-
Numero contenuti
613 -
Iscritto
-
Ultima visita
-
Giorni Vinti
36
Tipo di contenuto
Profili
Articoli
Introduzione alla stampa 3D
Database materiali
Forum
Calendario
Blogs
Gallery
Download
Store
Tutti i contenuti di ShareMind
-
fate attenzione: 3d print uae è una truffa?
ShareMind ha risposto a dextis123 nella discussione Eventi e fiere
Non vorrei essere citato per diffamazione, ma ultimamente ci sono state diverse truffe denunciate alla Polizia Postale per attività, opportunità commerciali e di lavoro proposte da fantomatiche organizzazioni ad Abu Dhabi. Cerca di approfondire. -
Another problem.. Uff..
ShareMind ha risposto a albo nella discussione Problemi generici o di qualità di stampa
Dalle armoniche che si sentono, sembra che questa macchina abbia i microstep a 1:8 o addirittura meno. I motori perdono passi, sembra che arrivi un impulso "ogni tanto"... La puleggia godronata pare ottenuta per maschiatura rotante ed evidentemente si impasta. Potrebbe essere sostituita da una puleggia a denti dritti, ma nell'insieme mi pare non ci sia molto da recuperare. Non so se investirei nel migliorare questa stampante. -
Stampante 3D grandi dimensioni
ShareMind ha risposto a Davide79 nella discussione La mia prima stampante 3D
@Pondle Certo che puoi insistere, e non c'è nessun bisogno che ti scusi. Ognuno ha il diritto di esprimere le proprie idee, è sancito dalla costituzione. Tuttavia, il tuo punto di vista appare assai poco sostenibile. Quando dici "Del telaio in duralluminio da 3mm non so cosa farmene, pensa che il mio l'ho fatto di legno per risparmiare" dimostri di non aver ben compreso l'importanza cruciale della rigidità del telaio in qualsiasi macchina deputata a compiere movimenti accurati. Considerando che le stampanti 3D non soltanto debbono effettuare spostamenti con accuratezza, ma sono soggette a vibrazioni a causa di repentini cambiamenti di direzione (specie durante l'infill), a sbalzi di temperatura, all'esigenza imprescindibile che tutta la struttura sia perfettamente in squadro e rispetti tolleranze minimali, quando parli di legno, soprattutto in macchine di grandi dimensioni, il discorso può pure finire qui. Il legno è un materiale organico, igroscopico, anisotropico e incline a subire nel tempo deformazioni dovute all'umidità, agli sbalzi di temperatura e alla esposizione a raggi UV. Inoltre, la sua intrinseca natura impedisce accoppiamenti accurati tra elementi. Di conseguenza, è il materiale meno adatto per costruire un telaio di una stampante 3D, è in generale è inadatto a costruire macchine di qualsiasi tipo. Naturalmente, queste considerazioni si estendono a tutti gli altri componenti utilizzati, che giocano ruoli altrettanto importanti. Guide, cuscinetti, viti, cinghie, elettronica, estrusore, piano riscaldato, software contribuiscono tutti a migliorare o peggiorare le prestazioni e la qualità finale delle stampe, e le differenze sono rilevanti eccome. Quanto alle stampanti HP citate in un precedente post, si tratta di una sventurata avventura che ha avuto ben scarso successo e breve durata nella quale HP ha commercializzato stampanti di un altro produttore (Stratasys), senza peraltro allestire una rete di supporto adeguata a garantire ai clienti l'assistenza necessaria. Oggi ci sono in commercio macchine (non solo Zortrax) che non superano i 2500€ che stampano assai meglio, hanno costi di esercizio considerevolmente inferiori e una assistenza ineccepibile, tanto da far considerare la HP che citi una buona soluzione per il ricovero notturno del gatto di casa. Queste sono alcune stampe eseguite con una Zortrax, che per inciso ha un costo notevolmente inferiore ai 2500€ ai quali si riferisce il topic. Dubito fortemente che se al concorso al quale hai partecipato fossero presenti anche delle Zortrax avresti avuto qualche riconoscimento. Cattredrale di Reims, oltre 70 parti, 180 ore di stampa. Testa di Michelangelo con supporti Busti di Michelangelo, dopo la rimozione supporti. Il più grande è eseguito in 3 parti. -
Estrusore semi bloccato o sporco?
ShareMind ha risposto a alessino nella discussione Problemi generici o di qualità di stampa
@alessino Per "disinvoltura" intendevo cambi di filamento tra diversi polimeri senza tenere conto delle possibili problematiche che si possono verificare, che sono molte. A parte l'uso di filamenti di cattiva qualità (nei quali le formule e i componenti possono essere molto variabili), che possono creare ostruzioni, ci sono altri aspetti da considerare. I polimeri sono generalmente ottenuti dalla catalizzazione di più monomeri che si legano insieme. Tuttavia, durante questo processo può accadere che non tutti i monomeri vengano polimerizzati. Quelli che rimangono sono propensi a costruire legami con le sostanze con le quali vengono in contatto. Così, quando vengono miscelati due materiali diversi, si può dar luogo a composti con proprietà ignote, che possono creare problemi di intasamento all'ugello o all'estrusore. In sostanza, al di la delle dichiarazioni spesso ottimistiche dei produttori di stampanti, che elencano molti materiali con i quali è possibile stampare, in teoria per assicurare prestazioni ottimali con un determinato estrusore-ugello di dovrebbe stampare con un solo materiale, e sempre con quello. Questo accorgimento cautelativo non sempre viene rispettato. In questo caso, si dovrebbe usare l'accortezza di effettuare i cambi filo rispettando le temperature di fusione dei due diversi materiali utilizzati, con procedure diverse se si cambia da un filamento che fonde a temperatura inferiore verso un filamento che fonde a temperatura superiore e viceversa. Sarebbe inoltre opportuno effettuare il cambio filamento smontando l'ugello e facendo fuoriuscire tutto il materiale del filamento 1 (vecchio) più molto materiale del filamento 2 (nuovo). La non osservanza di tutti questi espedienti può comportare conseguenze diverse a seconda del tipo di macchina, della costruzione dell'estrusore e della validità del sistema di alimentazione. Su alcuni modelli la tolleranza è molto ampia e non accade nulla di problematico: su altri si registrano frequenti intasamenti dell'ugello, dell'estrusore o di entrambi. In questo secondo caso, l'importanza di effettuare il cambio filamento adottando tutte le cautele possibili è ovviamente più importante. -
@sem81 Non tagliare l'estrusore per abbassarlo e poter mantenere le viti di calibrazione non totalmente serrate. Alza piuttosto il microswitch del finecorsa Z. E' sufficiente stampare un rialzo dello spessore desiderato per compensare la maggiore lunghezza dell'estrusore. Leggendo tutti i post sembra che ci siano spesso cambiamenti di filamento. Possono dar luogo a miscele che occludono l'estrusore. Se vuoi fare dei cambiamenti di filamento sicuri, effettua il purge (abbondante!) senza ugello, e poi lo rimonti. Con filamenti elastomeri generalmente non è consigliabile superare una velocità di 20mm/sec.
-
Stampante 3D grandi dimensioni
ShareMind ha risposto a Davide79 nella discussione La mia prima stampante 3D
@Pondle Scusa, ma le tue considerazioni appaiono superficiali. "il risultato finale non differisce da quello che realizzo io" Vuoi dire che in casa riesci a costruire un telaio monoblocco (tutto-un-pezzo-se-non-fosse-chiaro) in duralluminio da 3 mm?. E come lo bonifichi, nel caso? Vuoi dire che hai utilizzato un alimentatore 24V, un estrusore 360°, doppie guide lineari per ciascun asse, architettura coreXY, cinghie ad anello chiuso, viti senza fine a ricircolo con chiocciola precaricata, un'elettronica 32bit, motori con microstep 1:128, un sistema di calibrazione capacitivo automatico, carrelli metallici, piano microforato etc.etc.etc.? Se lo hai fatto, hai speso almeno 5 volte il costo di una Zortrax. Si, perché devi sapere che un conto è acquistare una manciata di pezzi meccanici ed elettronici sfusa e assemblare artigianalmente, un conto è produrre in serie oltre 10000 macchine annue. L'economia di scala consente di adottare processi produttivi industriali in grado di abbattere considerevolmente i costi e migliorare la qualità. Se invece come dici hai speso molto meno, probabilmente avrai usato come telaio degli angolari delle scaffalature metalliche, un estrusore JHead da 48€, una bella 2560 (compatibile) e una Ramps. Allora la questione è completamente diversa. Avrai anche speso la metà, ma costruito un accrocco, ed evidentemente non dai alcun valore al tuo tempo. Certo che poi si può giocare con i settaggi (come dici), carteggiare, stuccare, levigare con i vapori di acetone. Se è per questo, molti artigiani fanno cose incredibili completamente a mano, e hanno speso ancora meno di te. Costruire un kit può essere divertente e istruttivo. Ma dal punto di vista economico è fallimentare. La qualità costruttiva e prestazionale di progetti che hanno richiesto anni di lavoro di qualificati ingegneri, e che vengono realizzati con linee di montaggio industriali si ottengono con anni di progetti e investimenti industriali, non in un garage o in una sala hobby. -
Stampante professionale per accessori moto
ShareMind ha risposto a Kit nella discussione La mia prima stampante 3D
@Kit Con un budget di questo genere, ti suggerirei di orientarti decisamente verso un piccolo centro in grado di lavorare alluminio, ottone e leghe non ferrose. Ci sono anche macchine desktop con dimensioni di lavoro decorose (600x420x380 mm) con costi più che ragionevoli. Sul mio sito ci sono comunque svariate soluzioni di questo genere. La versatilità di queste macchine è notevole: possono lavorare molti materiali (materie plastiche, resine, metalli etc.) con un eccellente grado di finitura. I modelli in allumino possono essere anodizzati conferendogli, anche per piccole tirature, un look professionale. Un altro vantaggio è la stabilità tecnologica: le macchine ad asportazione esistono da tremila anni, sono durevoli e il loro costo è stabilizzato. Stampanti 3D che "ieri" costavano qualche decina di migliaia di euro oggi sono superate. La prima che ho venduto nell'87 era una Cubital Israeliana. Una macchina stereolitografica con volume utile di 38 x 42 x 60 cm, grande come un piccolo negozio e costava 9 miliardi. Credo l'abbiano smantellata da un pezzo, mentre i centri di lavoro di quell'epoca sono spesso ancora più che funzionanti. E infine, la produttività. Naturalmente dipende dalle lavorazioni, ma nella asportazione è possibile effettuare sgrossature con grandi utensili che sono molto più rapide delle lavorazioni con sistemi ad apporto di materiale, che costretti a deporre strati di spessore identici, lavorano praticamente sempre in finitura. L'uso di uno scanner per reverse engineering potrebbe essere una buona idea. Se credi, possiamo sentirci anche con messaggi privati per approfondimenti. -
Sono in arrivo le CraftBot Plus
ShareMind ha risposto a ShareMind nella discussione Notizie sulla stampa 3D
Ciao Baburla, Debbo confessare che ho già ricevuto uno stock delle nuove CraftBot Plus, ma non ne ho ancora sballata (né provata) una. Tra l'altro, non conosco neppure questo Resurrection System della Wasp, ma credo utilizzi una batteria tampone per memorizzare la coordinata Z attuale. Penso nei prossimi giorni di aprire una CraftBot Plus e ti farò sapere. -
Stampante 3D grandi dimensioni
ShareMind ha risposto a Davide79 nella discussione La mia prima stampante 3D
@Pondle Prova ad andare a vedere come è costruita e come stampa una Zortrax. Poi penso cambierai radicalmente idea. -
Davinci Jr non stampa correttamente
ShareMind ha risposto a rewam nella discussione Problemi generici o di qualità di stampa
Non conosco il SW Da Vinci, ma guardando la stampa sembra che la temperatura si molto più elevata del necessario. Termistore collegato male all'hot end? -
Stampante professionale per accessori moto
ShareMind ha risposto a Kit nella discussione La mia prima stampante 3D
@Kit Generalmente chi produce aftermarket per motocicli utilizza sistemi a controllo numerico piuttosto che stampanti 3D. L'idea di una leva freno stampata mi da un po' la pelle d'oca... Per alcuni particolari estetici la stampa 3D si potrebbe anche considerare. E potrebbe essere usata per costruire stampi per ottenere parti in fibra di carbonio, vetroresina etc. Quanto allo scanner, per rilevare con sufficiente accuratezza elementi meccanici, è necessario un Artec Spider o SpaceSpider. E' un oggetto piuttosto costoso, ma dall'impiego estremamente flessibile. -
Fa)(a 3D Printer - la stampante 3d a levitazione magnetica
una discussione ha risposto a ShareMind in Problemi generici o di qualità di stampa
@FabLab Padova Il sistema Bowden nel suo insieme presenta anche vantaggi, ed è tra l'altro adottato da diverse stampanti di riconosciuta qualità. Il fatto è che generalmente chi lo utilizza, per ridurre l'isteresi del filamento, impiega lo standard 3 mm anziché 1.75. @i3D Estrudere elastomeri con il Bowden è un po' dura... -
Sul forum si trovano parecchie discussioni riguardo alla velocità di stampa rapportata alla qualità dell'oggetto realizzato dalla propria stampante. Molto spesso però sopratutto ai neofiti della stampa 3D questi argomenti possono portare ad una certa confusione. Con questa sorta di guida cercheremo di analizzare la velocità di stampa, una componente che è sicuramente una delle più importanti durante la fase di stampa. La velocità di stampa e accelerazione Purtroppo questo parametro, espresso in genere con due valori (velocità di stampa e velocità di traslazione), fornisce un’informazione sostanzialmente indicativa, e complessivamente poco attendibile. Per almeno un paio di motivi. Il primo è l’accelerazione. Ne abbiamo già parlato, ma lo ribadisco volentieri. Quando ci riferiamo ad un’automobile, sapere che ha una velocità massima di 200 Km/h non ci fa pensare che possa sempre andare a questa velocità. Se la useremo in città, sarà ben difficile poterla mai raggiungere. Quando parliamo di stampanti 3D, siamo invece quasi portati a pensare che le velocità dichiarate siano in qualche modo valori assoluti. In realtà, per la maggior parte dei modelli, dobbiamo considerare che una stampante 3D è un veicolo che si muove nel traffico… E che raramente, se non addirittura mai, potrà arrivare alle velocità dichiarate, perché i percorsi da compiere sono troppo brevi per raggiungerle. Il secondo motivo per il quale l’indicazione della velocità è un’informazione di per se poco significativa, è che questa viene fornita disgiunta da una corrispondente indicazione di qualità. Sostenere che una macchina può stampare a 120 mm/sec senza specificare come stamperà a quella velocità ha davvero poco senso. E già che ci siamo, chiariamo un’altra questione: le velocità di stampa sono indissolubilmente legate alle caratteristiche termoplastiche del materiale. Ad esempio, indipendentemente dalle caratteristiche della macchina, usando l’ABS non potremo mai stampare alle velocità con le quali stamperemo il PLA. Letta da un’altra angolazione, questa asserzione significa: è del tutto inutile acquistare una macchina che dichiara velocità di stampa particolarmente elevate, se lavoreremo prevalentemente con l’ABS, o altri polimeri che impongono limiti alla velocità di stampa. Semmai, investiamo meglio il nostro budget, comprando una macchina più precisa o più affidabile. Detto questo, sarebbe necessario addentrarsi un po’ più in profondità nell’aspetto qualitativo delle stampe. Appurato che per un certo materiale è possibile raggiungere determinate velocità di estrusione, precisiamo immediatamente che alla massima velocità di estrusione possibile per un certo materiale non si otterrà la massima qualità di stampa. Quindi, nel progettare una stampa, dovremo sostanzialmente scegliere se privilegiare la qualità o le prestazioni. Bene. Fatte queste iniziali premesse, scendiamo più nel dettaglio dei principali fattori che determinano la qualità delle stampe. Il piano di stampa La qualità di stampa è grandemente influenzata dalla planarità della superficie del piano di lavoro e dalla sua temperatura. Se la superficie non è perfettamente livellata e piana, presenta avvallamenti o residui di stampe precedenti, la qualità della stampa sarà irregolare. Per alcuni materiali (es. ABS) è inoltre indispensabile disporre di un piano riscaldato. In generale, se la temperatura del piano (per materiali che richiedono il riscaldamento) è troppo bassa, l’adesione del polimero non sarà ottimale, e il materiale tenderà a deformarsi o staccarsi. Il primo layer Il primo layer non si scorda mai… Si potrebbe iniziare, scherzando, in questo modo. Ma scherzando neanche troppo, perché il primo layer è il più importante di tutti. Rappresenta infatti le fondamenta sulle quali verrà costruita la parte da stampare. Generalmente viene stampato con uno spessore maggiore rispetto ai layer successivi, per compensare le irregolarità del piano di lavoro (dovute ad una calibrazione sommaria, o ad una scarsa qualità della superficie). Un valore di riferimento è circa l’80% del diametro dell’ugello di stampa, es. per un ugello 0,4 il piano può essere 0,32 mm. Se il primo layer è troppo sottile, si raffredderà prima del necessario, innescando il ritiro del materiale (con conseguente deformazione del modello, che si imbarca). Anche per quanto riguarda la velocità, il primo layer richiede accortezze. Normalmente viene stampato ad una velocità inferiore, per assicurare una buona adesione del “piede” della parte da stampare. E, sempre per ottenere una buona adesione, la temperatura alla quale viene stampato il primo layer è generalmente di 5-10° superiore rispetto a quella dei layer successivi. Temperatura Semplice. Si dovrebbe usare la temperatura più bassa possibile che consenta di stampare alla velocità desiderata. Se si sente il pignone dell’estrusore “grattare” il filamento (con il caratteristico ticchettio), la temperatura è troppo bassa: il filamento non viene fuso abbastanza velocemente, e la temperatura va alzata. Se la stampa presenta rigonfiamenti sui bordi e una scarsa definizione, l’estrusore è troppo caldo e la temperatura va abbassata. http://www.stampa3d-forum.it/wp-content/uploads/2015/07/Temperatura.jpg Nota bene: la regolazione della temperatura è un aspetto critico, e andrebbe effettuata anche quando si utilizza lo stesso polimero di marche differenti (o addirittura in certi casi lo stesso polimero della stessa marca con colori differenti). Velocità di stampa Anche se la stampante può raggiungere velocità molto elevate, l’impostazione di velocità “conservative” premia con una migliore qualità, meno “stringing” (filamenti sottili tra gli intervalli del modello), una maggiore precisione dei bordi. Pensiamo semplicemente all’inerzia. Il filamento che viene deposto è allo stato plastico, semifluido. Quando la stampante si muove ad alta velocità e incontra un brusco cambiamento di direzione (es. lo spigolo di un parallelepipedo) la meccanica della stampante – che è rigida – esegue la curva a gomito. Il filamento, che stava andando a tutta velocità verso una certa direzione, prosegue invece per inerzia dopo la curva a gomito – per un brevissimo tratto – nella direzione precedente. E’ come se stessimo correndo con un bicchiere pieno di liquido e improvvisamente decidessimo di girare rapidamente a sinistra o a destra. Osservate quello che fa il liquido nel bicchiere: in misura minore, il filamento fuso farà la stessa cosa. Visto dall’alto il modello presenterà come dei piccoli rigonfiamenti dopo gli spigoli, che saranno evidenti lungo tutta la parete. Se questa circostanza si verifica, e la qualità è un fattore importante, non c’è altro rimedio che ridurre la velocità di stampa. Attenzione tuttavia a non ridurla eccessivamente: anche questo presenta degli svantaggi. Stampando troppo lentamente la superficie viene surriscaldata dalla presenza dell’estrusore “troppo a lungo” sul materiale, e si ottiene una superficie in stile “budino”. Come criterio generale, velocità e temperatura vanno di pari passo: all’aumentare della velocità è necessario aumentare la temperatura, e viceversa. Qualità e calibrazione del filamento E’ importante verificare sempre il diametro del filamento all’atto del caricamento di una nuova bobina. La misurazione deve avvenire con un calibro, più volte ad una certa distanza, ed è necessario calcolare il valore medio. Specialmente utilizzando filamenti economici, è facile perdere una grande quantità di tempo nel cercare di correggere difetti che non dipendono dall’hardware, ma da irregolarità nel diametro del filamento. Il PLA come noto è particolarmente sensibile alla illuminazione solare ed alla temperatura di immagazzinamento: conservare sempre i filamenti in luoghi bui ed asciutti. Acquistare materiali di buona qualità da venditori affidabili fa risparmiare molto tempo ed evita la produzione di stampe inutilizzabili. Talvolta, la cattiva qualità di un filamento può causare il blocco degli estrusori (a causa di impurità nel polimero), o malfunzionamenti del sistema di trascinamento che rendono letteralmente impossibile stampare. Umidità Tutti i polimeri sono più o meno igroscopici. L’acqua trattenuta all’interno delle fibre si trasforma in vapore quando viene riscaldata dall’estrusore: il risultato è che l’ugello tende a “colare” ed emettere vapore, producendo stampe “schiumose”. Per evitare questo genere di problemi, conservare sempre le bobine in luoghi asciutti e caldi, possibilmente in buste chiuse contenenti sali deumidificatori (es. silica-gel). Raffreddamento della stampa Il PLA ed altri filamenti con composizione simile (es. il LayBrick di Orbi-Tech) richiedono una energica rimozione del calore, per evitare la deformazione delle stampe. Il Nylon e l’ABS generalmente non richiedono raffreddamento. I vari programmi di slicing offrono diverse opzioni per controllare di conseguenza il funzionamento della ventola. Progettazione ed orientamento della parte Nel corso della progettazione dei modelli da stampare, è importante considerare le potenzialità e i limiti delle stampanti 3D, soprattutto se gli oggetti dovranno avere particolari caratteristiche meccaniche. I criteri da seguire sono molti. Mi limiterò a citarne alcuni tra i più ovvi, ma con l’esperienza sarà possibile adottare svariati accorgimenti per evitare di produrre oggetti in seguito inutilizzabili. Tutti gli oggetti da stampare dovranno avere la più ampia base possibile, per garantire che non si distacchino durante la stampa. Quindi generalmente e salvo casi particolari, gli oggetti andranno orientati in modo che il lato con superficie maggiore sia a contatto con il piano di lavoro. Un importante considerazione va fatta tenendo presente la particolare “trama” con la quale gli oggetti vengono prodotti. In senso verticale troviamo semplici strati sovrapposti; in senso orizzontale, troviamo un intreccio di filamenti paralleli, alternati (generalmente a 90°) rispetto allo strato precedente. La direzione “orizzontale” (intrecciata) è molto più robusta di quella verticale (stratificata). Se dovessimo ad esempio costruire un oggetto che dovrà fungere da tirante, sarà pressoché indispensabile costruirlo in modo che lo sforzo di trazione agisca parallelamente all’intreccio. In caso contrario, probabilmente la parte si romperà, sottoposta a trazione, per il fenomeno della delaminazione (tendenza degli strati a separarsi se sottoposti a uno sforzo di trazione perpendicolare agli strati). Una situazione da evitare accuratamente è la stampa (singola) di oggetti piccoli e alti. Nonostante la possibilità di rallentare la stampa e di utilizzare la ventola al massimo regime, la permanenza pressoché continua dell’estrusore sulla medesima zona ne determinerebbe l’inevitabile deformazione. Attenzione: questo problema può presentarsi anche stampando contemporaneamente diversi oggetti, nei quali uno tra questi presenti una piccola zona in significativo rilievo rispetto all’altezza massima degli altri oggetti contemporaneamente stampati. http://www.stampa3d-forum.it/wp-content/uploads/2015/07/Deformazione.jpg Se proprio una situazione come questa fosse inevitabile, per esigenze progettuali, aggiungere degli oggetti “dummy”, che avranno lo scopo di “far perdere tempo” alla testina di stampa tra uno strato e il successivo, evitando il contatto prolungato con la stessa piccola zona. Considerare, se necessario, la possibilità di progettare il modello in parti che verranno assemblate successivamente (e che quindi possono essere orientate in modo da sfruttare i vantaggi di robustezza della trama), piuttosto che realizzare un modello singolo di scarsa robustezza. I diversi software di slicing consentono generalmente di assegnare uno spessore al piano inferiore, uno al piano superiore e uno alle pareti (comune a tutte le pareti). Questo può rappresentare un limite. Ma nulla vieta, per ottenere una migliore robustezza ove necessario, di progettare in partenza un modello che abbia ad esempio pareti di diverso spessore, ed usare nella stampa un riempimento solido. Naturalmente, in questo caso sarà necessario generare direttamente nel software di modellazione i supporti necessari. Porre attenzione alla collocazione dell’oggetto nello spazio di lavoro dello slicer. Ad esempio, per stampare una forma a “T” sarà conveniente stamparla capovolta. Effettuando la stampa così com’è, si dovrebbe creare una struttura di supporto, che allungherebbe i tempi di stampa ed aumenterebbe i costi. Supporto (con doppio estrusore) Si dovrebbe ricorrere all’utilizzo di supporti generati con il secondo estrusore solo in caso di effettiva necessità, e dopo aver tentato (vedi punti elencati in precedenza) di adottare altre soluzioni, tenendo conto che alcuni slicer (es. Cura) generano supporti facilmente rimovibili anche con un estrusore singolo. Comunque, ove il ricorso al secondo estrusore fosse inevitabile, la macchina dovrà essere perfettamente a punto. Un piano di lavoro non livellato produrrà risultati inaccettabili, e l’offset tra i due estrusori dovrà essere attentamente calibrato. Se le due stampe (materiale e supporto) dovessero risultare disallineate o parzialmente sovrapposte, si otterrà una stampa “contaminata”. Parametri dello slicer Considerando le precedenti raccomandazioni, prima della stampa perfezioniamo i principali parametri dello slicer. Diametro del filamento Qualsiasi slicer ha la necessità di conoscere con precisione il diametro del filamento che verrà utilizzato. Sarà quindi necessario, a ciascun cambio di bobina, effettuare almeno tre misurazioni, su un campione di 2 o 3 metri, e calcolare la media dei valori rilevati. Questo valore è MOLTO importante, e non va sottostimato, poiché lo slicer lo utilizza per far ruotare il pignone di alimentazione quanto necessario. Comunicando un valore errato si può ottenere una stampa di cattiva qualità, che tende a delaminare o, all’inverso, si rischia di intasare l’ugello con conseguente slittamento del filo. Moltiplicatore di estrusione Questo valore, generalmente espresso in percentuali variabili tra lo 0.9 e 1.1, modifica proporzionalmente l’ammontare di flusso dell’estrusore. Prima di utilizzarlo, è conveniente verificare la validità del diametro del filamento impostato, ed eventualmente il firmware della macchina. Spessore del layer E’ l’altezza delle “fette” con le quali lo slicer suddivide il modello. Uno spessore elevato permette di ridurre i tempi, ma realizza superfici meno rifinite, mentre uno spessore basso migliora la qualità (e la robustezza della parte) a scapito di tempi di stampa superiori. Mentre lo spessore minimo dipende dalla stampante (alcune arrivano a 0.05 mm, ma i tempi sono biblici), quello massimo non può essere in ogni caso superiore all’80% del diametro dell’ugello. Il primo strato generalmente è più spesso, per compensare eventuali dislivelli del piano di lavoro, mentre i successivi sono definiti in base alla qualità di finitura desiderata. All’interno della scheda che consente di definire lo spessore dei layer è anche generalmente possibile controllare lo spessore dei profili e lo spessore delle pareti piane inferiore e superiore. Larghezza di estrusione Può essere controllata da alcuni slicer, ma in questo caso il valore specificato prende il sopravvento rispetto allo spessore del layer. Non dovrebbe essere inferiore al diametro dell’ugello. Diametro ugello E’ necessario specificarlo per Cura e Slic3D, non per Kisslicer, che effettua calcoli volumetrici. Può variare da 0,2 a 0,8 mm. Temperatura di estrusione Va impostata ad un valore sufficiente a rendere plastico il filamento, ma non troppo elevata per evitare che l’estrusore “coli” materiale anche durante i movimenti di traslazione, e si produca una cattiva finitura. In generale per il primo layer è impostata su valori più alti, per aumentare l’aderenza al piano. Temperatura del piano di lavoro Per l’ABS è mandatorio disporre di un piano di lavoro riscaldato, a meno che non vengano stampati oggetti molto piccoli. Anche per la temperatura del piano, in genere il primo layer viene impostato ad un valore superiore rispetto ai successivi, per migliorare l’adesione. In alcuni modelli di stampanti economiche con struttura “aperta”, la potenza dell’alimentatore è modesta, e anche a fronte di piccole correnti d’aria (es. l’apertura di una porta) la temperatura del piano di lavoro cala bruscamente, causando uno shock termico all’oggetto in corso di stampa, ed una serie di potenziali problemi. Per questo sono preferibili stampanti chiuse, o quantomeno dotate di sufficiente potenza per raggiungere e mantenere la temperatura programmata anche in presenza di variazioni climatiche nell’ambiente. Ritrazione Definisce quanti millimetri il filamento deve essere ritratto al termine della stampa di una zona e durante il passaggio alla successiva, per evitare che il materiale continui ad essere “colato” durante i movimenti di traslazione. In genere è inferiore a 6 mm. Raffreddamento Viene effettuato da una ventola posta sull’estrusore, che convoglia l’aria fredda nella zona di stampa. E’ mandatorio per il PLA, che va raffreddato il più rapidamente possibile dopo la deposizione, per evitare deformazioni. Normalmente il valore è espresso in percentuale (100% = massima velocità della ventola). Skirt È un perimetro di offset della base del modello, tracciato ad una certa distanza per inizializzare l’estrusore, e fare in modo che nel momento in cui viene effettuata la stampa vera e propria la camera di fusione sia carica. Generalmente è possibile definire quante linee stampare. Brim E’ una estensione, stampata soltanto in occasione del primo layer, della larghezza base dell’oggetto, effettuata per aumentare l’adesione al piano. Per i programmi che lo prevedono, è espresso in millimetri. Raft E’ uno strato facilmente rimovibile (uno o più layer) stampato sotto la base del modello per aumentare l’adesione. Generalmente è più largo della base (in misura definibile) ed ha una trama molto più rada (proprio per facilitarne la successiva rimozione) rispetto ai layer veri e propri. Supporti Per le zone con elevato sottosquadro è necessario provvedere un adeguato supporto. I software di slicing offrono diverse opzioni per definire la l’architettura delle strutture di supporto, che vengono poi generate in automatico. Generalmente la loro successiva rimozione è facilitata. I supporti possono essere creati (con un diverso materiale, es. idrosolubile) anche con il secondo estrusore, per le macchine che ne sono dotate. Riempimento (infill) Le parti da stampare vengono automaticamente riempite con una densità programmabile e pattern definibili. In genere, si cerca di utilizzare i pattern che richiedono meno filamento, anche per velocizzare le stampe. Sebbene alcuni programmi offrano pattern molto divertenti (es. a nido d’ape), generalmente si torna prima o poi ad usare il classico “rectlinear” (quadrati orientati a 45°), che richiedono meno tempo. Il valore di riempimento è normalmente espresso in percentuale. Un valore di 0,2 è generalmente sufficiente, ma se l’oggetto deve avere una particolare resistenza meccanica, è possibile aumentarlo. Bridge Sono dei veri e propri “ponti” tra due diverse zone di stampa che vanno collegate. Questi ponti non prevedono supporto, e ovviamente possono collegare tratti piccoli. Il valore del parametro è espresso in velocità, che deve essere più elevata possibile, senza per questo spezzare il filamento deposto. Valori troppo bassi creano l’insellamento del ponte, non consentendo di ottenere piani corretti. Threads E’ un parametro che stabilisce quanti processori virtuali verranno usati per il calcolo del codice macchina. Valori più elevati riducono i tempi di calcolo, ma a scapito di una maggiore quantità di memoria utilizzata.
-
- stampanti 3d
- materiali
-
(and 5 più)
Taggato come:
-
Stampante 3D grandi dimensioni
ShareMind ha risposto a Davide79 nella discussione La mia prima stampante 3D
@Davide79 Costruirsi da solo un stampante è un passaggio obbligato per capire veramente come queste macchine funzionano, quali sono i limiti di un prodotto autocostruito e quali caratteristiche eventualmente cercare in un prodotto commerciale assemblato. Purtroppo non tutte le ciambelle vengono col buco, e non è detto (soprattutto quando viene costruita una macchina di grandi dimensioni) che i risultati qualitativi siano soddisfacenti o anche semplicemente accettabili. Un ulteriore problema è determinato dal fatto che, una volta investito (molto) tempo e denaro in un progetto, si tende ad apportare quelle migliorie che si ritengono indispensabili, e questo porta spesso a superare il costo originale di una macchina pronta avendo ottenuto un sistema che comunque ha caratteristiche e prestazioni inferiori. A quel punto il budget è generalmente finito e diventa difficile acquistare una seconda macchina che funziona come desidereremmo, abbandonando il progetto per il quale ci siamo tanto spesi (ed abbiamo tanto speso). Ma l'esperienza giustamente si paga. Tanto di cappello a chi si sente di intraprendere questo arduo percorso verso la conoscenza. -
ABS quanti problemi
ShareMind ha risposto a blulaserstar nella discussione Problemi generici o di qualità di stampa
Ciao Elvis, Se usi sistemi di raffreddamento (per l'estrusore, non per la parte) il flusso d'aria va convogliato nella zona da raffreddare (immediatamente sopra l'hot end, di solito sono presenti alette di dissipazione) in modo circostanziato. Se il flusso per qualche ragione si dirige verso l'hot end può ridurre la sua temperatura, e in particolare con macchine a 12V potresti non riuscire più a raggiungere quella desiderata. Stessa cosa riguardo al piano riscaldato, qualora il flusso dovesse dirigersi verso quest'ultimo. -
Problema con ABS
ShareMind ha risposto a Giorgio79 nella discussione Problemi generici o di qualità di stampa
@Elvis74 Ciao Elvis. Se monti un estrusore con tubetto in PTFE poi non stampi materiali come l'ULTRAT (che mi pare fosse il tuo scopo), ABS M30 etc., a causa dei limiti di temperatura imposti dalla presenza del tubetto. -
Complimenti, bel lavoro.
-
Problema con ABS
ShareMind ha risposto a Giorgio79 nella discussione Problemi generici o di qualità di stampa
Per prima cosa, dovresti accertarti se l'estrusore che hai acquistato è un All Metal o contiene un tubetto di PTFE o Delrin etc. Il funzionamento ideale di un estrusore è che l'hot end sia caldo a sufficienza per fondere il materiale, ma che il tubetto sia freddo a sufficienza perché il filamento non si deformi prima di raggiungere la camera di fusione. Lo scopo del tubetto (PTFE/Delrin), oltre a ridurre l'attrito tra filamento e percorso, è proprio questo: evitare la dissipazione verso l'alto del calore, utilizzando un materiale scarsamente conduttore. Negli All Metal il calore deve essere "tagliato" per evitare che si propaghi nella zona superiore dell'estrusore (o peggio, in prossimità del pignone godronato), e questo viene fatto con un dissipatore passivo (alettatura) o attivo (alettatura + ventola, liquido etc.). -
Strano rumore motorino
ShareMind ha risposto a Wiccio nella discussione Problemi generici o di qualità di stampa
Si, c'è un riferimento al grano che collide col filamento. Ma lo hai scritto tu! -
Fa)(a 3D Printer - la stampante 3d a levitazione magnetica
una discussione ha risposto a ShareMind in Problemi generici o di qualità di stampa
Qualche considerazione, spero non troppo caustica. Un telaio in grado di garantire un volume utile di 90x60x60 dovrebbe essere come minimo in ghisa, se non in granito, e MASSICCIO per assicurare una precisione di 50 micron. Un telaio in lega di alluminio (coefficiente di dilatazione termica 0,000023), sottoposto ad un aumento di temperatura di 30 gradi - la media durante una stampa con piano acceso, si dilaterebbe di 0,621 mm. Ovvero, oltre 12 volte l'accuratezza dichiarata della macchina. Questo senza considerare le flessioni (il telaio sembra costruito con un profilato 20x20), i giochi tra componenti stampati in 3D non certamente centesimali e le "guide", le torsioni, le inerzie etc. La scelta di utilizzare un sistema bowden con filamento 1,75 implica inoltre una elevata isteresi del sistema, con un ritardo sia nelle fasi di estrusione, sia in quelle di ritrazione, etc. Il principio della levitazione magnetica potrebbe in se essere interessante, ma l'applicazione pratica mi sembra decisamente casereccia. @Samuele_93: meglio impazzire perché non si vede l'ora di averne una, che impazzire per averne una. -
Ciao Davide. Questa appare comunque una replica. Pubblica. Dire che si preferisce non replicare all'interno di una replica mi pare un paradosso. Se hai considerazioni in merito e preferisci un dialogo diretto, c'è la possibilità di inviare messaggi in PVT, o puoi scrivere alla mia e-mail. Sono sempre aperto al confronto.
-
Strano rumore motorino
ShareMind ha risposto a Wiccio nella discussione Problemi generici o di qualità di stampa
@i3D Ciao, Non mi ricordo se ne ho mai parlato in qualche discussione. Comunque è un problema che si può presentare con relativa frequenza, praticamente su qualsiasi stampante. Se il grano si allenta, l'estrusione continua normalmente perché l'asse motore è calettato, ma il pignone si può spostare col tempo, dando luogo a questo inconveniente. -
Asse Z fuori misura su Junior
ShareMind ha risposto a Gab65 nella discussione Problemi generici o di qualità di stampa
Controlla che le viti di regolazione della planarità non si siano allentate. -
Anomalia in fase di stampa, sembra che manchino i perimetri!
ShareMind ha risposto a alessino nella discussione Problemi generici o di qualità di stampa
@alessino Puoi seguire i suggerimenti del FabLab Padova, che pare dia anche ripetizioni. Se necessario, fatti stampare la parte da loro. Le loro ShareBot sembrano le uniche nel forum che non si fermano mai. -
ABS quanti problemi
ShareMind ha risposto a blulaserstar nella discussione Problemi generici o di qualità di stampa
Ciao Alessandro, No. Assolutamente no. Il fatto che tu incolli delle parti in ABS (con ABS, sostanzialmente) non eleva la resistenza termica di quest'ultimo. La temperatura di transizione vetrosa dell'ABS è intorno agli 85-95°. Oltre questa temperatura tende a deformarsi. Certo, se i componenti a temperatura elevata (es. 280°) sono a distanza sufficiente da ridurre la trasmissione di calore, potresti anche non avere problemi. Ma se porti l'ABS a 280° lo fondi.