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Flusso a 6 vie..... continuiamo ad aumentare i colori


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Si dai... adesso appena ho un attimo di tempo lo faccio sicuramente.... ma il flusso è semplicissimo.... hai 6 estrusori con 6 tubi bowden che vanno dentro un blocchetto (il flusso) che contiene 6 tubini di acciaio inox capillare con interno 2.1 mm.

Questi 6 tubini, che sono subito sopra al hotend e confluiscono tutti in un cono di alluminio che è appunto l'ingresso del hotend, servono come "area di parcheggio" per i fili "non in uso", quindi ogni volta che cambio colore, mi sposto con la testa in un'area dove posso scaricare il materiale da spurgare presente nella melt zone, ritraggo il filo in uso dentro il flusso nella sua area di parcheggio in inox che quindi raffredda subito il materiale e lo trafila a misura per il rientro, e spingo il filo che mi serve nel cono e quindi in fondo al hotend... poi spurgo un poco di materiale in modo da pulire il colore e torno in stampa... ovviamente tutto in automatico da software.... ;)

Nel caso dei vasi non ho neppure bisogno di spostarmi e spurgare perchè come vedi non si nota neppure la sfumatura del cambio colore... ma se devi fare cose complesse come negli altri filmati ecco che devi per forza passare per lo spurgo..... ;)

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I limiti per adesso sono relativi ai materiali molto flessìbili che mal sopportano il sistema bowden. Per il resto le differenze di temperatura tra i vari materiali non sono un problema perchè posso essere gestite facilmente nella fase di spurgo.

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esattamente....... anche se per correttezza devo far presente che anche lavorare con temperature molto diverse non è il suo massimo.... questo perchè l'inerzia in raffreddamento ed i tempi di riscaldamento dilaterebbero i tempi di stampa in maniera "sproporzionata".... quindi è sempre meglio usare materiali "compatibili" come temperatura.

A meno che non si usi un sistema di raffreddamento a liquido naturalmente.... al che, l'inerzia in caduta scompare e la cartuccia riesce agevolmente in pochi secondi a ripristinare qualsiasi temperatura di esercizio.

Ricordo però la BFB in versione originale (DH= double head), aveva un software (Axon, proprietario e "chiuso") che, per non far gocciolare il materiale dal nozzle non in uso (ma gocciolava lo stesso), portava l'hotend inutilizzato ad una temperatura di "standby" sensibilmente più bassa di quella di esercizio (170°), per poi riscaldare nuovamente a temperatura nel momento che diventava operativo ed andava a rimettersi in pressione nel basket (ma la resistenza non brillava per potenza), che ora uso per lo spurgo.... bene.... l'unica stampa che riusciva a calcolare a 2 materiali era il loro esempio che pubblicarono che ora non trovo neppure più (cancellato ignobilmente diversi anni fa)..... solo che ricordo era alta 2,5 Cm e ci metteva qualcosa come 18 ore..... una vera vergogna insomma..... infatti in origine non è mai stata in grado di produrre un'unica stampa "accettabile" con i 2 estrusori diversi...... ora va un po' meglio ;)... con 6.... ;)

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