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Alessandro Tassinari

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  1. Quando si parla dei "bridge" con altri stampatori 3D si nota una reazione immediata: irrigidimento del corpo, paura negli occhi e conseguente tentativo di fuga. Ovviamente sto esagerando, ma bisogna ammettere che i bridge causano sempre un po' di timore, soprattutto a chi è alle prime armi. Personalmente sono un amante delle stampe senza supporti, li uso solo se estremamente necessario e cerco sempre di ottimizzare la stampa per farne a meno. Qualche giorno fa è successo quello che vedete nella foto qui sotto: Un bridge BELLISSIMO che mi ha fatto emozionare. Questo è solo uno di una lunga serie ben riuscita e ancora una volta mi viene da ringraziare la mia Gimax Maty per avere le capacità di fare queste cose (quelle due ventoline che raffreddano immediatamente il filo sono fenomenali). Ps. Tralasciamo il grumo di filamento che si vede sulla destra, in quel punto ho fatto del casino io Sent from my iPhone using Tapatalk
  2. @Sbaragnaus sentiti libero di bazzicare quanto vuoi!
  3. Materiale? PLA? Fammi sapere come va la stampa con passi a 192, magari risolvi. Comunque i parametri sono ok, magari aumenterei leggermente la temperatura di estrusione a 190-200 gradi, giusto per vedere se migliora la situazione o no.
  4. Ciao @zed87 , gran lavorone eh! Puoi darmi qualche specifica sulla tua stampa? Che parametri hai usato? A vedere così mi sembra che l'ugello fosse troppo vicino al piatto di stampa, il materiale e i layers sembrano schiacciati. Forse hai esagerato anche con la temperatura, ma prima di sbilanciarmi aspetto di sapere che parametri hai usato.
  5. Ciao @FrancescoMartini , mi interessa seguire la discussione e se posso ti do una mano. Esattamente tu vorresti stampare in 3D i casseri dentro i quali verrà gettato il calcestruzzo? Il cls vuoi armarlo? In che materiale pensavi di stampare i casseri? E una domanda di base: quale sarebbe il tuo obiettivo? Immagino che il tuo interesse sia quello di andare a dare forme particolari alla gettata di cls, dimmi se sbaglio. Interessante come applicazione! Come mai questo amore verso il cls?
  6. Ciao! Ci dai qualche info in più per capire da dove potrebbe venire il problema? Hai messo mano al gcode? Hai cambiato impostazioni riguardanti la stampante nello slicer? Idee stupide buttate lì, facci sapere!
  7. Qui trovate tutte le info: http://www.stampa3d-forum.it/stampanti-3d-olivetti/ Di fatto la stampante 3D rimane il modello 3D-S2 di Gimax. A parte la macchina, che sembra andare a risolvere la maggior parte dei problemi delle piccole e medie imprese (volume di stampa generoso, solidità e versatilità), quello che si aggiunge è la rete di supporto di Olivetti. In questo modo potranno offrire un servizio molto più vicino agli utilizzatori con corsi e assistenza. Il prezzo di vendita sarà intorno i 6.000 €.
  8. Ciao @ZaraK e benvenuto!
  9. @Daniele_Rossi_Carrara benvenuto!
  10. Ciao @gerardogers e benvenuto! Puoi tranquillamente aprire una discussione di questo tipo, credo che salteranno fuori spunti molto interessanti
  11. Il doppio estrusore è fondamentale? La DeltaWasp l'abbiamo provata (e puoi trovare la recensione nella parte redazionale di Stampa 3D forum, menu "recensioni") e siamo rimasti molto contenti. Ci sono diverse accortezze da tenere in conto, ma è una questione legata alla tipologia delta. A prescindere da questo, se cerchi una macchina completa a prezzo accettabile una Sharebot NG può starci, insieme a tutte le stampanti 3D in questa fascia di prezzo e con tali caratteristiche (compreso secondo estrusore). Nel tuo caso eviterei MakerBot: visto che hai già una stampante a sistema chiuso, non ne acquisterei una seconda. Sent from my iPhone using Tapatalk
  12. A seguito del lancio di Windows 10, Microsoft ha subito inziato a mettere a disposizione delle app da usare sul rinnovato sistema operativo. Al primo posto figura “3D Builder”, un software semplice e intuitivo che è messo lì non a caso. Microsoft evidentemente sa bene quanto la stampa 3D sia destinata ad aggredire il mercato e ad entrare nella quotidianità di tutti gli utenti. L’innovazione portata da questa tecnologia è innegabile, tanto che tutti, dalle piccole startup ai grandi colossi dell’informatica, si stanno lanciando nel mondo del 3D printing. 3D Builder, come suggerito dal nome stesso, è principalmente un software di modellazione 3D. Esso fa della semplicità il suo punto di forza, ma non per questo è un programma mediocre. Potremmo dire “Poche ma buone” per quanto riguarda le sue funzionalità, ha infatti tutto ciò che ci si può aspettare da un programma di modellazione base, con qualche chicca in più. L’interfaccia è molto pulita, in stile Modern UI. All’inizio possiamo decidere di lavorare su un modello già presente nella libreria oppure di caricare un modello nostro. I formati supportati sono 3MF, STL, OBJ, PLY e VRML. Una volta scelto il file verremo indirizzati nella schermata di modifica del modello, con due pannelli circolari principali. Il pannello di sinistra riguarda solamente la selezione, con la possibilità di selezionare o deselezionare tutti gli oggetti della scena. Il pannello di destra è quello principale, con i tre pulsanti superiori dedicati allo spostamento, alla rotazione e al ridimensionamento del modello con la misura in altezza indicata proprio al centro. I pulsanti inferiori sono invece quelli che riguardano la gestione del file e dell’editing vero e proprio, vanno quindi analizzati con più attenzione. File: Nuova scena, elimina tutti i modelli presenti in scena Aggiungi un pezzo, carica un ulteriore modello 3D Salva (formati 3MF, PLY e STL) Informazioni sul modello, fornisce informazioni generali e di licenza Segnala un problema, invia una segnalazione di errore a Microsoft Impostazioni, cambia stili di visualizzazione e unità di misura Modalità oggetto: Duplica, crea una copia del modello in scena Elimina Posiziona, permette di spostare il modello all’interno della scena Gruppo, unisce due solidi Separa, divide due solidi precedentemente uniti con comando ‘Gruppo’ Centra visualizzazione Modifica: Rilievo, aggiunge una scritta o un simbolo al modello Dividi, trancia il modello con un piano Semplifica, riduce la complessità della mesh del modello Smussa, rimuove le asperità del modello Unisci, crea un unico solido con gli elementi selezionati Intersezione, crea un solido formato dalle parti intersecate di due solidi Sottrazione, rimuove ad un solido la parte che si interseziona con un altro solido. Modellazione, ma non solo. Microsoft infatti ha reso compatibile 3D Builder con il suo sensore Kinect per permetterci di eseguire scansioni 3D. Collegando il Kinect al pc, esso verrà automaticamente riconosciuto dal software e potremo iniziare la scansione in modo semplice e rapido, per farlo possiamo sia muovere il Kinect attorno al soggetto, sia ruotare il soggetto con il Kinect fisso. In tempo reale avremo il modello 3D a colori in 3D Builder, pronto per essere editato o direttamente stampato in 3D. Per quanto riguarda la stampa, abbiamo due possibilità. Se possediamo una stampante 3D ci basta collegarla al pc e stampare semplicemente, altrimenti ci viene offerta la possibilità di stampare da remoto tramite un service di stampa 3D. In poche parole, il modello viene inviato allo store di 3D Systems più vicino a noi, viene stampato e spedito a casa nostra in circa 10 giorni lavorativi. Per il materiale di stampa, il pagamento e la spedizione, verrete reindirizzati al sito Cubify di 3D Systems. Il fatto negativo che bisogna sottolineare in 3D Builder è la mancanza di un vero e proprio slicer. Anche se il software è indirizzato all’utente consumer, qualche impostazione in più non avrebbe di certo guastato. Cliccando in ‘Stampa’ le uniche modifiche che possiamo fare riguardano l’aggiunta automatica della base e dei supporti, nulla più. Nel caso si volessero più impostazioni di stampa, si consiglia di salvare il modello 3D e di importarlo in un software slicer come ‘Cura’ o Slic3r’. Nota positiva è invece il comando ‘Rilievo’, con cui oltre ad aggiungere scritte si possono aggiungere forme 3D che il programma crea sulla base di file immagine (.jpg, .bmp, .png). Se per gli utenti di Windows 10 e 11, 3D Builder è preinstallato, oppure è scaricabile gratuitamente tramite lo Store di Microsoft.
  13. @FabLab Padova esattamente. @romeoblu complimenti poi ci farai sapere le tue impressioni!
  14. La LumiPocket è un'oggetto molto interessante, piccolo ed economico. Il limite del vecchio modello era proprio la questione del proiettore esterno, ingombrante e un po' arcano. Con la LT vanno a eliminare proprio questo problema, oltre ad aggiungere altre interessanti funzioni. Secondo me ne vale la pena, soprattutto ad un prezzo "early bird" che dovrebbe essere molto interessante.
  15. Alessandro Tassinari

    salve

    Ciao @sp09 , puoi chiedere tutte le info che vuoi nelle apposite sezioni. Spero tu possa trovare quello che cerchi, ciao!
  16. Ciao @Dimond e benvenuto! Se hai problemi, sai dove scrivere
  17. Dopo aver creato lo stampo in gomma vediamo ora come utilizzare le resine da riproduzione per realizzare le copie del nostro oggetto stampato 3D. Se per caso hai perso di vista la mia guida alla realizzazione degli stampi in gomma, ti lascio qui di seguito il link alla guida 😉 Le resine usate per le riproduzioni (dette anche "resine da colata") si dividono principalmente in due famiglie: le resine poliuretaniche e le resine epossidiche. In questa guida: > Resine poliuretaniche opache > Resine poliuretaniche trasparenti > Gomme poliuretaniche > Resine epossidiche > Gli additivi Resine poliuretaniche opache Le resine poliuretaniche opache sono prodotti bi-componenti formati da una resina ed un catalizzatore. Sono molto utilizzate per la riproduzione degli oggetti da stampi in gomma perché sono relativamente economiche e semplici da utilizzare. Le resine più comuni, quelle reperibili nei negozi di articoli di belle arti o di modellismo, si presentano come due liquidi (componente A e B) di solito uno di colore bianco e l'altro bruno/trasparente che una volta uniti catalizzano a temperatura ambiente. Questo tipo di resine da colata sono prodotti che vanno mixati in rapporto 1:1 in peso o in volume e il fatto di poterli misurare per volume rende molto semplice il processo, in quanto basta prendere due contenitori qualunque (due bicchierini di plastica) e versare la stessa quantità di ogni componente. Una volta uniti, i due componenti vanno mescolati accuratamente, per almeno 30 secondi, raschiando più volte i bordi e il fondo del contenitore. I componenti vanno mischiati usando un bastoncino o uno stecco piatto, asciutti e puliti, facendo attenzione a non incorporare troppa aria, per evitare che sulla superficie del pezzo replicato compaiano delle bolle. Dopo averla miscelata la resina va versata lentamente nello stampo, se serve ruotandolo per far scendere la resina anche nei recessi. Volendo si può anche schiacciare o scuotere leggermente lo stampo, sempre per favorire la distribuzione della resina e la fuoriuscita di eventuali bolle d'aria. Tutte le operazioni vanno svolte con calma ma senza indugiare, perché queste resine hanno un "pot life", il tempo entro il quale possono essere versate nello stampo, di pochi minuti. Il "demold time" invece, ovvero il tempo dopo il quale si può estrarre il pezzo dallo stampo, è di circa 30 minuti. Queste resine sono disponibili in numerose versioni. Su Amazon trovi una vastissima scelta e soluzioni da tutti i prezzi. Vedi offerta su Amazon Torna all'Indice Resine poliuretaniche trasparenti Le resine poliuretaniche esistono anche in versione trasparente. In questo caso ci sono diverse formulazioni, che funzionano al meglio in base al tipo di lavorazione. Ci sono versioni ottimizzate per pezzi con spessori molto sottili e per pezzi con volumi elevati, quindi è importante scegliere il prodotto giusto per la corretta applicazione. Anche le resine trasparenti sono formate da due componenti, ma a differenza di quelle opache di solito non si possono mixare in rapporto 1:1, visto che le quantità variano da prodotto a prodotto e di solito è necessario pesare entrambi i componenti con una bilancia di precisione. Per il resto il procedimento è identico. A differenza di quelle opache, in cui le eventuali bolle d'aria interne rimangono invisibili, in quelle trasparenti tutta l'aria inglobata durante la miscelazione apparirà in trasparenza, quindi a meno di poter utilizzare un sistema di degasaggio sotto vuoto, la copia ottenuta conterrà sempre qualche micro bolla al suo interno. Le resine poliuretaniche trasparenti sono prodotti molto comuni. Puoi scegliere tra prezzi e quantità di tutti i tipi. Le trovi sia online che in negozio, come una mesticheria o una ferramenta. Vedi offerta su Amazon Torna all'Indice Gomme poliuretaniche Le "gomme" poliuretaniche sono delle resine che una volta catalizzate hanno durezza e consistenza simili a quelle della gomma. Per queste gomme la durezza va da molto dura (tipo un pneumatico o la suola di una scarpa) fino a molto morbide (una gomma da cancellare o più morbide ancora). La procedura di preparazione è sempre la stessa e anche in questo caso i due componenti invece di essere mixabili in volume potrebbero dover essere pesati. A differenza delle resine rigide, le gomme hanno di solito pot life e demold time molto più lunghi, che possono arrivare fino a 24h per ottenere un pezzo finito e manipolabile. Durezza e tempi di lavorazione dipendono dal prodotto scelto, diventa quindi importante leggere attentamente le istruzioni fornite dal produttore. Se pensi che questo sia il prodotto che fa per te, puoi cercare la migliore soluzione tra i numerosi prodotti disponibili su Amazon. Vedi offerta su Amazon Torna all'Indice Resine epossidiche Le resine epossidiche o epoxy sono prodotti generalmente più costosi delle resine poliuretaniche, ma con caratteristiche meccaniche solitamente migliori. Le resine epossidiche sono la base dei manufatti generalmente detti "compositi" come quelli realizzati con fibre di vetro o di carbonio, ma possono essere usate anche come resine da colata negli stampi in silicone. Le resine epossidiche sono sempre bicomponenti, formate da due componenti trasparenti e non sono quasi mai miscelabili in rapporto 1:1, ma con rapporti in peso o volume estremamente variabili in base al prodotto scelto. Le resine epossidiche sono molto sensibili ai parametri di temperatura e potrebbero faticare a catalizzare o non catalizzare affatto con temperature basse, il che ne rende particolarmente problematico l'utilizzo in inverno. Per quanto riguarda la preparazione, le resine epossidiche sono simili a quelle poliuretaniche, una volta misurate le corrette quantità i due componenti vanno uniti e mescolati accuratamente. In genere i composti epossidici sono meno tolleranti in caso di errori di misura, quindi bisogna mettere la massima attenzione nel calcolo dei quantitativi. Il pot life e il demold time sono generalmente medio-lunghi, dalle 2 alle 24 ore e possono essere accorciati aumentando la temperatura del composto. In ogni caso è fondamentale leggere accuratamente le istruzioni del produttore che riguardano i rapporti di miscelazione, i tempi di catalisi e le temperature di lavorazione. Come le resine poliuretaniche anche le epossidiche possono essere colorate o caricate con prodotti che ne modificano le caratteristiche fisiche e meccaniche. In questo esempio vediamo una provetta realizzata in resina epossidica trasparente, in cui il processo di degasaggio sotto vuoto ha permesso di rimuovere l'aria in eccesso ed evitare la presenza di bolle. Gli additivi Oltre ad essere usate pure, alle resine da colata possono essere aggiunti tutta una serie di prodotti per modificarne le caratteristiche fisiche o estetiche, come pigmenti, polveri metalliche, fibre strutturali, cariche cave, etc. I pigmenti I pigmenti sono i prodotti utilizzati per modificare il colore delle resine. Esistono moltissimi prodotti utilizzabili, sia specifici che generici. Vedi offerta su Amazon Tra i prodotti più utilizzati ci sono i pigmenti liquidi, molto semplici da utilizzare e le aniline ai grassi. Entrambi i prodotti non sono particolarmente economici, ma in genere ne vengono usate quantità minime. In alternativa è possibile utilizzare i classici pigmenti in polvere da colorificio, molto più economici, anche se non essendo pensati per essere solubili nelle resine, l'effetto in genere è meno intenso e si possono presentare punti in cui la colorazione si presenta poco omogenea (potrebbe essere comunque un effetto interessante). Le polveri metalliche Un altro additivo molto utilizzato, soprattutto con le resine poliuretaniche opache, sono le polveri metalliche, usate per simulare manufatti in metallo. Vedi offerta su Amazon La tecnica, chiamata "cold casting" permette, variando il tipo di polvere, di rappresentare oggetti in rame, alluminio, bronzo, oro e argento. Nel caso di polveri di metalli preziosi o comunque particolarmente costosi, in genere si procede con una prima applicazione di resina caricata con la polvere di metallo, facendola scorrere in modo da ricoprire con uno strato sottile l'interno dello stampo. Una volta catalizzato questa sorta di "guscio" si riempie il resto con della resina non caricata. Oltre alle polveri metalliche possono essere usate anche polveri minerali e di marmo, per replicare effetti pietra e marmorizzati. Additivi tecnici Oltre ai pigmenti, che modificano l'aspetto degli oggetti in resina, esistono anche additivi che ne modificano le caratteristiche fisiche e meccaniche. Tra questi i più diffusi sono le microcariche cave, microscopiche sfere di vetro che aggiunte alla resina diminuiscono il peso dell'oggetto, le fibre di vetro, che aumentano la resistenza degli oggetti diminuendone il peso e gli addensanti, che rendono la resina meno liquida e permettono l'applicazione in stampi aperti o su superfici verticali. Torna all'Indice
  18. @zed87 Per le quantità di cui parli penso ti convenga selezionare un produttore e chiedere direttamente. I prodotti in granuli commerciali hanno prezzi alti per queste quantità.
  19. @blulaserstar esattamente cos'è che non ti soddisfaceva nelle prime stampe? La finitura superiore? In generale potremmo dire che ci sono dei modelli 3D che escono male (problemi con le superfici o con le mesh) e che danno problemi nello slicing. Puoi immaginare quanti file problematici sia facile trovare online (io ho avuto diversi problemi scaricando da Thingiverse). Comunque ti segnalo questi contenuti: - guida a Netfabb, software che ti permette di verificare e riparare modelli 3D -> http://www.stampa3d-forum.it/netfabb-riparare-modelli-3d/ (altro software similare è Meshmixer) - articoletto sui 5 errori più comuni nella stampa 3D, dove si parla anche dei problemi con la risoluzione dei file -> http://www.stampa3d-forum.it/5-errori-stampa-3d/ Comunque hai fatto bene a fare diverse prove di stampa, anche io utilizzo questo approccio
  20. Gran bella storia, dateci dentro!
  21. Da esperienza personale posso dirti che il PLA Layer di Keytekh si stampa bene, probabilmente con qualsiasi stampante 3D FDM. Per ora l'ho stampato solo con la Gimax Maty. Dopo qualche problema iniziale, dovuto al fatto che è un tipo di materiale più morbido rispetto ad altri PLA che usavo, sono riuscito a impostare al meglio i parametri di stampa e il blocco estrusore (la rotella godronata mi mangiava il filo). Alla fine sono riuscito a stamparlo normalmente con buoni risultati. Il ColorFabb di cui parli non l'ho mai provato.
  22. @Alessandrooo benvenuto tra noi altri amanti dell'high tech
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