Molte persone pensano che gli animali piu’ pericolosi in Kenia siano i leoni. Pero’ mentre gli attacchi di leoni sono piuttosto improbabili, una creatura molto più piccola colpisce ben 2,6 milioni di persone, di cui 1,5 milioni di bambini in età scolare. Questo famigerato essere è il jigger (o chigoe), un esemplare di pulce che può portare ad alcuni sintomi severi come ulcere, infiammazioni, infezioni secondarie (come il tetano) fino all’amputazione e in casi estremi anche la morte. Queste particolari specie di pulce non sono saltatrici per cui, insediandosi stabilmente nel terreno, l'area più comunemente colpita è il piede.
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Roy Ombatti, un giovane ventitreenne studente di ingegneria meccanica, pensatore critico e innovatore sociale, è stato finalista al 3D4D Challenge e cerca di utilizzare la stampa 3D per il bene sociale in modo analogo ad Open Biomedical Initiative. Ombatti ha un curriculum impressionante: ha co-fondato il programma Outreach FabLab Nairobi per i bambini, è uno Stanford Fablearn Fellow 2014, con due anni di sviluppo internazionale. E’ stato un alunno al Design Summit ed è uno sportivo appassionato. Lavorando insieme con Harris Nyali, anche lui studente di ingegneria meccanica presso l’università di Nairobi, ha sviluppato un concetto originale per utilizzare le moderne tecnologie al servizio della società e per il miglioramento delle condizioni di vita dei propri connazionali.
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Il concetto è semplice: coloro che sono colpiti da infezioni jigger hanno spesso deformità dei piedi e questo ha un pesante impatto sulla loro capacità di camminare. Con scarpe appositamente realizzate, i malati potrebbero recuperare la loro mobilità diminuendo al tempo stesso le possibilità di reinfezione. Ciò è particolarmente importante in una zona con tassi di infezione talmente elevati da far si che nel corso di un periodo di 20 mesi, circa 50.000 studenti abbandonano la scuola a causa di infezioni jigger.
Con lo scopo di poter raggiungere le zone maggiormente colpite da questo tipo di infezioni da jigger, Ombatti e Nyali hanno ideato il progetto “Happy Feet” che, oltre a basarsi su un laboratorio mobile per potersi muovere sul territorio, utilizza bottiglie di plastica che possono essere riciclate ed utilizzate per creare il filamento da utilizzare nelle stampanti 3D. Questa caratteristica aggiunge una natura eco-friendly al progetto di queste particolari calzature.
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Il PET riciclato dalle bottiglie viene estruso utilizzando una stampante MakerBot Replicator e trasformato in scarpe. Ombatti è andato fino nei paesi Bassi per migliorare le conoscenze sulla stampa 3D e sulle tecniche di realizzazione delle calzature. Grazie a Baltan Laboratories e HIVOS, è riuscito a partecipare a diversi workshop e a mostrare i disegni del suo ambizioso progetto durante la Dutch Design Week.
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Gli obiettivi di questo progetto sono molteplici ed uniscono socialità, impegno umanitario ed ecologia. I giovani che volessero intraprendere questa strada potrebbero guadagnarsi da vivere realizzando direttamente scarpe ecosostenibili che possono essere utilizzate da chiunque, non solo per combattere le infezioni da jigger. La creazione sostenibile di scarpe su misura realizzate con materiali riciclati potrebbe avere un forte impatto economico sulle aree rurali in Kenya. Infatti, utilizzando per la stampa 3D plastica riciclata, darebbe un aiuto concreto alla conservazione ambientale del territorio ricco di bellezze naturalistiche nonchè rappresenterebbe un’importante occasione di impiego e impegno umano.
Orlando Rossi
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