Ecco, "indifferenziato" è proprio la parola che non avrei voluto sentir dire: il sospetto ce l'ho purtroppo anche io però... non tanto per i pigmenti (anche se non li escluderei) ma per gli additivi di alcune PLA e per l'assunzione (triste ma molto pratica) che da nessuna parte nella raccolta differenziata (almeno di Milano) ho letto che nel bidone della plastica o nell'umido vada anche la sigla "PLA".
Una cosa che ho capito leggendo in giro è che c'è una certa differenza fra "biodegradabile" e "compostabile" seppure le due cose sono legate. PLA ad esempio è compostabile ma non a temperatura ambiente: occorrono appositi impianti di compostaggio industriale con temperature e micro organismi idonei perché avvenga la "magia".
Ad esempio ho trovato questo: http://www.greenshopvideo.com/faq/il-pla... dove però non si parla affatto di filamenti PLA.
Insomma, anche io resto comunque in attesa di una risposta magari con un testo dove nero su bianco le aziende dei rifiuti indichino ufficialmente come comportarsi.
Diciamo che l'umido sarebbe il massimo, la plastica utile, l'indifferenziato mi turberebbe molto.