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Regolamentare l'uso delle Stampanti 3D ??


Agorà3D

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Ciao a tutti! 😎

In questo ultimo periodo ho trovato diversi articoli riguardanti la ricerca di regolamentare l'uso delle Stampanti 3D...tra cui quello da cui è partita un po' la mia riflessione è quello di Tom's Hardware (vi metto il link di seguito se non l'avete già visto/letto):

https://www.tomshw.it/stampa-3d-proposta-regolamentazione-dalla-ue-95983 

A quanto pare, il veloce sviluppo di questa tecnologia ha portato a quello che nell'articolo definiscono come "sviluppo del mercato nero che ha sollevato notevoli preoccupazioni in merito alla possibile creazione di armi da fuoco costruite con l'ausilio di una stampante 3D" ... 😕 
Personalmente sono d'accordo che in giro di persone particolarmente "idiote e nocive" se ne possono trovare a mucchi... ma è davvero possibile realizzare un'arma con una stampante 3D?? E poi una regolamentazione non rischierebbe di limitare molto questa tecnologia e di renderla quindi un'attività (sia professionale che non) ancora più "di nicchia"?? 🙄

Voi cosa ne pensate? 

Ylenia di Agorà3D

 

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Io penso che un sacco di gente deve far credere di fare qualcosa anche se in realtà scalda solo una sedia.... Il discorso fila ma bisogna anche a questo punto regolamentare i martelli, i cacciavite, le lime, il trapano a colonna ed il temibile dremel tanto per iniziare 

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pienamente d'accordo con marcottt. si parla tanto di armi "stampate 3d" perche le stampanti 3d hanno fatto un salto di popolarita'(tanto per dire,fino alla settimana scorsa era legale stampare armi in america), ma chiunque (me compreso)  abbia in garage un tornio, una cnc o ancora piu' semplicmente una lima e tanto tempo potrebbe creare un arma da fuoco anche piu' resistente di quelle stampate in 3d, e queste macchine sono disponibili da 50 anni sul mercato...

credo che la limitazione che c'è sempre stata per l'arma "fatta in casa" sia data dal fatto che le munizioni non possono essere "create", le quali almeno in italia possono essere acquistate solo con porto d'armi e anche nel resto del mondo vanno acquistate attraverso i canali legali...

quando si legge "stampa armi con la stampante 3d" è solo un modo di fare notizia del giornalista di turno perche' la stampante 3d la conoscono tutti, se avessero scritto "crea le armi con la cnc" il 90% delle persone avrebbe detto: cavolo è una cnc?, è stato solo cambiato il titolo ad "problema" (relativo) che esiste dal secondo dopo guerra.

per quanto riguarda la regolamentazione, siamo in italia ed ogni scusa è buona per farci pagare,ma credo che il discorso non stia in piendi, il pezzo di plastica stampato non è numerato e non c'è modo di farlo, ne di farlo risultare stampato dalla macchina X,quindi come ho detto sono solo chiacchiere mediatiche che si basano sulla disinformazione genrale ma credo che nessuno sia tanto folle  da pensare seriamente di poter regolamentare la stampante 3d in questo senso...

 

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In effetti non avevo pensato alla questione "il pezzo di plastica stampato non è numerato" che comporta una serie di problematiche per valutare le origini di un prodotto. 
È anche vero che, come in qualsiasi altro ambito di produzione/scambio non regolamentato, ci sono tante cose a cui prestare attenzione. 
Basta pensare ad esempio al fatto di acquistare una lampada o un paralume, bisognerebbe capire come accertarsi che il materiale di stampa che è stato usato sia adatto poi all'uso... lì credo (come in tanti altri ambiti) che si apra un mondo... 

1 ora fa, Marcottt dice:

Io penso che un sacco di gente deve far credere di fare qualcosa anche se in realtà scalda solo una sedia.... Il discorso fila ma bisogna anche a questo punto regolamentare i martelli, i cacciavite, le lime, il trapano a colonna ed il temibile dremel tanto per iniziare 

😅 eh si in effetti... direi che lo Chef Tony sarebbe il primo della lista ad aver qualcosa da dichiarare in merito! 🤣

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Bella discussione, sono felice sia saltata fuori. Qualche giorno fa anche su Stampa 3D forum è stato pubblicato un articolo dedicato alle nuove ipotesi di legge dell'Unione Europea, indirizzate a normare principalmente la proprietà intellettuale del design e la riproduzione di oggetti potenzialmente pericolosi.

Come stampatore 3D, queste restrinzioni mi fanno un po' paura. Sicuramente è chiaro che la tendenza sia quella di portare la stampa 3D a una regolamentazione che difenda le proprietà intellettuali. Resta da dire, però, che in questo contesto si intende parlare di stampa 3D low-cost. Fa parte di questo filone anche tutto il contesto "maker" e open-source... quindi, è difficile da definire come agire. Il movimento maker, di per se, non viola i diritti di proprietà intellettuale dei design: questo perché, come principio, parte dall'idea di una licenza open-source (o chiamatela Creative Commons se volete).

Come progettista, d'altro lato, mi rendo conto di quanto sia necessario fare attenzione per valorizzare il lavoro delle persone. Se un design non è rilasciato in CC o in modalità open-source sicuramente ci sono dei motivi (economici o no). Con le modalità lavorative d'oggi - cloud, rete, ecc - è facilissimo appropriarsi di modelli 3D per vie traverse. Anche qui, però, le legislazioni che difendono le proprietà intellettuali ci sono.

E' un tema delicato ed è giusto parlarne!

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21 ore fa, BMaker dice:

Bella discussione, sono felice sia saltata fuori. Qualche giorno fa anche su Stampa 3D forum è stato pubblicato un articolo dedicato alle nuove ipotesi di legge dell'Unione Europea, indirizzate a normare principalmente la proprietà intellettuale del design e la riproduzione di oggetti potenzialmente pericolosi.

Come stampatore 3D, queste restrinzioni mi fanno un po' paura. Sicuramente è chiaro che la tendenza sia quella di portare la stampa 3D a una regolamentazione che difenda le proprietà intellettuali. Resta da dire, però, che in questo contesto si intende parlare di stampa 3D low-cost. Fa parte di questo filone anche tutto il contesto "maker" e open-source... quindi, è difficile da definire come agire. Il movimento maker, di per se, non viola i diritti di proprietà intellettuale dei design: questo perché, come principio, parte dall'idea di una licenza open-source (o chiamatela Creative Commons se volete).

Come progettista, d'altro lato, mi rendo conto di quanto sia necessario fare attenzione per valorizzare il lavoro delle persone. Se un design non è rilasciato in CC o in modalità open-source sicuramente ci sono dei motivi (economici o no). Con le modalità lavorative d'oggi - cloud, rete, ecc - è facilissimo appropriarsi di modelli 3D per vie traverse. Anche qui, però, le legislazioni che difendono le proprietà intellettuali ci sono.

E' un tema delicato ed è giusto parlarne!

Hai assolutamente ragione, soprattutto sull'ultima parte. 

Noi siamo una start-up che si sta muovendo in questo ambito proprio per diffondere e rendere il più accessibile le opportunità della Stampa 3D, ma non solo, anche per farla conoscere. 
Perché quello che ci siamo accorti sfugge ai "non-Makers" è che dietro ad ogni pezzo, prodotto, design c'è sempre il lavoro, il talento e la creatività di persone che spendono il proprio tempo per realizzare qualcosa di innovativo e spesso eccezionale e spesso, come dici tu, open-source! 
Oltre al fatto che per raggiungere questi risultati ci sono state ore di test, prove e quindi ulteriore impegno e pazienza. 

Questo tema relativo alla proprietà intellettuale (a livello di Stampa 3D) è quello che ci si è rivelato il più ostico, e che, proprio essendo parte di una questione irrisolta dal punto di vista del diritto, non ha un vero e proprio iter da rispettare. 
Cerchiamo quindi di avvicinarci il più possibile al rispetto del lavoro di tutti, proprio per avvalorare l'obiettivo di diffondere le opportunità di questa tecnologia, e le opportunità devono essere positive per chiunque diventi partecipante attivo di questo mondo. 

Questa discussione nasce proprio da questa riflessione:
non è semplice riuscire a destreggiarsi in un contesto così di libertà, sia dal punto di vista dell'utente finale perché non essendoci un controllo "formale" è difficile anche "certificare" ed "assicurare" un oggetto o un design, sia dal punto di vista del realizzatore perché è facile che la propria realizzazione venga "rubata", ma nello stesso tempo la regolamentazione potrebbe far nascere dei paletti che limitano il senso proprio delle Creative Commons. 

La soluzione ideale dovrebbe creare un equilibrio tra queste due questioni.

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PS: abbiamo avuto modo di leggere anche l'articolo qui su stampa3d-forum, che è diventato un punto di riferimento attivo e interessante per essere informati.
Se avete voglia di leggere abbiamo pubblicato anche noi un breve articolo scritto dopo aver raccolto una serie di informazioni sui fatti più recenti...è un po' un riepilogo di quanto sta accadendo partendo proprio dalla questione delle "armi realizzate con stampanti 3D": 
http://www.agora3d.it/it/blog/categoria-1/ghost-guns-e-la-discussione-dell’euro-parlamento-sulla-stampa-3d/

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  • 2 mesi dopo...
Il 6/8/2018 at 13:10, FoNzY dice:

pienamente d'accordo con marcottt. si parla tanto di armi "stampate 3d" perche le stampanti 3d hanno fatto un salto di popolarita'(tanto per dire,fino alla settimana scorsa era legale stampare armi in america), ma chiunque (me compreso)  abbia in garage un tornio, una cnc o ancora piu' semplicmente una lima e tanto tempo potrebbe creare un arma da fuoco anche piu' resistente di quelle stampate in 3d, e queste macchine sono disponibili da 50 anni sul mercato...

credo che la limitazione che c'è sempre stata per l'arma "fatta in casa" sia data dal fatto che le munizioni non possono essere "create", le quali almeno in italia possono essere acquistate solo con porto d'armi e anche nel resto del mondo vanno acquistate attraverso i canali legali...

quando si legge "stampa armi con la stampante 3d" è solo un modo di fare notizia del giornalista di turno perche' la stampante 3d la conoscono tutti, se avessero scritto "crea le armi con la cnc" il 90% delle persone avrebbe detto: cavolo è una cnc?, è stato solo cambiato il titolo ad "problema" (relativo) che esiste dal secondo dopo guerra.

per quanto riguarda la regolamentazione, siamo in italia ed ogni scusa è buona per farci pagare,ma credo che il discorso non stia in piendi, il pezzo di plastica stampato non è numerato e non c'è modo di farlo, ne di farlo risultare stampato dalla macchina X,quindi come ho detto sono solo chiacchiere mediatiche che si basano sulla disinformazione genrale ma credo che nessuno sia tanto folle  da pensare seriamente di poter regolamentare la stampante 3d in questo senso...

 

A conferma del tuo commento, ricordo come nel film "Nel centro del mirino" del '93, con Clint Eastwood e John Malkovich, quest'ultimo interpretava la parte del cattivo che si auto costruiva una pistola in ceramica e passava i controlli al metal detector, e probabilmente la cosa prendeva spunto dalla realtà.

Ma visto che adesso la stampa 3D è sotto l'attenzione di tutti, i cattivi siamo noi utenti. 

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  • 2 settimane dopo...

Secondo me non è tanto questione di buoni o cattivi. E' normale che quando qualcosa diventa mainstream e tutti iniziano a parlarne quotidianamente, anche chi fa le leggi inizia a porsi qualche domanda. A mio parere è giusto difendere i diritti creativi di chi modella o delle aziende che lavorano sul segreto industriale: esistono già tantissimi regolamenti che riguardano questi temi.

Passando invece dal livello industriale/professionale a quello consumer, c'è da divertirsi: le stampantine cinesi su Aliexpress vengono acquistate anche dall'hobbista della domenica mattina, che nel weekend stampa pezzi per la nonna, ma potrebbe anche commercializzare qualche pezzo. Non sarà mai possibile andare a controllare questo tipo di attività e non credo sia l'obiettivo della UE.

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