molto buono e la finitura si avvicina al classico PLA di Formfutura Premium ma è inferiore rispetto al Pla Formfutura Easyfil.

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Trovata l'impostazione ideale di stampa, la tentazione per saggiare la resistenza di questo Laybrick sandstone è forte, per cui abbiamo provato semplicemente a forzare l'oggetto con il semplice uso delle mani e già qui ci sono delle sorprese. A parità di forza (nel limite della capacità umane) gli oggetti realizzati con una velocità di stampa più lenta risultano essere molto più resistenti rispetto a quelli stampati più velocemente, tant'è che non siamo riusciti a spezzarli. Invece il pezzo realizzato ad una velocità di 100 mm/s si è spezzato ed ecco il risultato.

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Conclusioni

Pro

Personalmente, al tatto il materiale è davvero piacevole, sembra di toccare veramente della pietra arenaria e su questo punto di vista è promosso a pieni voti.

Variando la temperatura di estrusione, come avete potuto vedere si può variare anche la colorazione finale dell'oggetto come accade per altro con l'utilizzo del laywood. Questo ci consente di creare delle possibili variazioni durante la stampa.


Contro

La prima cosa che si deve dire è che è costoso, infatti il filamento sul sito ufficiale di FormFutura costa poco meno di 25 euro ogni 250 grammi di materiale, quindi sarebbero circa 100 euro al kg.

Purtroppo per stampare bene con questo Laybrick bisogna impostare la velocità molto bassa e questo ne risente su stampe di dimensioni notevoli. Quindi oltrepassare i 60-70 mm/s è controproducente sia per la qualità sia per quanto riguarda la resistenza stessa del materiale. Un'altra cosa da tenere a mente è l'impostazione della retraction, la quale deve essere tra i 50 e i 30 o il filo rischia di rompersi.

Tuttavia come per tutti materiali, una volta trovate le impostazioni impostazioni corrette con questo Laybrick Sandstone c'è da divertirsi.

Roberto Coppa
Cosa c'è di più originale di una riproduzione di noi stessi in 3D? Statuine stampate come fossero un autoscatto realistico in tre dimensioni. La nuova frontiera della stampa 3D è la personalizzazione totale riproducendo, oltre agli oggetti, anche le persone in scala e con fattezze umane.

Esplorando il passato, possiamo vedere che l’uomo, da sempre, ha avuto la necessità e l’abitudine di immortalare la propria immagine. Ha voluto raffigurare se stesso e i propri cari per rimanere nella storia, lasciare un segno indelebile o un semplice ricordo della persona che restasse nella memoria.

Scorrendo attraverso i libri di storia ci accorgiamo di come nelle varie epoche sia sempre mutato il metodo con cui ci raffiguriamo: nella Grecia antica i busti di marmo testimoniavano la potenza dei più grandi sovrani, mentre in tempi più vicini a noi era consuetudine il dipinto di famiglia. Poi ovviamente, l’avvento della fotografia. Tutto è cambiato in maniera radicale: l’acquisizione di immagini è diventata estremamente semplice e supportata da un costo delle fotocamere relativamente basso. Dopo questa grande rivoluzione siamo però arrivati ad un nuovo giro di boa; l’innovazione in questo campo arriva proprio dalla stampa 3D e si prenota per entrare nelle case di tutti in un futuro più vicino di quanto si pensi.

La novità consiste nel creare copie di noi stessi stampati in 3D. Non stiamo parlando di strani cloni, bensì di “statuette” fatti proprio a nostra immagine.

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Per ottenere delle perfette copie miniaturizzate di noi stessi si utilizzano scanner 3D che possono essere mobili oppure delle vere e proprie "cabine" di scansione.

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http://www.stampa3d-forum.it/wp-content/uploads/2015/02/Autoscatto-stampa-3D-17.jpgEsistono già, anche in italia, dei negozi che offrono questo servizio, come Mini-Me Store e Shapify. Il costo va ben oltre la classica fotografia ma il sistema è destinato ad evolversi e diffondersi, e quindi sarà inevitabilmente soggetto a calo di prezzo. Per ora può risultare un regalo sicuramente originale, in futuro ci troveremo più spesso ad avere a che fare con piccoli modellini della nostra famiglia, magari anche stampati da noi stessi.

Siete pronti per sostituire le foto sul comodino con modellini in scala?

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MbSt

Stampanti 3D e pirateria informatica

Pubblicato da MbSt, in Novità,

Come in ogni cosa che riguarda il digitale e il web, anche per la stampa 3D c'è un potenziale rischio legato alla pirateria informatica. Per questo, in attesa di norme adatte, stanno nascendo software che danno sicurezza ai modelli digitali.

Le stampanti 3D sono dei dispositivi rivoluzionari che offrono agli utenti numerosi vantaggi ed opportunità, prima fra tutte, la possibilità di realizzare in tempi brevi ed a costi contenuti degli oggetti fisici, tangibili, concreti, reali. Ho usato volutamente dei sinonimi in maniera ridondante per sottolineare il fatto che, spesso, presi dalla voglia di stringere tra le mani le proprie creazioni, ci si dimentica che l'oggetto fisico, prima di diventare tale, era un file digitale dall'estensione ".stl" e ancor prima un modello 3D realizzato con un software CAD. I dati digitali, siano essi modelli 3D, canzoni o foto, purtroppo sono caratterizzati anche dal fatto di essere estremamente vulnerabili e potenzialmente esposti all'attacco di hackers. Nell'immaginario comune la figura del pirata informatico è legata, prevalentemente alla sottrazione di segreti di stato, database militari, informazioni personali piuttosto che all'appropriazione illecita di file 3D, tuttavia le cose potrebbero sembrare più chiare se le si osserva nell'ottica dello spionaggio industriale e della tutela del IP.


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Uno degli usi principali delle stampanti 3D è legato alla produzione di prototipi industriali. Immaginate che un'azienda voglia lanciare sul mercato un nuovo prodotto e che si affidi alle stampanti 3D per crearne i prototipi. Non sarebbe molto difficile, per un hacker professionista, impossessarsi dei disegni o addirittura sostituirli con modelli 3D simili, apportando piccole variazioni che poi, in fase d'uso del oggetto, potrebbero avere ripercussioni negative sulla produzione. Può sembrare fantascienza eppure la tutela dei propri modelli digitali rappresenta una delle questioni più delicate e spinose in ambito di stampa 3D, in particolare considerando il fatto che al momento non vi sono ancora norme e leggi specifiche, fatta eccezione per quelle già esistenti ma legate alla violazione di copyright, brevetti, marchi ed opere di ingegno.

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Attualmente per tutelare i propri file 3D in maniera efficace si può ricorrere alla crittografia. Un artista ed appassionato di stampa 3D e computational design, Matthew Plummer-Fernandez, ha sviluppato un'applicazione, Disarming Corruptor in grado di crittografare una mesh in formato ".stl" tramutandola in un'altra mesh alla quale sono state applicate rotazioni e torsioni tali da renderla irriconoscibile e comunque non decifrabile. Solo il destinatario del file ".stl" può decrittarlo adoperando una sequenza numerica di sette cifre ricevuta in precedenza dal mittente. Disarming Corruptor è scaricabile gratuitamente ma al momento è disponibile solo per sistemi operativi OSX nonostante Plummer-Fernandez abbia già annunciato di voler rilasciare anche la versione per Linux e Windows.


Sebbene gli obiettivi principali degli hackers siano di solito le grandi aziende e multinazionali, anche i possessori di stampanti 3D desktop potrebbero essere attaccati in diversi modi. Oltre ad azioni di cyber crime sui modelli 3D gli hackers potrebbero arrivare anche a modificare alcuni comportamenti della stampante forzando dei movimenti, interrompendo il ciclo si stampa, imponendo alla macchina temperature troppo elevate o addirittura, in casi molto estremi, facendola esplodere.

Per ulteriori approfondimenti su questo argomento, consiglio la lettura del libro "Stampa 3D, una rivoluzione che cambierà il mondo?" a cura di Cesare Galli ed Antonio Zama, della casa editrice Filodiritto. In particolare, nella seconda parte del volume, oltre al tema delle misure di sicurezza per evitare le frodi aziendali si approfondiscono anche le problematiche legate al copyright, accordi di riservatezza e contrattualistica con i service di stampa 3D e profili ambientali, tematiche da non sottovalutare e sulle quali proporremo presto ulteriori approfondimenti.

Open BioMedical Initiative
Abiti e accessori che integrano tecnologia e strumenti di misura, tecnologia indossabile - wearable - che può aiutare chi fa sport, tenendo controllati i parametri vitali dell'atleta. E la stampa 3D permette di realizzare indumenti su misura, adattabili alle esigenze di tutti.

In un mondo che diventa sempre più competitivo e nel quale bisogna spingere al massimo le proprie prestazioni non ci sorprende che, soprattutto in campo sportivo, ci si debba confrontare ogni giorno con un numero consistente di incidenti e traumi.

Tra i rischi che gli atleti si contendono su base giornaliera spiccano al primo posto i traumi cerebrali che possono a volte rilevarsi debilitanti se non addirittura mortali. Numerosi dispositivi creati per monitorare i parametri standard (come pressione, numero di pulsazioni, respirazione, concentrazione di ossigeno nel sangue) durante lo svolgimento di attività fisiche affollano ormai gli scaffali delle principali catene di articoli sportivi e non. Si tratta dei sempre più noti wearables, sistemi estremamente portatili, in grado di camuffarsi tra gli indumenti accompagnando con funzionalità smart gli esercizi fisici. Non sorprende quindi la notizia che alcuni produttori del mondo dello sport abbiano iniziato a sviluppare sistemi appositi per il monitoraggio di dati conseguenti un trauma, in particolare quello cranico.

Un esempio è il Reebook Checklight della nota casa produttrice, che realizzando questo prodotto apre le porte allo sviluppo di una nuova gamma di soluzioni per controllare le condizioni fisiologiche seguite a urti della testa durante le attività atletiche, fungendo da ausilio per prevenire ed intervenire in caso di incidenti sportivi.

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Il dispositivo, già vincitore dell’International Design Award unendo praticità e utilità, è costituito da una cuffia sensorizzata indossabile sotto i normali caschi di protezione. I sensori posizionati all’interno registrano le accellerazioni a cui è sottoposta la testa segnalando attraverso degli indicatori luminosi di diverso colore la forza dell’impatto. La commercializzazione di questo nuovo dispositivo è stata possibile anche grazie all’impiego della stampa 3D che ha permesso di ridurre notevolmente i costi di prototipazione. Sono state utilizzate non una ma ben cinque diversi tipi di tecnologie di stampa 3D, tra cui la stampa full-color per verificare i sistemi di illuminazione e stampe multi-materiale per le iterazioni di progettazione. Reebok Checklight è passato attraverso una miriade di versioni nel corso degli ultimi quattro anni che hanno portato alla riduzione delle dimensioni garantendo un maggiore livello di comfort. Infine, sono stati eseguiti 465 test di prova con 1500 unità di sperimentazione e prototipi attraverso 15000 test di caduta. La stampa 3D non solo ha aiutato nella progettazione del prodotto finale, ma anche nella realizzazione di modelli personalizzati per verificarne l’adattamento alla fisiologia umana.

http://www.stampa3d-forum.it/wp-content/uploads/2015/02/innovativo-wearable-sport-3.jpgLa collaborazione con Adafruit ha permesso inoltre di ottimizzare i sensori e la loro distribuzione all’interno della cuffia. Una volta attivato, il dispositivo segnalerà con una luce gialla una moderata accelerazione e con una luce rossa un impatto significativo. Il principio su cui si basa la misurazione è chiamato Head Injury Criteria (HIC). Questa metodologia utilizza la risultante lineare dell’ accelerazione misurata in un determinato intervallo di tempo. CheckLight utilizza l’accelerazione e il tempo per calcolare l’integrale della risultante lineare dell’accelerazione determinando la severità dell’impatto tramite confronto di questo valore con una soglia prefissata. Per fare un esempio, se su un periodo di misurazione di 36 ms otteniamo un valore HIC di 1000 questo equivale approssimativamente ad un’ accelerazione costante di 60g. Il dispositivo è anche dotato di una comoda spia che indica lo stato di carica della batteria ed è possibile scegliere diverse taglie per la cuffia. Non è difficile pensare all’applicazione di questo dispositivo anche in ambiti diversi da quello prettamente agonistico, basti pensare semplicemente ad attività comuni come andare in moto o in bicicletta.

Il migliore attacco è una buona difesa insomma, come espresso dallo slogan usato dalla stessa Reebok. Ed anche in questo caso, la stampa 3D è riuscita a “difendere” bene l’innovazione al servizio dell’uomo e alle normali e a volte straordinarie attività che ci accingiamo ad eseguire ogni giorno, supportando lo sviluppo di nuovi approcci al campo sportivo e facilitando la loro diffusione con un deciso contenimento dei costi produttivi.

Orlando Rossi - Open Biomedical Initiative

Ryka Tempesta
La stampa 3d è ormai entrata a pieno titolo nelle fasi progettuali di designer, architetti, ingegneri ed anche pianificatori. Se da una parte però viene facile pensare alle stampanti come metodo per "semplificare" la produzione di modelli in scala, si inizia ad inserire la stampa 3D come parte attiva nel comunicare la pianificazione urbana.

L'uso della stampa 3d nella pianificazione urbana consente una sintesi visiva della capacità dell'uomo di organizzare in diversi spazi la propria esistenza, creando una visione chiara e completa di quanto ci circonda o è lontano da noi.

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La semplificazione dei metodi riproduttivi fa sì che non solo il tecnico sia in grado di leggere la tessitura urbana, ma anche uno spettatore non esperto possa veder rappresentato un progetto in modo comprensibile. Dall'altro lato, ciò consente la valutazione dei progetti con differenti attività: la produzione di modelli in diverse scale, la simulazione degli effetti morfologico-visivi, ambientali e urbanistici dei progetti urbani.

Al politecnico di Milano, come in molte altre università italiane, il sistema riproduttivo 3d è di gran uso nei laboratori, ma assume una semplice funzione informativa. Ma il futuro vede la stampa 3D verso un ruolo attivo nella pianificazione urbana.

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Con la mostra organizzata dal gruppo Filippino WTA Architecture and Design Studio, la riproduzione attraverso la stampa 3d assurge ad una funzione espressivo-comunicativa. Il gruppo cerca di indagare l'effetto del nuovo metodo riproduttivo sul visitatore, rappresentando la crescita smisurata di Manila. L'esplosione di colori dei coni irregolari e di differenti misure ospitano diverse parti della città, cercando di rappresentare i cambiamenti e le contraddizioni dell'evoluzione della seconda città delle filippine per dimensione.

http://www.stampa3d-forum.it/wp-content/uploads/2015/02/pianificazione-urbanistica-5.jpgLa percezione che si crea con le stampe 3d non sarà più solo ottica, ma anche tattile e, come afferma lo stesso William Jr. Ti, architetto del WTA , è questa che permette di creare un rapporto più intimo ed intenso con quanto è rappresentato.

http://www.stampa3d-forum.it/wp-content/uploads/2015/02/pianificazione-urbanistica-6.jpgL'ambiente urbano non è più un ambiente freddo e staccato, così come non lo è più la sua rappresentazione.

“Ci sono molte meno cose nel cielo e sulla terra di quante si contemplino nella nostra filosofia”. Con questa parafrasi shakespeariana si rovesciavano le riflessioni filosofiche di Amleto ad Orazio in considerazioni scientifiche, ricercando instancabilmente la semplicità matriciale nella complessità delle forme evolutive della realtà e della sua organizzazione.

La stampa in 3d non rappresenta solo la possibilità di riprodurre, ma può e deve esser considerata come l'opportunità di caratterizzare ed evolvere un'immagine trasformandola secondo un processo di rielaborazione della realtà percettibile.

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Open BioMedical Initiative
Può una stampante 3D evitare un'operazione chirurgica e rendere meno invasiva una terapia farmacologica? Le ultime ricerche dicono di si. Dalla Louisiana arrivano bioplastiche adatte alla 3D print che permetteranno ai medici di stampare capsule con il giusto contenuto di farmaci, necessarie per terapie particolari e poi riassorbite dall'organismo.

Il boom delle stampanti 3D e’ seguito soprattutto allo scadere dei numerosi brevetti che rendevano questa tecnologia appannaggio delle grandi industrie e aziende. Sembra strano, ma visto il ritmo incalzante dell’evoluzione della tecnologia, si può già parlare di stampanti 3D “classiche”, ormai strumenti di creazione popolari e quasi di massa, mentre in altri campi, come quello medico e biomedico, vengono introdotte proprio adesso pur mantenendosi ancora a prezzi elevati trattandosi in molti casi di applicazioni hi-tech che prevedono l’utilizzo di materiali bio-specifici di non facile produzione. Tuttavia, anche in campo medico il cambiamento sembra essere alle porte grazie alla comparsa delle prime soluzioni a basso costo.

Una delle ultime importanti scoperte è stata realizzata dai ricercatori della Louisiana Tech University e riguarda i sistemi di drug delivery fin’ora impiegati in ambito medico.

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Allo stato attuale per facilitare il trattamento dei pazienti con antibatterici e altri chemioterapici si fa uso di matrici simil ossee che vengono impiantate nel corpo permettendo di rilasciare gradualmente il composto senza dover somministrare singole dosi distinte. Queste matrici consistono spesso in strutture a forma di “perle” che tuttavia non vengono riassorbite dall’organismo e devono essere rimosse per via chirurgica. Tutto questo fino a quando i dottorandi Jeffery Weisman, del programma di ingegneria biomedica e biologia, e Connor Nicholson, ingegnere dei nanosistemi, in cooperazione con il Dr. David K. Mills ed Extrusionbot, non hanno pensato di sfruttare le potenzialità della MakerBot Replicator 2 per sviluppare un proprio sistema di estrusione per stampare filamenti biocompatibili e sostituire le tradizionali perline.

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Il filamento in questione è costituito da una bioplastica che può essere riassorbita dal corpo umano evitando ulteriori interventi chirurgici. Come descritto dallo stesso Dr. Mills, ad un certo punto si è pensato se fosse possibile con opportuni materiali stampare in 3D (di cui i due team stavano già valutando altre applicazioni) le tradizionali perline per il delivery di antibiotici. Il materiale stampato, grazie alla flessibilità di fabbricazione, può essere facilmente manipolato e “arricchito” con antibiotici o altri farmaci, e una volta dentro il corpo viene naturalmente consumato nel corso del tempo.

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Le perle stampate possono essere modificate fino ad assumere una forma cava, aumentando l’area di superficie e permettendo così una più efficace modulazione del rilascio del farmaco. Allo stesso tempo è possibile localizzare e delimitare il trattamento, evitando la diffusione del farmaco a tutto il corpo e limitando danni al fegato e ai reni.

Un altro vantaggio del metodo sviluppato dal Dr. Mills è che, lì dove l’aggiunta degli antibiotici nei metodi tradizionali richiede normalmente impianti industriali per assicurare una corretta dispersione del farmaco nella matrice, in questo la dispersione avviene su scala estremamente più limitata permettendo ai ricercatori un elevato livello di personalizzazione e sperimentazione nell’aggiunta degli addittivi ai livelli desiderati.

Ma la grande rivoluzione portata dal team è che il materiale sviluppato può essere realizzato con qualsiasi stampante 3D, anche quelle consumer, permettendo a farmacisti ospedalieri e medici di riprodurre il filamento ovunque nel mondo per tentare nuovi metodi di terapia farmacologica in base alle necessità e casistiche individuali. Anche in questo caso, le stampanti 3D si sono mostrate strumenti perfetti per sperimentare nuove idee senza spese eccessive. Economica, flessibile, personalizzabile: questi i punti forti della stampa 3D, a cui aggiungere idee concrete per sviluppare soluzioni innovative al servizio dell’uomo.

Valentino Megale 

Roberto Coppa
Quest’anno al CES di Las Vegas ci sono state tante novità, ma ha fatto la sua comparsa anche la prima stampante 3D in grado di stampare fibra di carbonio, oltre che kevlar e fibra di vetro.  La Mark One di MarkForged rivoluziona la produzione di un materiale tanto performante quanto scomodo da produrre, semplificandone all’osso le difficoltà produttive.

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Anche se il prezzo di ben 5500 $ indirizza l’acquisto verso i professionisti, la sua facilità di utilizzo rema in senso opposto. La chiave del funzionamento della stampante consiste nella produzione di oggetti in nylon rinforzati con la fibra di carbonio, tramite due estrusori dedicati.

E’ affiancata da un software slicer proprietario chiamato Eiger, che elabora i file STL decidendo autonomamente la posizione e il numero degli strati di fibra di carbonio da inserire. Questi ultimi vengono stampati come un telaio all’interno del prodotto, e lo rendono estremamente rigido e resistente a flessione.

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Il pezzo finito non necessita dell’applicazione di resine, tutto sta nella speciale miscela di materiali termoplastici che indurisce immediatamente durante la stampa. Mark One produce oggetti per un volume massimo di 320 x 132 x H 160 mm con una risoluzione minima dei layer di 100 micron per il nylon e di 200 micron per il carbonio.

Greg Mark, fondatore e CEO di MarkForged, ha mostrato in fiera molti risultati di stampa, tra cui staffe per alettoni di auto da corsa. Le applicazioni infatti possono essere innumerevoli, grazie alla tecnologia che permette di avere un rapporto resistenza-peso migliore rispetto all'alluminio 6061. Purtroppo con questa stampante 3D non si riusciranno a realizzare pezzi in fibra di carbonio completi (intesi come lavorazione classica su strati) ma sicuramente si possono realizzare oggetti molto resistenti rispetto a pezzi stampati con solo materiale plastico.

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Lo slicer Eiger, prodotto direttamente dall'azienda, è raggiungibile direttamente dal browser Chrome senza dover scaricare nulla; è dotato di un database di file già pronti per la stampa e permette di salvare il proprio lavoro sul cloud. Tramite Eiger è possibile inoltre mettere in pausa la stampa, ciò permette anche l'inserimento di parti mobili all'interno dei nostri oggetti per produrre elementi davvero interessanti.

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Nel caso vogliate essere tra i primi al mondo a stampare fibra di carbonio, Mark One è disponibile nel sito di MarkForged anche in developers kit.


Open BioMedical Initiative
Vi siete mai chiesti in cosa può trasformarsi un cuscinetto a ingranaggi? Tim, maker e blogger, lo ha trasformato in una pompa peristaltica utilizzabile in qualsiasi progetto in cui è necessario far muovere automaticamente e con precisione un liquido da un luogo all'altro. Per pompa peristaltica si intende un dispositivo che per funzionare sfrutta il principio della peristalsi cioè il transito di una strozzatura su un tubo, in modo da spingere il fluido contenuto in esso verso l’esterno.

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In particolare una pompa peristaltica rotatoria è costituita da una struttura rotante composta da due o più rulli che a loro volta girano attorno al loro asse. Con il loro spostamento i rulli ostruiscono volta per volta tratti adiacenti di tubo in modo tale che dopo che il primo rullo è passato, il tubo ritorna alla sua dimensione iniziale creando il vuoto e quindi il conseguente risucchio del fluido. La pompa è alimentata da un motore elettrico collegato direttamente alla struttura rotante principale. La quantità di liquido che viene spinto, ogni volta, fuori dal tubo viene determinato contemporaneamente dalla distanza interposta fra due rulli consecutivi e dalla velocità alla quale gira su se stessa la struttura rotante.

Le pompe peristaltiche sono utilizzate principalmente per applicazioni mediche, per infondere sostanze come insulina, ormoni, farmaci come i narcotici oppure durante operazioni chirurgiche di bypass cardiopolmonari, permettendo di far circolare sangue e ossigeno attraverso il sistema esterno durante l’intervento. Vengono inoltre utilizzate per la chiarificazione e sterilizzazione per filtrazione di terreni di coltura usati per colture di cellule in laboratorio.

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Ciò non toglie che con un po’ di estro si possano trovare altre applicazioni, ad esempio potrebbero essere utilizzate in una serra per controllare il flusso dell’acqua in un sistema acquaponico!

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Tim sul suo blog racconta di essersi ispirato all’ingranaggio planetario, il cui disegno è reperibile su Thingiverse. Come l’ingranaggio, la pompa è stampabile in un unico pezzo completo di rulli di movimento e non necessita quindi di nessun assemblaggio, al di là del montaggio del tubo flessibile. La pompa è azionata attraverso un dado esagonale standard di ¼ di pollice, ma si può facilmente personalizzare per includere il tipo di meccanismo necessario a generare il movimento.

Potete vedere il meccanismo collegato ad un trapano in questo video che mostra la pompa in azione:


Tim ha progettato la pompa in OpenSCAD e il suo file puo’ essere consultato al seguente link: http://tim.cexx.org/projects/3d/peristaltic.scad. Il disegno della pompa è completamente parametrico, in modo da poter regolare il diametro, l'altezza e la geometria del canale del tubo se è necessario. Pensate, inventate e stampate: con la stampa 3D rivoluzioneremo il mondo!

Lusiana Pasquini 

stampa3D

RESHAPE 15 - Wearable tecnology competition

Pubblicato da stampa3D, in Novità,

E' stato lanciato ufficialmente questo 15 gennaio la nuova edizione di Reshape, concorso per makers e creativi ideata dall'ormai famosa piattaforma di ricerca, educazione e produzione di idee digitali. Reshape è un'entità che si concentra sui processi innovativi legati alla fabbricazione, cercando la formulazione di nuovi sviluppi di mercato e di vendita per i nuovi artigiani digitali.


RESHAPE 15 - Wearable technology competition

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Il concorso di quest'anno si basa sul tema della wearable technology, settore che negli scorsi mesi ha messo in luce progetti unici prodotti grazie alle nuove tecnologie digitali, stampa 3D in primis.

"I partecipanti al concorso sono invitati ad esplorare le possibili evoluzioni collegate al mondo della wearable technology. Ancora una volta Reshape lascia ai progettisti la libertà e la responsabilità delle proprie scelte, sebbene tutte le proposte debbano riflettere la filosofia di Reshape: combinare idee con processi di fabbricazione e strategie di mercato.

La rete distribuita di fabbricazione di Reshape comprende vari FabLabs e Maker Space, tutti dotati di macchinari per la fabbricazione digitale come taglio laser, stampanti 3D, fresatrici e bracci robotici. I progetti sono tenuti a far riferimento a questi macchinari come strumenti principali per il processo di produzione. Metodi d’assemblaggio e costi di fabbricazione saranno presi in considerazione nel processo di valutazione."

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GIURIA E CRITERI DI VALUTAZIONE

I progetti presentati saranno valutati da un gruppo di esperti provenienti dal campo della moda e della fabbricazione digitale. La selezione seguirà un iter di valutazione su una scala da 1 a 10 in base a diverse caratteristiche: l'idea, la fabbricabilità del prototipo e la strategia di mercato.


PREMI/DIRITTI

Per partecipare al concorso è necessario versare una quota d'iscrizione pari a 50 euro, valida per un solo progetto e necessaria per ricevere il codice identificativo da inserire sulle tavole di progetto.

L’ammontare totale dei premi è di  2700 €, suddivisi come segue:

1°classificato   1500 €*

2° classificato   700 €* 

3° classificato   500 €*
Tutti i vincitori saranno inseriti nella piattaforma online di RESHAPE, dove sarà presente un collegamento diretto ad ogni progetto con le informazioni di ogni designer, saranno invitati a prendere parte a laboratori e corsi in diversi FabLabs collegati al concorso ed esposti in vari eventi internazionali.


TIMELINE

15 Gennaio 2015 _Registrazione online disponibile su www.youreshape.com

15 Gennaio - 31 Maggio 2015_ Periodo di registrazione e chiusura iscrizioni.

15 Gennaio - 30 Aprile 2015_ Domande e Risposte su www.youreshape.com

31 Maggio 2015_ consegna degli elaborati entro e non oltre le ore 23:59 (UTC/GMT +1 hour)

1 Giugno – 30 Giugno 2015_ Valutazione dei progetti.

6 Luglio 2015_ Annuncio dei Vincitori

Da definire : Cerimonia di premiazione ed esibizione finale.
Anche quest'anno la stampa 3D sarà argomento centrale all'interno della competition. Non vi resta che accettare la sfida e dimostrare di che pasta siete fatti.

Per ulteriori informazioni vi rimandiamo al sito ufficiale di Reshape: www.youreshape.com

 

MbSt

Sharebox 3D: 4 possibili alternative

Pubblicato da MbSt, in Novità,

Questi ultimi giorni sono stati molto intensi per Sharebot. L'azienda brianzola infatti ha avviato una campagna di crowdfunding su "Indiegogo" per poter dar vita ad un nuovo prodotto hardware, Sharebox 3D, che consentirà di controllare da remoto qualunque stampante 3D, semplificando e rendendo user friendly l'intero processo di stampa (per informazioni più precise, leggete un nostro precedente articolo o visitate il sito ufficiale di Sharebox3d).


Nonostante siano passati solo pochi giorni dalla divulgazione delle prime informazioni e delle caratteristiche di questo prodotto, il web è stato inondato di commenti ed opinioni molto diversi tra loro e riguardanti la reale utilità e novità di questo dispositivo. L'articolo che vi proponiamo oggi vuole rappresentare una mediazione tra le due posizioni estreme; presenteremo delle "possibili" alternative alla Sharebox 3D ed in questo modo mitigheremo sia gli entusiasmi di chi lo ritiene un prodotto assolutamente unico e primo nel suo genere, sia le critiche aspre di chi sostiene che sia un prodotto inutile. La presenza di possibili alternative, infatti, conferma che è un prodotto molto utile, tant'è vero che anche altre aziende si sono dedicate allo sviluppo di dispositivi del genere. Premetto, inoltre, che la maggior parte di questi dispositivi è ancora in fase di industrializzazione quindi non è ancora possibile individuare con precisione i pregi e difetti di ciascuno di essi. Ci limiteremo quindi a presentarli sinteticamente, basandoci sulle informazioni fornite dalle case produttrici.


1) Astroprint 

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Astroprint è un prodotto lanciato sempre tramite una piattaforma di crowdfunding da una startup californiana, 3Dagogo. Si tratta di una piattaforma che da la possibilità di controllare la propria stampante attraverso un qualsiasi dispositivo (smartphone, tablet ecc) ed è composta da una parte hardware ed una software. Astrobox è la parte hardware, si tratta di un case in acrilico contenente una scheda pcDuino v2, due volte più veloce di Raspberry Pi, che si connette alla stampante tramite cavo USB ed in wifi agli altri dispositivi. La parte software è costituita da AstroPrint.com ed in seguito alla creazione di un proprio account, l'utente può accedere a servizi di slicing, organizzazione ed archiviazione dei modelli nel cloud. Collegando una webcam è possibile monitorare il processo di stampa in corso. Il prezzo di questo di $ 149, webcam esclusa, in alternativa è possibile caricare il software Astroprint sulla propria Rasperry Pi o PcDuino.


2) Printtopeer 

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Ci troviamo sempre in Nord America, in Canada questa volta ed anche in questo caso la startup PrintToPeer si è affidata al crowdfunding per realizzare il proprio dispositivo. L'idea alla base del progetto era quella di avere un'interfaccia unica per controllare stampanti 3D diverse. Per realizzare il proprio obiettivo, PrintToPeer ha scelto di adoperare un'applicazione dedicata e come hardware Raspberry Pi, connettendolo alla stampante 3D mediante cavo USB e in wireless agli altri dispositivi. Analogamente al caso precedente, l'utente può accedere a servizi di slicing, gestione e riparazione dei file tramite il cloud e connettendo una webcam alla Raspberry Pi, può monitorare il processo in real time. Da segnalare è la collaborazione con 3D Hubs che mira a rendere ancora più immediata e rapida la stampa di oggetti modellati da terzi sulla propria stampante 3D. La campagna di raccolta fondi è stata lanciata su Indiegogo ed al momento è stata rilasciata solo una versione beta del prodotto.


3) The Whip 


The Whip è un dispositivo sviluppato da 3D Pioneer Systems ed analogamente ai casi precedenti, ha come obiettivo il miglioramento del processo e dell'esperienza di stampa. Attualmente è solo un prototipo ma è stato pensato per essere compatibile con tutte le stampanti 3D attualmente presenti sul mercato. Gli utenti possono connettere in rete le proprie stampanti mediante il wifi, visualizzare gli oggetti su uno schermo LCD touch screen prima di lanciarli in produzione e controllarne lo stato d'avanzamento in tempo reale. Sarà possibile, inoltre, condividere le fasi del progetto sui principali social network.


4) Octorpint 

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Una valida alternativa OpenSource è sicuramente Octoprint, un software di controllo remoto per stampanti 3D da caricare su board Linux based come la Rasperry Pi e Beagleboard Black. La lista delle Features è  molto ricca:, include una vasta compatibilità con le stampanti in commercio, la possibilità di caricare i file gcode attraverso wifi, come permette di eseguire automaticamente lo slicing del file stl attraverso Slic3r e Cura core, per poi essere stampato con facilità. Inoltre Octoprint offre la possibilità di collegamento di una webcam per il controllo remoto della stampante con un interessante funzione di creazione di Timelapse della stampa. Il software è completamente gratuito e sono disponibili le "immagini" per Raspberry pronte per essere caricate senza troppe difficoltà.

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Oltre a questi esempi appena enunciati esistono anche altre possibilità per controllare da remoto la propria stampante 3D, una su tutte è il kit ZUBI  presentato al Rome Maker Faire di ottobre 2014, costituito da hardware e software open-source, facile da assemblare, molto economico ma sicuramente indirizzato ad un target leggermente diverso rispetto a quello dei tre esempi precedenti. In quest'ultimo caso, infatti, è richiesto all'utente l'assemblaggio di un kit che, a seconda dei casi, può risultare un'operazione più o meno impegnativa considerando inoltre che non tutti i possessori di stampanti 3D hanno voglia di "smanettare", passatemi il termine, con circuiti, cavi e sensori.

A partire da quest'ultima considerazione vorrei proporre ai lettori una breve riflessione: Il fatto che un prodotto esista già in una certa forma e pensato per un certo tipo di utenti non implica che il prodotto stesso non possa essere implementato o migliorato o trasformato in futuro per consentirne l'uso ad un altro target. Le novità possono essere rappresentate anche da un diverso uso o da una maniera migliore di usare un prodotto che già esiste; l'aratro in legno e l'aratro pesante sono, concettualmente la stessa cosa, eppure il secondo ha determinato una rivoluzione in ambito agricolo.

Per qualsiasi informazione, dubbio e perchè no, anche polemica vi invitiamo a scrivere sul forum.

Open BioMedical Initiative
Cina, innegabile potenza economica riuscita ormai a conquistarsi un posto privilegiato in quasi ogni settore, nota sia per il suo commercio a basso costo come per il suo grande impegno nello sviluppo del settore tecnologico, anche nel settore della biostampa 3D. Come diversi altri paesi, nel pieno della moderna Crisi, ha ben compreso che la tecnologia è la chiave per scardinare vecchi equilibri e rivoluzionare il proprio ruolo nel gioco di influenze che attraversano la società. La Cina è attualmente impegnata su tutti i fronti dell’innovazione, dai viaggi spaziali alla biotecnologia, dalla medicina fino, ovviamente, alla stampa 3D. Per quanto riguarda la fabbricazione digitale, la Cina rappresenta già da tempo la fortuna di tanti makers che, grazie ai mercati online orientali o ai prodotti importati, hanno potuto usufruire di elettronica a basso costo e a svariati modelli di stampanti 3D economiche, la cui qualità tende a salire nel tempo, come nei recenti modelli di DreamMaker presentati su Kickstarter. Ma in mezzo a tanta innovazione spunta anche quella che è la ricerca di frontiera della stampa 3D, ossia la biostampa. Dopo Organovo in USA e 3D Bioprinting Solutions in Russia, anche la Cina si presenta sulla scena internazionale con la sua fucina di idee grazie all’azienda Quingdao Unique. L’azienda cinese, già leader nel settore della stampa tradizionale, ha recentemente presentato la sua biostampante 3D di seconda generazione, la Anyprint B01CS.

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Si tratta di una macchina capace di realizzare strutture biologiche contenenti cellule e biomateriali di supporto appositamente studiati dalla Unique Technology. La stampa viene eseguita grazie a quattro ugelli che permettono la deposizione multi-materiale simultanea ad una velocità di circa 0.5 mm-150 mm/s e un’accuratezza dichiarata di 5 micron. Nei laboratori dell’azienda sono state già stampate cellule staminali di vario tipo, da cellule adipose a quelle stromali di cornea, con ottimi risultati in termini di vitalità cellulare durata più del previsto. E per i prossimi 5 anni sono in programma le prime stampe di cartilagine, cornea e tessuti vascolari.

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Ma la macchina presentata dalla Quingdao Unique ha un’ulteriore punto a suo favore, stiamo parlando ovviamente del prezzo. Si tratta probabilmente della prima biostampante 3D davvero economica, almeno per i canoni presenti, in quanto può essere acquistata a “soli” 19,000 euro, spedita e consegnata entro un mese. Un prodotto del genere può di fatti diventare appetibile per aziende di ricerca private ma anche ospedali e università e le tempistiche di distribuzione iniziano a far presagire un futuro che potrebbe appannarsi di aggettivi come consumer o di massa. Non possiamo sapere come esattamente si svilupperà, ma di sicuro la biostampa 3D sta iniziando la sua corsa per raggiungere il podio delle tecnologie di punta del mondo moderno. La Cina ha colto al volo le sue potenzialità e ha deciso così di investire nel suo sviluppo, le cui conseguenze possono essere appena intuite. La biostampa 3D avanza ancora silenziosa, relegata in laboratori di ricerca più che in fablab e scrivanie, ma se pensiamo al percorso seguito dalla stampa 3D e all’esplosione di creatività e innovazione da essa derivato, ciò che nascerà da una tecnologia capace di unire biologia e ingegneria avrà un impatto universale in tutti i campi, primo tra tutti medicina e salute.



Valentino Megale 

MbSt
Pochi giorni fa abbiamo pubblicato un articolo volto a fare chiarezza su alcuni limiti e false credenze che si sentono spesso dire sulla stampa 3D evidenziando, in particolare, che in realtà il processo di produzione additiva di oggetti non sia così rapido e user-friendly come alcuni vogliono farci credere. Infatti bisogna inevitabilmente interfacciarsi con alcune fasi, quali per esempio la modellazione e le impostazioni dello slicer, che possono influenzare notevolmente la realizzazione e la qualità dell'oggetto desiderato.

Oggi Sharebot, nota azienda brianzola produttrice di stampanti 3D, lancia una nuova ed ambiziosa sfida proponendoci un prodotto, Sharebox3D che, stando alle dichiarazioni del comunicato stampa ufficiale, rivoluzionerà l'intero processo di stampa 3D, semplificandolo e migliorandolo e portando la user-experience ad un nuovo livello.

Che Sharebot fosse un'azienda dalle mille risorse, in pieno stile imprenditoriale italiano, l'avevamo già notato dalla realizzazione di "Rappy", stampante 3D in fascicoli, lanciata in collaborazione con Hachette. Questa volta, invece, per il lancio di Sharebox3D, Sharebot ha pensato di avviare una campagna di crowdfunding su Indiegogo per poter raggiungere e coinvolgere il maggior numero di persone possibile. Come si legge dal comunicato ufficiale della azienda:

"Sharebox3D non è un progetto allo stato embrionale, ma un prototipo perfettamente testato e funzionante, nato dal reparto Ricerca e Sviluppo di Sharebot, pronto per essere industrializzato e lanciato ufficialmente entro la fine del 2015. Con Sharebox3D l'intero processo di stampa e l'approccio stesso alla stampa 3D sarà innovato, rivoluzionando quelli che fino ad oggi erano i punti fermi di questa tecnologia."

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Come anticipato, quindi, il lancio ufficiale avverrà sulla piattaforma di crowdfunding Indiegogo a partire dal 19 Gennaio mentre già dal 12 Gennaio sarà aperta una pagina Facebook che consentirà a chiunque di seguire gli aggiornamenti e gli stati di avanzamento del progetto.

Che dire, date le premesse, curiosità ed aspettative sono ai massimi livelli. Ulteriori dettagli in merito seguiranno successivamente!


[Aggiornamento - 18:05 16/01/2015]

Dopo quasi una settimana di attese ecco svelate le prime indiscrezioni su Sharebox3D:

Si tratta di un hardware esterno che consentirà di lavorare da remoto su un file .stl controllando ogni fase di stampa e offrendo anche la possibilità di archiviare e condividere i file con amici e colleghi anche (e soprattutto) se non si è vicini alla stampante.

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Come riporta il comunicato stampa ufficiale, tramite Sharebox3D sarà possibile generare un Gcode che, tramite wireless, sarà inviato alla stampante senza dover usare alcun cavo USB o SD card. L'utente avrà la possibilità di avviare la stampa da remoto e di controllarne le fasi, con qualsiasi device (sia esso smartphone, tablet o computer) anche se non si è in prossimità della stampante. Nello specifico sarà possibile scegliere quale file mandare in stampa e con quale materiale, controllando che i parametri e settaggi siano corretti e adatti all'oggetto che si sta per realizzare. C'è da sottolineare che l'hardware sarà compatibile tutti i principali firmware e programmi di slicing e non solo con le stampanti 3D Sharebot.

Ma non è finita qui, infatti collegando Sharebox3D ad una webcam si potrà avere pieno controllo sull'avanzamento del processo soprattutto quando non si è in prossimità della stampante, visualizzando il modello e osservandone la realizzazione in diretta. Questa caratteristica offre anche la possibilità di modificare il processo di stampa agendo sui parametri impostati (flusso, velocità, temperatura del piano e temperatura di estrusione). Da qualsiasi luogo e in qualsiasi momento potranno essere effettuate tutte le modifiche ed i cambiamenti ritenuti necessari. Inoltre verranno registrati automaticamente il numero di layer stampati consentendo, nel caso in cui la stampa dovesse interrompersi bruscamente (manderà una notifica di avviso nel caso dovesse succedere), di risalire all'ultimo layer stampato di modo che si possa far ripartire la stampa dall'esatto punto in cui essa si era fermata. Il sistema di notifiche permette di sapere cosa sta succedendo al vostro oggetto in ogni momento e, non appena la stampa sarà terminata, si verrà informati tramite un messaggio. Per fare tutto ciò sarà disponibile una web app che diventerà l'unico strumento con cui interfacciarsi per la realizzazione di una stampa 3D.

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Successivamente, a stampa ultimata, sarà possibile archiviare i propri file .stl e i propri Gcode per poterli riutilizzare in un secondo momento e si potranno anche condividere sui principali social network le foto scattate durante il processo di stampa.

La campagna di lancio di Sharebox3D su Indiegogo comincerà Lunedi 19 Gennaio e durerà 35 giorni. Sharebot punta a raccogliere $60.000 per l'industrializzazione e la produzione di Sharebox3D.


[Aggiornamento - 16:30 19/01/2015]

Ecco il link alla campagna Idiegogo!
Tutti gli aggiornamenti in merito saranno pubblicati sulla pagina Facebook di Sharebox3D e sul sito www.sharebox3d.com

Cosa ne pensate di questo nuovo dispositivo? Scriveteci le vostre opinioni a riguardo sul nostro forum!

Gabriele Carrara
Molte volte la modellazione 3D non è di facile utilizzo per tutti, proprio per questo molte aziende stanno inserendo sul mercato nuovi modelli di scanner 3D. Non tutti questi dispositivi hanno una risoluzione che accontenta i più precisi stampatori 3D, i quali si devono accontentare di basse o medie qualità di scansione. Tuttavia, durante il Consumer Eletronics Show (CES 2015) di Las Vegas, SHINING 3D ha presentato EinScan-S, uno scanner 3D che promette di offrire una migliore tecnologia ed una maggiore qualità a prezzi ragionevoli, soprattutto di facile utilizzo siate voi dei professionisti o degli hobbisti.

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Questo nuovo dispositivo è in grado di ottenere risoluzioni scanner estreme, grazie ad una dotazione di tecnologica di tipo industriale. EinScan-S utilizza in parte la tecnologia della famosa Kinect di Microsoft: proietta sul oggetto una stretta banda di luce, producendo un’altra fonte di luce, che verrà utilizzata dalla telecamera per far riferimento alle dimensioni, alle superfici ed infine alle geometria esatta dell’oggetto.

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Utilizzando l’EinScan-S potete ottenere in soli 3 minuti una scansione perfetta con una precisione di dettaglio fino a 0,1 millimetri. Ovviamente il vostro oggetto sarà posto su una tavola rotante per permettere alla telecamera di ottenere tutti i punti. Lo scanner include due modalità di scansione, quella automatica, utilizzata per piccoli oggetti posizionati sulla piattaforma rotativa dello strumento,  e quella libera, utilizzata per oggetti di maggiori dimensioni (con un limite massimo di 700 x 700 x H700 mm) dove sarà lo scanner, adagiato su un 3 piedi, a ruotare attorno all'oggetto.


Dopo aver scannerizzato l’oggetto da voi scelto, il file è pronto per essere immediatamente stampato in 3D, utilizzando l STL.
Oltre agli ottimi risultati di scansione, EinScan-S ha un peso di soli 3,5 kg, consentendo un facile trasporto e un ingombro veramente ridotto.

Ecco alcune caratteristiche salienti di EinScan-S:

Precisione: <0,1mm
Volume scansionabile in automatico: 215 x 215 x H200 mm
Volume scansionabile in scansione libera: 700 x 700 x H700 mm
Velocità scansione: Max 3 minuti.
Formato dati: STL, ASC
Sorgente di luce: Luce bianca
Dimensioni totali chiuso: 400 x 300 x H120 mm
Dimensioni totali esteso: 630 x 300 x H280 mm
Consumo elettrico: 50w
Prezzo: 899 dollari.

http://www.stampa3d-forum.it/wp-content/uploads/2015/01/EinScan-S-scanner-3d-economico-alta-risoluzione-7.jpg


Dinosaur
by EinScan
on Sketchfab

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